Il crollo del cantiere del supermercato a Firenze segna un picco nel bilancio delle vittime sul lavoro da inizio anno. Da molti è stata definita già una “strage” e i pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone hanno aperto un fascicolo in cui si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Il primo passo sarà fare chiarezza sulle cause del crollo e determinare così le responsabilità penali dell’accaduto.
Uno dei primi investigatori giunti al cantiere ha riferito che “non è stato un evento accidentale, non è possibile che una trave di quella portata possa spezzarsi in questo modo”. L’ipotesi della dinamica dell’incidente vede quindi la trave del quarto piano della struttura cedere e causare a cascata i crolli del pilone e dei solai degli altri piani. La trave è stata al centro dei primi sopralluoghi, mentre l’indagine ha iniziato a scavare nella complessa filiera di appalti e subappalti.
La dinamica del crollo nel cantiere: cosa è successo
Il primo sopralluogo è avvenuto d’urgenza, nella stessa mattinata dopo il crollo nel cantiere. Il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, ha passato due ore e mezza nella zona, ipotizzando il cedimento di una trave o un dente di pilone. Stando a quando ricostruito dagli agenti e dagli esperti, la dinamica più accreditata vede il cedimento di parte di una struttura portante (trave o dente di un pilone) che ha innescato una caduta a catena di altri tre solai: il primo ha trascinato giù i due sottostanti.
Il crollo è avvenuto nelle prime ore del giorno nel cantiere, quando a lavoro era presente una squadra di 8 operai di rientro dalla colazione.
Le cause del crollo: tra subappalti, operai e materiali scadenti
Anche se sulle dinamiche c’è ancora molto da chiarire, le cause dell’incidente hanno la priorità soprattutto alla luce dei decessi sul luogo di lavoro. Come ha ricostruito il Corriere fiorentino, parte della quadra è impegnata nella complessa ricostruzione della filiera di appalti e subappalti. Al cantiere del supermercato erano legate almeno 30 aziende in subappalto. Prima dell’incidente però ad accedere al cantiere sono state 61 ditte (dato comunicato all’Asl l’8 febbraio). A quelle ancora a lavoro nel cantiere, si aggiungono le aziende che hanno finito la loro parte nei lavori. Spuntano nomi di grosse realtà come Vangi, la Rdb di Pescara per i prefabbricati e tante piccole ditte individuali con titolari stranieri.
Anche sugli operai all’interno del cantiere di Firenze si è aperta un’indagine. La segnalazione è arrivata da parte di alcuni sindacati di settore, che hanno denunciato l’inquadramento degli lavoratori con contratti metalmeccanici e non del settore edile. “Questo significa che non hanno avuto quella formazione specifica che serve per lavorare in un cantiere edile”, ha spiegato Luca Vomero della Feneal Uil. Se fosse confermata tale ipotesi, il caso prenderebbe allargarsi fino a inglobare dinamiche omertose, dove per risparmiare si sceglie di utilizzare contratti che hanno un costo minore, mettendo a rischio gli operai stessi che fanno un lavoro pericoloso.
Infine c’è il problema dei materiali scadenti. Se la dinamica dell’incidente verrà confermata, l’attenzione delle indagini sulle cause del crollo si sposterà soprattutto sulla trave o il dente del pilone. Nel primo caso, per esempio, si tratta di un prodotto industriale che arriva già finito in cantiere. L’analisi della trave potrebbe portare alla luce l’utilizzo di un materiale scadente, anche in questo caso allo scopo di risparmiare. Secondo il segretario generale di Fillea Cgil Firenze, è difficile che la trave sia stata montata male ed è anzi presumibile che sia stata la stessa componente mal realizzata, forse mal progettata o composta da materiali scadenti. “Se così fosse, l’incidente non sarebbe legato a una carenza di sicurezza nel cantiere”, fa notare in conclusione.