L’azienda multinazionale tedesca Bosch venderà le attività italiane della sua controllata Edim, concentrate soprattutto nel Nord Italia. L’azienda sta cercando un compratore, ma questo non impedirà i 160 esuberi previsti, come hanno annunciato i sindacati dopo una riunione della direzione aziendale di Edim stessa.
Edim si occupa soprattutto della produzione e della lavorazione di alluminio pressofuso. Occupa in tutto 360 persone, quindi gli esuberi annunciati da Bosch colpiranno quasi un dipendente dell’azienda su due. La decisione di vendere la fabbrica è legata anche alla crisi di Bosch, derivata dal rallentamento del mercato dell’auto.
Bosch vende gli stabilimenti italiani di Edim
Due impianti nel Nord Italia rischiano di subire il licenziamento di una parte consistente dei propri dipendenti. Si tratta delle fonderie di Edim, azienda specializzata nella produzione e nella lavorazione dell’alluminio pressofuso. In tutto si tratta di 160 dipendenti, 120 a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza, e 40 a Quero, in provincia di Belluno.
L’annuncio degli esuberi arriva dai sindacati, che hanno partecipato a una riunione della direzione aziendale di Edim, tenutasi in mattinata in Assolombarda. Edim è parte del gruppo della multinazionale tedesca Bosch, che sta passando un periodo di crisi dovuto ai suoi stretti legami con il settore automobilistico. La società con sede in Italia non fa parte del core business di Bosch e quindi il gruppo vuole venderla perché non la ritiene fondamentale.
Bosch ha annunciato nelle scorse settimane circa 7mila licenziamenti e potrebbero non essere gli ultimi secondo l’amministratore delegato Stefan Harung. Bosch fornisce soprattutto l’industria automobilistica, che è a sua volta in un periodo molto complicato in Europa. La transizione energetica sta mettendo in difficoltà i grandi gruppi europei, come Stellantis e Volkswagen, al punto che il gruppo tedesco sta iniziando a chiudere stabilimenti come quello Audi di Bruxelles.
Le reazioni dei sindacati
A comunicare l’imminente licenziamento di 160 persone sono stati i sindacati, che hanno anche commentato duramente la scelta di Bosch: “Riteniamo inaccettabile che si ricorra alla soluzione degli esuberi, con gravi ripercussioni sui lavoratori, sulle loro famiglie e sull’intero tessuto sociale” hanno dichiarato Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil.
“La direzione aziendale ha giustificato la propria decisione con motivazioni legate a presunte difficoltà economiche e con il fatto che le attività svolte in Edim non hanno mai fatto parte del ‘core business’ del gruppo Bosch e che, in una situazione di crisi, si preferisce metterle sul mercato” hanno spiegato le sigle.
“È una scelta miope e priva di visione a lungo termine chiediamo al gruppo Bosch di ritirare un simile disegno e di fare gli investimenti necessari per rilanciare la Edim e di aprire un confronto che coinvolga anche le istituzioni, a partire dalle Regioni Lombardia e Veneto, per arrivare al governo con i ministeri interessati. “Nei prossimi giorni sono in programma le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori e si valuterà l’adozione di iniziative di mobilitazione per difendere il lavoro e l’occupazione” hanno concluso le sigle.