Toti vicino alle dimissioni, via al totonomi per il successore: le probabili date per il voto

Il presidente della Liguria Giovanni Toti sembra che sia vicino alle dimissioni; secondo molti, lo farà entro la fine di luglio

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 22 Luglio 2024 08:59

I prossimi giorni saranno cruciali per il futuro della giunta di Giovanni Toti. Il presidente della Regione Liguria è stato posto nuovamente agli arresti domiciliari con l’accusa di finanziamento illecito riguardante spot elettorali e le voci di dimissioni si stanno facendo sempre più insistenti. Una decisione importante verrà probabilmente presa durante l’incontro tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il presidente agli arresti domiciliari, originariamente fissata per venerdì ma rinviata a causa della nuova ordinanza di custodia cautelare.

Dimissioni in arrivo? I probabili successori

Agli arresti domiciliari nella sua casa ad Ameglia dal 7 maggio scorso, per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si prospettano dieci giorni cruciali che potrebbero sconvolgere la scena politica della regione, con alcuni che affermano come le dimissioni del presidente della Regione siano imminenti; all’interno del centrodestra si ipotizza che potrebbero avvenire entro la fine di luglio, quindi tra una decina di giorni.

Dopo la nuova condanna ai domiciliari, la maggioranza di centrodestra sembra sempre meno incline a seguirlo. Quest’ultima sta serrando le file e organizzando le liste, partito per partito. A guidare la strategia politica è Ilaria Cavo, coordinatrice regionale del movimento di Toti in Liguria e parlamentare, che sembra stia lavorando alle candidature. Nella lista, secondo alcuni rumors, ci sarà il nome del candidato presidente, il cui profilo non è ancora noto. Anche se diversi pensano alla stessa Cavo come successore; una figura con un consenso molto forte sul territorio genovese, che tuttavia rischia di essere percepita troppo vicina al presidente arrestato.

Ma c’è anche l’assessore all’urbanistica Marco Scajola che sta emergendo come uno dei principali candidati per la presidenza. Scajola è al centro dell’attenzione da parte di diverse liste, attratte dal suo potenziale bacino di voti che garantirebbe alla coalizione un significativo supporto. Inoltre, la sua candidatura nella provincia di Imperia potrebbe garantire un effetto traino automatico per la legge elettorale, facilitando l’elezione dei suoi compagni di lista a Genova e Savona, che verrebbero quindi eletti più facilmente.

Anche la Lega è impegnata nella preparazione delle liste: la scorsa settimana, il leader Matteo Salvini ha incontrato i vertici del suo partito, inclusi il viceministro Edoardo Rixi, per iniziare a definire il quadro dei candidati.

A Genova 2mila in piazza per chiedere le dimissioni

Anche le opposizioni premono per le dimissioni. Nel giorno in cui a Giovanni Toti viene notificata una nuova misura di custodia cautelare ai domiciliari, l’opposizione scende con Elly Schlein insieme a Giuseppe Conte e ai leader di Sinistra Italiana e Alleanza Verdi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i quali hanno radunato a Genova oltre 2mila persone. Militanti e cittadini, radunati a pochi passi dal palazzo della Regione, hanno chiesto di “togliere la Liguria dai domiciliari a cui Toti la sta condannando”, come dichiarato dai “big” sul palco.

In piazza, i partecipanti hanno accompagnato la manifestazione con cori, applausi e striscioni, alcuni dei quali con messaggi chiari come: “La Regione Liguria è bloccata , il presidente Toti abbia il pudore di farsi da parte”.

Cosa succede se Toti si dimette

Se le dimissioni dovessero arrivare entro la fine di luglio, lo statuto della Regione prevede che nuove elezioni debbano svolgersi entro 90 giorni. Ciò avvierebbe un conto alla rovescia che potrebbe portare la Liguria alle urne già ad ottobre, prima delle elezioni in Emilia-Romagna e Umbria, fissate per il 17-18 novembre. Anche se alcuni politici suggeriscono che sarebbe logico accorpare le elezioni liguri a quelle delle altre due regioni, il governo potrebbe decidere di separarle, sfruttando lo statuto regionale, per evitare che le elezioni liguri, temute dall’attuale maggioranza, vengano influenzate dal possibile traino del centrosinistra.

Questa settimana si preannuncia cruciale e densa di eventi. Mercoledì il consiglio regionale voterà il bilancio di assestamento, un documento che già presenta difficoltà e che sarà sicuramente oggetto di scontro con le opposizioni riguardo ai capitoli in disavanzo e ai movimenti di risorse. Questo bilancio rappresenterà un banco di prova significativo, in particolare su temi critici come la Sanità. Il centrodestra è unanime su un punto: non si può arrivare a discutere il Bilancio 2025, che comporterebbe misure drastiche e impopolari, rischiando di compromettere la campagna elettorale se il voto fosse rinviato alla primavera.

Durante la seduta del consiglio regionale di mercoledì, che proseguirà giovedì e proseguirà ad oltranza, è previsto anche un ordine del giorno sul rigassificatore, un tema cruciale su cui la maggioranza è divisa. Toti ha inviato un messaggio di “avanti tutta” ai suoi, ma difficilmente lo seguiranno; FdI non si è esposta mentre Lega e Fi hanno preso le distanze dal progetto.

Aponte ascoltato dai pm: “Sapevamo dell’occupazione abusiva di Spinelli”

Intanto continuano le indagini sui casi di corruzione che da mesi agitano la Liguria. Gianluigi Aponte, patron di Msc e attualmente non indagato, sentito venerdì dagli inquirenti ha scagionato Toti e scarica le maggiori colpe su Aldo Spinelli, anche lui ai domiciliari.

“Seppi da Matteo Catani (amministratore delegato di Gnv, ndr) che Aldo Spinelli aveva occupato le aree del Carbonile. Non avevamo un dossier su di lui. Sicuramente non conoscevamo tutti i fatti che faceva Spinelli, ma eravamo al corrente della sua occupazione abusiva delle aree”, avrebbe affermato Aponte. L’armatore era finito nelle intercettazioni per un duro sfogo con l’allora presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini (anche lui ai domiciliari dopo oltre due mesi di carcere): “Qua vengo a sapere che praticamente la sua organizzazione ha deciso di dare ulteriori 14mila mq a Spinelli… se gli volete dare tutto il porto di Genova e noi stiamo a guardare ma insomma, la cosa comincia a diventare un po’ indecente…”.

Ma di fronte ai pm Aponte cerca di smorzare le polemiche e minimizzare la situazione. Spiega che il suo sfogo “nasceva dal fatto che Spinelli avesse ottenuto tantissime aree nel porto di Genova e noi malgrado avessimo fatto solo un’istanza ci veniva negata. La mia telefonata non era rivolta direttamente a Signorini, bensì ai suoi collaboratori”. Aponte chiarisce anche di aver incontrato più volte il governatore Toti per questioni relative al porto e afferma di non aver mai ricevuto richieste di finanziamento da parte di Toti, nonostante Msc abbia effettuato bonifici al comitato del presidente negli ultimi anni.