L’editoria italiana è da tempo ormai affaticata dall’avanzata del digitale, che ha smaterializzato l’oggetto libro, e da una mole incredibile di titoli: pochi quelli davvero buoni dal punto di vista letterario, ma magari efficaci a livello di vendite perché spinti da un marketing furbo. Però, c’è un comparto che tra i libri cresce, e lo fa con numeri davvero interessanti: il fumetto.
Oggi più di 1 libro su 10 venduto nelle librerie fisiche e online e nei supermercati è un fumetto (11,1%). Nel 2022 sono state vendute nei canali trade – librerie fisiche e online e grande distribuzione – ben 11 milioni e 505mila copie di fumetti, in crescita dello 0,4% sull’anno precedente e del 260,5% rispetto al 2019.
Il mercato oggi vale oltre 107,87 milioni di euro in termini di vendite a prezzo di copertina. Di questi, il 58,1% sono manga, il 28,4% graphic novel e comic strip, il 13,5% titoli per bambini e ragazzi. In termini assoluti, i manga valgono 62 milioni e 642mila di euro (+7,6% sul 2021), graphic novel e comic strip 30 milioni e 617mila (+3,8% sul 2021), bambini e ragazzi 14 milioni e 611mila (+26%).
Il valore delle vendite a prezzo di copertina è triplicato (+196%) rispetto al 2019. Solo in Italia sono oltre 10,2 milioni i lettori di fumetti (dati 2022), in crescita del 17,2% rispetto all’anno precedente, e rappresentano il 23% della popolazione tra i 15 e i 74 anni.
Come ha spiegato Emanuele Di Giorgi, responsabile Commissione Comics & Graphic novels dell’Associazione italiana editori, “da una parte questo tipo di narrazione è entrata nella dieta culturale dei lettori forti italiani, anche grazie all’importante lavoro di proposta avviato dalle librerie, superando quella residua resistenza culturale che ancora vedeva nel fumetto un genere basso, non letterario. Dall’altro lato, un’offerta editoriale sempre più varia e articolata ha portato nelle librerie un nuovo pubblico, con un importante effetto a cascata anche sugli altri generi. Non è esagerato dire che il fumetto è uno dei fattori che più ha rivitalizzato il panorama editoriale italiano negli ultimi anni, con effetti benefici su tutta la filiera”.
Un successo confermato dai numeri di eventi dedicati ai fumetti e ai manga, da Lucca Comics a Torino Comics. E proprio nella città della Mole, al Lingotto, si svolge questo weekend, da sabato 12 a lunedì 14 aprile, l’edizione numero 30 di Torino Comics. Ospite d’onore internazionale l’attore britannico Peter Gadiot, interprete del personaggio di Shanks nella celebre serie tv “One Piece”. Ospite d’onore italiano invece Claudio Castellini, veterano del fumetto internazionale e autore del manifesto ufficiale di quest’anno: esordio in Bonelli con i disegni di Dylan Dog e subito dopo Nathan Never, poi il successo nel ’93 quando diventa il primo autore italiano a lavorare per la Marvel USA dall’Italia.
“A Torino Comics festeggiamo anche i 50 anni di Lupo Alberto, con il suo autore Silver, e Akira Toriyama, l’autore di “Dragon Ball” scomparso a soli 68 anni alcune settimane fa – spiegano a QuiFinanza gli organizzatori dell’evento. “Una chicca? A Torino Comics nasce anche il premio “Onda sonora” per il miglior doppiaggio di videogiochi, promosso da Voci Animate e Videogiochitalia.it”.
Com’è cambiato Torino Comics in questi 30 anni?
Nato nel 1994 da un’idea di Vittorio Pavesio e inizialmente ospitato a Torino Esposizioni, dal 2004 Torino Comics si svolge a Lingotto Fiere, luogo che ha permesso di ampliarne l’offerta e le attività, consolidandolo come uno dei più importanti a livello nazionale. Dal 2015 l’evento è organizzato da GL events e Just For Fun, che si prefiggono l’obiettivo di comunicare attraverso l’arte e il gioco messaggi e valori importanti di inclusione, accessibilità e sostenibilità. In quest’ottica vengono sviluppate nuove aree tematiche come videogames, Kpop, musica, cinema, creator e fumetto erotico, e attivate importanti partnership con realtà come la CPD-Consulta per le persone in difficoltà e la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
Quali sono stati i cambiamenti più significativi a livello di mercato del fumetto e di presenze degli editori?
Negli ultimi anni sono aumentati gli spazi dedicati alle attività: laboratori per bambini, concerti e saggi con le scuole di musica, giochi e videogiochi, e tanto altro. Dal punto di vista degli stand, dopo la pandemia sono diminuiti gli spazi delle librerie e delle fumetterie indipendenti, mentre si è rafforzata la presenza delle case editrici, sia new entry sia ritorni dopo anni di assenza.
Questo cosa significa a livello più generale?
Il trend degli ultimi anni è la crescita esponenziale del mercato dei manga, e lo vediamo anche all’interno della fiera. Questo va a discapito del fumetto occidentale, che invece sta vivendo un periodo di relativa crisi, salvo casi particolari legati però a singoli autori. Negli ultimi anni hanno chiuso tantissime fumetterie e librerie, perché il fumetto, e in particolare il manga, ha conquistato molto spazio nei negozi di grandi catene, come Feltrinelli e Mondadori. Lo stesso discorso vale per il mercato editoriale, con i grandi gruppi editoriali che stanno acquisendo le piccole case editrici del fumetto.
Proiezioni e progetti futuri?
La direzione è quella presa negli ultimi anni: il nostro obiettivo è comunicare il messaggio che il fumetto e il gioco possono essere degli strumenti di inclusione e coesione. Vogliamo rendere la fiera sempre più inclusiva e accessibile a tutti, facendo informazione e sensibilizzazione su temi come la disabilità, il bullismo, la sessualità. Vanno in questa direzione le partnership con la Consulta per le persone in difficoltà e la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, l’allestimento della Zona Rossa dedicata al fumetto erotico della sessualità, con la partnerhip con ThisUnique e Mysecretcase. Per l’edizione di dicembre 2024 stiamo inoltre pensando a uno sviluppo dell’area videogames con una serie di incontri tematici e di attività che cercano di approfondire ulteriormente questi temi.