Il tanto atteso decreto legislativo sulla revisione del regime delle imposte sui redditi Irpef e Ires ha subito un improvviso rinvio. Inizialmente previsto per essere discusso nell’ultimo Consiglio dei ministri, il dibattito è stato rimandato alla prossima settimana. La ragione? Un velo di incertezza sulle coperture finanziarie, soprattutto riguardo alle generose “mance elettorali” inserite di corsa nel testo.
Il rinvio dell’approvazione del nuovo decreto Irpef è stato ufficialmente attribuito alla necessità di ulteriori “approfondimenti” su un testo giudicato complesso. Fonti governative svelano che il principale motivo dietro il ritardo è il dibattito intorno al “bonus” sulle tredicesime, incluso nel provvedimento. Si prevede che tale questione verrà discussa probabilmente nella prossima settimana. Nonostante ciò, il Ministero del Tesoro sembra non affrettarsi nell’avanzare ulteriormente nel processo decisionale.
In cosa consisteva la proposta slittata
La proposta, oggetto di viva discussione nelle ultime settimane, prevedeva una serie di incentivi fiscali, tra cui una tredicesima aggiuntiva fino a 80 euro per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15.000 euro all’anno. La situazione si è complicata quando è emersa l’idea di un bonus da 100 euro alla fine dell’anno per coloro che guadagnano meno di 28.000 euro, ma solo se sono sposati e hanno almeno un figlio a carico.
La bozza del decreto chiarisce che questo bonus sarà concesso solo per il 2024 e sarà rivolto a coloro che versano in condizioni economiche di particolare disagio, specialmente se hanno familiari fiscalmente a carico. Inoltre, si sottolinea che l’ammontare dell’indennità sarà definito successivamente con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze entro il 15 novembre 2024.
L’articolo 4 del decreto stabilisce anche che, in attesa dell’implementazione di un nuovo regime fiscale sostitutivo per i redditi da lavoro dipendente, si manterrà l’ordinario regime di tassazione delle tredicesime. Tuttavia, verrà prevista la restituzione, sotto forma di indennità, di un importo non superiore a 100 euro, corrispondente al maggiore prelievo tributario rispetto all’applicazione di un’imposta sostitutiva.
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha espresso perplessità riguardo alle bozze del decreto, affermando che erano ancora oggetto di revisione e che si stava lavorando per garantire un testo compatibile con le esigenze dei contribuenti e con gli equilibri di finanza pubblica.
Le motivazioni del rinvio
Secondo le informazioni pervenute, il decreto non è stato inserito nell’ordine del giorno dell’attuale riunione ministeriale. Fonti vicine al Governo rivelano che il testo sarà sottoposto all’esame preliminare del Consiglio dei ministri nella prossima settimana.
Il rinvio non è solo dovuto all’incertezza sulle coperture finanziarie. Anche le recenti modifiche al concordato preventivo biennale per le partite Iva hanno creato una serie di domande senza risposta. Dopo aver esteso l’accesso al patto con le Entrate anche agli autonomi con pagelle fiscali insufficienti, la relazione tecnica del decreto è stata modificata, eliminando la quantificazione dei proventi attesi.
L’ultima bozza del decreto prima del rinvio prevedeva di mantenere l’ordinario regime di tassazione delle tredicesime, con la possibilità di una restituzione fino a 100 euro per i lavoratori dipendenti. Tuttavia, a causa delle risorse limitate, il bonus sarebbe stato riservato solo ai lavoratori in condizioni economiche particolarmente disagiate, con coniuge e almeno un figlio a carico fiscalmente.
Il tutto si traduce in un’atmosfera di incertezza politica ed economica, con la discussione sul decreto che si protrarrà probabilmente dopo le elezioni europee.