Allarme pasta e pane, raddoppiano i prezzi? Perché si teme l’aumento

Coldiretti lancia l'allarme sui rincari all'inizio della filiera, e ci sono motivi per pensare che questi si possano ripercuotere sui consumatori

Pubblicato: 13 Gennaio 2022 23:32

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Non è la prima volta che affrontiamo l’argomento caro prezzi, e purtroppo non sarà l’ultima in cui cerchiamo di capire in che modo l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia influirà sulla spesa e sulle tasche dei consumatori. Un nuovo allarme riguarda la pasta e il pane, immancabili sulla tavola di tutte le case italiane, che potrebbero subire una sensibile variazione di prezzo a causa di un rincaro al principio della filiera.

Ma perché i prezzi stanno inesorabilmente aumentando? Cerchiamo di scoprire cosa sta accadendo.

Allarme pasta e pane: raddoppiano i prezzi? I motivi dietro il rincaro

Coldiretti rileva che sono praticamente raddoppiati i costi delle semine per la produzione del grano per i rincari di oltre il 50% per il gasolio necessario alla lavorazione dei terreni. Sono aumentati anche i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari, ovvero insetticidi, acaricidi, erbicidi, nematocidi, fungicidi, fitoregolatori e repellenti, e dei fertilizzanti.

Per queste categorie di prodotti, sia naturali che di origine sintetica, i prezzi sono in alcuni casi triplicati, sempre a causa dei rincari del gasolio, che si ripercuotono sui costi dell’energia elettrica sostenuti dalle aziende produttrici.

Allarme pasta e pane: raddoppiano i costi per i produttori italiani

Nonostante questo, sottolinea ancora Coldiretti, il grano duro italiano è pagato meno agli agricoltori nazionali. Attualmente quello proveniente dall’estero è utilizzato per il 40% per la produzione della pasta, e questa percentuale potrebbe aumentare ulteriormente.

In molte etichette non è raro leggere che il prodotto è stato ottenuto con grano italiano al 100%, ma se i costi dovessero aumentare ulteriormente, sarà difficile per i grandi marchi rifornirsi esclusivamente di materie prime del nostro Paese.

Oggi l’Italia produce 3,8 milioni di tonnellate di grano, ed è al secondo posto tra le nazioni produttrici. Nonostante questo siamo anche i primi importatori, perché le industrie hanno sfruttato, soprattutto negli ultimi dieci anni, le basse quotazioni del prodotto estero. Uno smacco al Made in Italy, dunque, su cui pesa l’assenza di regolamentazioni volte a preservare il grano locale.

Allarme pasta e pane, raddoppiano i prezzi anche per i consumatori?

È possibile dunque ipotizzare che, nonostante l’aumento dei costi di produzione per gli agricoltori italiani, la pasta e il pane che troviamo al supermercato continueranno a costare come adesso. Ma potrebbe cambiare la materia prima, non più locale e a chilometro zero, ma importata da altri Paesi.

A cambiare potrebbe invece essere il prezzo dei prodotti al 100% Made in Italy. Quelli della pasta e del pane con l’etichetta tricolore potrebbero infatti subire rincari enormi, per compensare i sempre più alti costi di produzione derivati dagli aumenti dell’energia.

Ma attenzione ai prodotti venduti come totalmente italiani. Da quest’anno potrebbe cambiare l’etichetta della pasta e per i consumatori più attenti sarà davvero difficile trovare sulla confezione l’origine esatta del grano utilizzato.