Acqua Sant’Anna compra la francese Eau Neuve con un investimento da 50 milioni

L'acquisizione della francese Eau Neuve per Acqua Sant'Anna rappresenta un passo verso l'internazionalizzazione: gli italiani ora puntano a ristoranti, alberghi ed eventi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 30 Settembre 2024 16:17

Acqua Sant’Anna fa registrare un’eccezione in un periodo in cui le aziende straniere vengono in Italia per comprare storici marchi. Acqua Sant’Anna ha infatti acquistato l’azienda francese La Compagnie Des Pyrénées titolare del marchio Eau Neuve a fronte di un investimento di 50 milioni di euro. Gli italiani si sono impegnati a non stravolgere l’identità del marchio transalpino e a conservarne il know-how e i posti di lavoro.

Viene chiarito che l’ingresso di Acqua Sant’Anna nel capitale sociale della Compagnie des Pyrénées avverrà all’insegna della continuità e dell’integrazione: il fondatore della società, Sebatien Crussol, rimarrà socio e assumerà il ruolo di direttore generale e membro del consiglio di amministrazione.

Un anno di trattative

Alla base dell’acquisizione c’è la volontà di Acqua Sant’Anna di rafforzare la propria posizione “in un mercato dinamico e di grande potenziale come quello francese, rappresentando al contempo un importante passo verso l’internazionalizzazione dei propri marchi e prodotti caratterizzati da acque di alta qualità a bassa mineralizzazione, con l’obiettivo comune di favorirne l’esportazione destinata sia al canale della grande distribuzione che in quello horeca”, come viene chiarito in una nota.

L’acquisizione arriva dopo un anno di negoziazione, come ha spiegato al Corriere della Sera Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato Acqua Sant’Anna Spa. “Sono venticinque anni che penso in chiave internazionale, ma ora è fatta”, ha aggiunto senza nascondere la soddisfazione.

Verso nuovi mercati

Acqua Sant’Anna ha consolidato una forte posizione relativa alla grande distribuzione, con enormi numeri di bottiglie che finiscono sulle tavole delle famiglie italiane. Eau Neuve invece domina nel settore dell’Horeca, ovvero hotel e ristorazione, “con prodotti di altissima gamma”, assicura Bertone.

“Ora – anticipa Bertone – possiamo integrare la nostra offerta per famiglie con quella sartoriale di Eau Neuve che imbottiglia in vetro o in eleganti bottiglie in alluminio, come pure in brick di carta. Proprio questo prodotto ci spalanca le porte di nuove collaborazioni con marchi, eventi: per squadre di calcio, griffe di moda e abbigliamento, catene di hotel come fa Eau Neuve. Abbiamo raccolto tante richieste negli anni ma ci mancava la possibilità di brandizzare la nostra acqua“.

Nuovi piani di internazionalizzazione

La mossa francese è solo la prima parte di una strategia internazionale, fa sapere il manager: “Nessuno pensava che una piccola fonte alpina, quattro dipendenti per iniziare l’avventura, potesse sfidare i colossi della minerale. Ci ho creduto, oggi lo stabilimento con robot e automazione è all’avanguardia. E questa prima acquisizione in Francia è solo l’inizio di diverse operazioni allo studio: piccoli non si va da nessuna parte, bisogna crescere e guardare lontano. Compriamo in Europa per essere più internazionali e portare il modello Sant’Anna sugli scaffali della grande distribuzione europea“.

Il matrimonio fra Acqua Sant’Anna e Eau Neuve non è la prima operazione transnazionale che coinvolge il bene primario per eccellenza. Per fare un esempio San Pellegrino, fondata nel 1932 a San Pellegrino Terme in provincia di Bergamo, oggi fa parte del gruppo Nestlé con sede a Vevey, in Svizzera. Così come anche Acqua Panna, Levissima e molti altri marchi internazionali.