Nel 1980 Milano è un luogo a parte rispetto alla metropoli di oggi e viaggia ancora anni luce distante dal ruolo centrale che attualmente ha sulla scena internazionale. Le opportunità di lavorare nel mondo della moda sono poche e rare, e i mostri sacri del settore – prevalentemente figli dell’haute couture – osservano sospettosi la galassia nascente dello streetwear. In quell’anno, che traghetta gli sfavillanti seventies verso “la Milano da bere”, nasce Francesco Ragazzi. Uno scenario del genere avrebbe scoraggiato i più, ma è proprio il suo spirito appassionato e combattivo che spinge questo giovane astro nascente del fashion design a non accontentarsi e a voler imporre la propria visione estetica anche al di fuori dell’Italia.
A Milano, Francesco non si è mai sentito a casa. È per questo che inizia a viaggiare, fin da giovanissimo, in ogni luogo d’Europa e del Nord America, dove ritrova – soprattutto in città come Los Angeles – una fonte di ispirazione e di nutrimento alla propria creatività. Anche se oggi Ragazzi è decisamente uno dei gladiatori più popolari nell’arena dello streetwear, in passato ha dovuto affrontare diverse sfide, professionali e personali. La sua prima ambizione era quella di trovare lavoro come assistente fotografo, ma in quel periodo non vi erano grandi opportunità concrete. Così inizia uno stage nell’ufficio stampa di Moncler, inserendosi in un contesto che finirà per cambiargli la vita per sempre. Si trovava nel posto giusto al momento giusto: Moncler infatti stava vivendo in quegli anni un periodo di grande ascesa, una crescita che si è mossa di pari passo con la carriera di Francesco e gli ha permesso di fare un salto grande, quasi irripetibile, passando in pochi anni dal ruolo di stagista a quello di direttore creativo.
In questo episodio di JUMP. Il grande salto, il nuovo podcast in esclusiva su QF Lifestyle, scopriamo la storia di Francesco Ragazzi e della sua carriera nella mondo della moda streetware.