La Camera approva l’autonomia differenziata: è legge con 172 sì

La Camera ha approvato il disegno di legge che riforma l'autonomia differenziata con 172 voti favorevoli, 99 no e un astenuto

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La Camera dei deputati ha approvato la legge sull‘autonomia differenziata, un provvedimento promosso dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli della Lega. Questa legge stabilisce le modalità attraverso le quali le regioni possono richiedere e ottenere la gestione autonoma di alcune materie attualmente di competenza dello Stato centrale.

Cosa contiene il ddl

Il provvedimento ha ottenuto 172 voti favorevoli dalla maggioranza di governo, mentre 99 voti sono stati contrari e c’è stato un astenuto dalle opposizioni. Il disegno di legge era già stato approvato dal Senato a gennaio.

Il ddl Calderoli, noto anche come ddl sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, è una legge principalmente procedurale per implementare la riforma del Titolo V della Costituzione avviata nel 2001. Composto da 11 articoli, il provvedimento stabilisce le procedure legislative e amministrative per l’applicazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione. Il suo obiettivo è definire le intese tra lo Stato centrale e le Regioni che richiedono l’autonomia differenziata in ambito delle 23 materie indicate dalla legge.

L’approvazione della legge non comporta il trasferimento effettivo delle competenze alle regioni. Il provvedimento si limita a stabilire un percorso e delle regole che le regioni dovranno seguire per negoziare con il governo e il parlamento l’assegnazione di poteri e prerogative. L’avvio di tali procedure dipende dalla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, ovvero dei servizi minimi che lo Stato deve garantire uniformemente in tutte le sue aree su settori cruciali. La definizione dei Lep e la relativa finanziabilità mirano a prevenire il rischio che l’autonomia accentui o amplifichi le disparità territoriali tra regioni più ricche e quelle meno sviluppate.

Le richieste e le materie

Nel testo si specifica che le richieste di autonomia devono essere avviate su iniziativa delle singole Regioni, previa consultazione degli enti locali, secondo le modalità stabilite nel proprio statuto di autonomia. Ogni Regione può avviare l’iniziativa riguardante la richiesta di autonomia su una o più materie, o ambiti di materie, e sulle relative funzioni. Successivamente si avvia un negoziato tra il governo centrale e la Regione interessata per definire uno schema preliminare di intesa.

Le materie su cui le Regioni possono chiedere l’autonomia differenziata sono 23, tra cui rientrano la Tutela della salute, l’Istruzione, lo Sport, l’Ambiente, l’Energia, i Trasporti, la Cultura e il Commercio estero. In aggiunta, ci sono 14 materie definite come Livelli Essenziali di Prestazione.

Con l’approvazione dell’Autonomia differenziata, il Governo è incaricato di definire entro 24 mesi i Livelli Essenziali delle Prestazioni. Il trasferimento delle funzioni relative alle materie che rientrano nei Lep può essere deciso solo dopo la definizione di tali livelli, dei relativi costi e dei fabbisogni standard, nonché dopo l’assegnazione delle risorse finanziarie necessarie.

Una modifica approvata durante l’esame al Senato ha chiarito che tali risorse devono garantire gli stessi Livelli Essenziali delle Prestazioni su tutto il territorio nazionale, comprese le Regioni che non hanno sottoscritto le intese. Inoltre, è stato stabilito che deve essere mantenuta la proporzionalità delle risorse da destinare alle altre Regioni e deve essere attuata una perequazione per i territori con minor capacità fiscale per abitante.

Il commento delle opposizioni

Durante il voto finale, le opposizioni unite hanno intonato l’inno di Mameli e agitato il tricolore, mentre dai banchi della Lega sono state esibite le bandiere della Serenissima. “Un provvedimento che divide e genera disuguaglianze, approvato di notte nella vergogna. Con questo voto si sancisce l’esistenza di cittadini di serie A e serie B,” ha dichiarato Elly Schlein, segretaria del Pd.

Il leader pentastellato Giuseppe Conte: “Spaccano l’Italia col favore delle tenebre. Il disegno di legge condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastare la maggioranza in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”.