Quanto costa ora il mutuo: la simulazione dopo il taglio dei tassi Bce

Con i tagli dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea si ipotizza un calo del costo delle rate del mutui: la guida per capire quale conviene

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La Banca Centrale Europea (Bce) ha annunciato nei giorni scorsi la tanto attesa (e promessa) riduzione dei tassi di interesse di 25 punti base. Questa decisione, che entrerà in vigore il 12 giugno, è stata anticipata dal mercato, con l’Euribor a un mese che è sceso dal 3,85% al 3,68% tra il 6 maggio e il 5 giugno.

La diminuzione dei tassi di interesse comporterà una riduzione delle rate mensili per i mutui variabili, il cui costo è direttamente influenzato dall’Euribor.

La Bce sta continuando a monitorare attentamente l’inflazione, con proiezioni che indicano un aumento dei prezzi al consumo per il 2024 e il 2025. La Banca Centrale è però cauta nelle sue prossime mosse, suggerendo che ulteriori tagli potrebbero essere lenti e graduali.

Fissi o variabili: qual è la scelta migliore?

Secondo i dati forniti dal portale MutuiOnline, i mutui a tasso fisso continuano a essere più convenienti rispetto ai variabili. Un esempio pratico mostra che un mutuo di 100.000 euro a 20 anni, con un tasso variabile, vedrà una riduzione della rata da 632 euro a 619 euro dopo il taglio dei tassi. La migliore offerta a tasso fisso propone una rata di 537 euro per i giovani con l’offerta green, e di 550 euro per altre offerte, risparmiando così 69 euro al mese rispetto al tasso variabile.

Per una famiglia con un mutuo di 250.000 euro a 30 anni, la rata scenderà da 1.265 euro a 1.228 euro, mentre la migliore offerta a tasso fisso è di 998 euro, che consente di risparmiare ben 267 euro al mese.

Questo scenario evidenzia come il tasso fisso rimanga una scelta preferita, con il 98,6% delle richieste di mutuo nei primi mesi del 2024 orientate verso questa opzione.

La convenienza dei mutui green

I mutui green a tasso fisso stanno guadagnando popolarità grazie alla loro convenienza, rappresentando il 30% delle richieste nei primi cinque mesi del 2024. La differenza media tra un mutuo green e uno standard a tasso fisso è di circa 40 punti base, mentre per i variabili la differenza si aggira intorno ai 50 punti base.

Differenze tra fissi e variabili

La distanza tra i tassi fissi e variabili rimane significativa. A fine maggio, i mutui a 20 e 30 anni avevano un tasso variabile medio del 5,24%, mentre il tasso fisso medio era del 3,15%. La differenza è ancora più marcata tra le migliori offerte, con i tassi fissi al 2,59% e i variabili al 4,65%. Questo ha portato la quasi totalità delle richieste di mutuo a orientarsi verso il tasso fisso.

Incremento degli importi medi richiesti

Le richieste di mutuo per importi superiori ai 150.000 euro sono aumentate, passando dal 27,4% al 31,7% rispetto al 2023. Le regioni con le richieste di mutuo più elevate sono il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e il Lazio, mentre Calabria, Molise e Sicilia registrano le richieste più basse.

Riduzione del costo del denaro e impatto sui mutui

La recente riduzione del tasso di interesse da parte della Bce comporterà un risparmio di circa 20 euro al mese per un mutuo standard di 150.000 euro con durata di 20 anni, e di oltre 40 euro al mese per mutui con durata di 30 anni. Questo taglio ovviamente non andrà a compensare completamente l’aumento dei tassi subito negli ultimi due anni.