Passo in avanti dell’Europa in merito alla direttiva sul diritto alla riparazione, nota anche come R2R (Right-to-Repair). Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio riguardo la riparazione dei prodotti rotti o difettosi.
Diritto alla riparazione: Ue fa un passo avanti
L’obiettivo degli organi comunitari è spezzare quel circolo vizioso che vede i consumatori comprare oggetti di varia natura per poi gettarli via pochi anni dopo perché uno dei componenti si è danneggiato. Il comportamento è giustificato dal fatto che, una volta scaduta la garanzia, gli alti oneri di riparazione rendono spesso più conveniente gettare e ricomprare piuttosto che portare in assistenza e far aggiustare.
L’Europa viaggia su due binari: da una parte si punta a salvaguardare le tasche dei cittadini e dall’altra si vuole alleggerire il peso dei rifiuti tecnologici sull’ambiente. Ma l’Europa intende anche eliminare la pratica dell’obsolescenza programmata, quella strategia commerciale volta a prestabilire il ciclo vitale di un oggetto tecnologico al momento della sua creazione.
Diritto alla riparazione e reperibilità dei ricambi
La legislazione verso la quale tende l’Europa renderà più semplice per i consumatori richiedere la riparazione, che diverrà più rapida, accessibile e trasparente. La riforma verrà applicata a una generalità di prodotti che adotteranno i requisiti previsti dal diritto comunitario.
Il primo step sarà stabilire per i produttori l’obbligo di riparazione per quei beni che rispettano i requisiti. Previsto poi un modulo europeo per fornire ai consumatori le informazioni fondamentali sul servizio di riparazione. Le varie piattaforme di riparazione nazionali verranno uniformate e confluiranno in un’unica piattaforma digitale europea.
Andando sul concreto, per la vendita di prodotti tecnologici di largo consumo come smartphone, lavastoviglie, lavatrici e frigoriferi, i consumatori potranno avere accesso a un modulo europeo di informazioni sulla riparazione, contenente tutti gli avvisi del caso in merito alle condizioni di riparazione con tempi e prezzi.
Dopo la riparazione di un prodotto, il venditore ne sarà responsabile per un periodo di 12 mesi a patto, naturalmente, che il consumatore ne faccia un corretto utilizzo. Si tratta di un periodo decisamente inferiore rispetto ai 5-10 anni inizialmente ipotizzati dalle prime versioni della direttiva sul diritto alla riparazione.
I produttori saranno obbligati a fornire informazioni sui pezzi di ricambio sul loro sito web. L’accesso ai ricambi dovrà avvenire a un prezzo ragionevole e verrà garantito anche ai riparatori indipendenti.
L’Europa si impegna a eliminare eventuali vincoli che limitino il riuso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D.
Prevista poi una piattaforma online europea per agevolare l‘incontro fra consumatori e riparatori.
In ogni caso il consumatore manterrà il diritto di scegliere fra la riparazione del prodotto e la sostituzione, sia in caso di rottura che di acquisto difettoso.
Quando entra in vigore la nuova direttiva europea
La bozza dell’accordo c’è: il testo verrà prossimamente approvato in via ufficiale dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale europea, i Paesi dell’Unione saranno chiamati a recepire la direttiva, trasformandola in legge entro i termini che verranno fissati dall’Europa. Non si parla di settimane, dunque, ma di mesi o addirittura di alcuni anni.