Lusso e moda non si fermano nonostante i dazi, gli investimenti reggono

Il mercato del lusso è ancora attraente per gli investitori, nonostante dazi, rischi geopolitici e lievi cali: il report Deloitte 2025

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Il settore del Fashion & Luxury continua ad attrarre l’attenzione degli investitori, nonostante un contesto macroeconomico e geopolitico incerto e l’impatto negativo dei dazi di Trump.

È quanto emerge dal report di Deloitte intitolato “Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2025”, presentata a Milano. Lo studio è stato condotto a livello globale su un panel di 60 investitori di private equity e oltre 114 aziende operanti in vari settori.

Fashion & Luxury attraente per gli investitori

Secondo l’analisi, 9 investitori su 10 continueranno a puntare sul comparto, pur riconoscendo che l’80% considera i dazi una minaccia significativa per il mercato, in particolare per Nord America, Europa e Asia.

Il mercato delle operazioni di fusione e acquisizione ha segnato un rallentamento. Nel 2024 sono stati registrati 333 deal a livello globale, 25 in meno rispetto all’anno precedente, mentre nel primo semestre del 2025 le operazioni si sono fermate a 162 (-14% sul 2024).

I settori più penalizzati sono stati Apparel & Accessories e Luxury Cars, mentre hanno mostrato una certa resilienza Cosmetics & Fragrances e Furniture. Geograficamente, cali significativi si sono registrati in Apac (Asia-Pacifico) e Nord America, mentre l’Europa è cresciuta. Aumenta l’interesse verso operazioni di medie dimensioni, con valori medi di circa 260 milioni di euro.

Prima il boom, poi il rallentamento

Dopo il boom post-Covid, il comparto del lusso ha visto un rallentamento: nel 2024 vendite in calo del 2% e marginalità ridotta del 2,1%, con la contrazione più marcata nel settore delle auto di lusso. Più resiliente invece il segmento dei Personal Luxury Goods (abbigliamento, accessori, gioielli, cosmetici e profumi).

Il commento di Federico Bazzani, partner di Deloitte Advisory:

Le recenti dinamiche macroeconomiche hanno generato incertezza e complessità per le aziende del lusso causando un impatto negativo sia sulle vendite che sulla marginalità. La decrescita rimane fortemente influenzata dal mercato cinese, nonostante Middle East e India attirino sempre più l’interesse degli investitori. Per le aziende del comparto sarà quindi fondamentale identificare nuove strategie di posizionamento e differenziazione per recuperare il calo dei volumi e riattivare i canali distributivi.

Cosmetica, accessori e arredamento

Secondo Deloitte, il 92% dei fondi valuta operazioni nel settore, anche se con maggiore prudenza. Le aree di interesse principali sono:

  • cosmetica e profumi (25%);
  • manifatturiero di abbigliamento e accessori (24%);
  • retail di abbigliamento e accessori (14%);
  • arredamento (11%).

Il focus è sulle aziende di medie dimensioni, considerate più adatte a processi di consolidamento e diversificazione.

Il punto di Michele Gismondi, partner di Deloitte Advisory:

Il comparto del design e dell’arredo continua a dimostrare una significativa tenuta, nonostante le complessità che le aziende europee incontrano nell’operare sul mercato statunitense, e l’attuale fase di contenimento in Cina. In questo contesto, i segmenti dell’arredo e dell’illuminazione emergono come aree di interesse per gli investitori finanziari, in particolare per le realtà caratterizzate da solidi livelli di redditività, forte posizionamento competitivo e prospettive legate ai processi di consolidamento, tanto sul versante dei brand quanto su quello della filiera dei fornitori.

Cina frena, crescono Medio Oriente e India

Il mercato cinese, tradizionalmente trainante per il lusso, ha subito una frenata che ha pesato su vendite e redditività. In compenso, Medio Oriente e India attirano crescente attenzione da parte degli investitori, mentre in Europa si consolida il ruolo strategico del comparto design e arredamento, che mostra resilienza nonostante le difficoltà in Cina e negli Stati Uniti.

Intelligenza artificiale e sostenibilità

Gli investitori guardano con crescente interesse alle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Le aree più coinvolte sono:

  • customer experience (28%);
  • marketing e vendite (24%);
  • sicurezza (19%);
  • supply chain (13%).

Parallelamente, la sostenibilità si conferma un fattore centrale, soprattutto nei settori cosmetici e fragranze, più avanzati in termini di innovazione Esg (Environmental, Social, and Governance ovvero Ambientale, Sociale e di Governance).

Infine, l’Europa rimane l’area geografica con il maggior potenziale di crescita per il 75% degli investitori intervistati, di gran lunga davanti al Nord America (23%).