PostePay: le 5 truffe più comuni

Dalla clonazione alla sottrazione di dati, fino alle finte compravendite tramite sms: ecco quali sono le truffe più comuni di cui la PostePay può essere vittima

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

PostePay è la carta prepagata di Poste Italiane, ed è un sistema di pagamento largamente utilizzato in Italia. Tuttavia, non è immune alle truffe. E anche se, in quanto prepagata, il “danno” è minore rispetto a quello causato da una carta di credito tradizionale, è bene sapere a quali potenziali rischi si può andare incontro, per difendersi e per tutelarsi.

Postepay, truffe

Quattro sono le truffe più comuni di cui i possessori di PostePay possono essere vittime:

  • la clonazione della carta
  • l’effettuazione di ricariche indesiderate e non richieste
  • i pagamenti per acquisti effettuati online, e mai arrivati a destinazione
  • il phishing

Nei primi due casi, la PostePay è vittima di un attacco da parte di criminali informatici, che la clonano e/o la utilizzano per effettuare pagamenti e per ricaricare altre carte oppure numeri di cellulare. Si tratta di casi di “hacking”: i truffatori acquisiscono i dati relativi alla carta di un determinato utente, e utilizzano il denaro presente per i loro scopi. In caso si sia vittima di una truffa di questo tipo, bisogna sporgere denuncia alla Polizia Postale e ai Carabinieri, è possibile usufruire della procedura “chargeback”: entro 60 giorni dalla ricezione dell’estratto conto in cui si evidenziano pagamenti non autorizzati, si invia mediante raccomandata alla società che ha emesso la carta una contestazione scritta, con la fotocopia della propria carta PostePay, le documentazioni contabili e copia della denuncia. Dopo aver effettuato le verifiche del caso, la società emetterà il rimborso.

Se nel caso di oggetti acquistati e mai venduti un risarcimento è difficile, per prevenire il phishing è necessario utilizzare prudenza e accortezza: Poste Italiane non invia mai mail ai propri clienti, invitandoli a fornire dati personali o codici di accesso. In caso si ricevesse una mail di questo tipo, è sicuramente una truffa volta a rubare i codici della propria PostePay: non cliccate su nessun link, e non fornite mai alcun dato né codice. È l’unico modo per difendersi.

C’è poi un tipo di truffa che, ultimamente, sta andando per la maggiore. A correre il rischio sono gli utenti che mettono in vendita i propri oggetti sui portali adibiti alla compra-vendita tra privati. A distanza di pochissimo dalla pubblicazione dell’annuncio, si viene contattati da una persona interessata ad acquistare il proprio bene, che chiede il numero di cellulare. Dopo tutta una serie di trattative via sms o WhatsApp, si scopre che il “compratore” risiede in Costa d’Avorio, e si viene invitati a mandare la fotocopia della propria carta d’identità e della propria carta PostePay. Nel malaugurato caso in cui decida di chiudere la vendita, il venditore inizia a ricevere mail da una fantomatica banca straniera che, per una legge della Costa d’Avorio, lo esortano a pagare un certa somma spacciata per tassa, affinché il pagamento da parte dell’acquirente possa venire sbloccato. Anche in questo caso, l’unica arma di difesa è la prudenza: mai acconsentire a compravendite sospette, e ricordarsi sempre che nessuna banca manda mail di questo tipo.

Postepay bloccata, non fidarsi

Una truffa particolarmente insidiosa vede i malintenzionati mascherarsi da “difensori”. Nello specifico giungono sms firmati PosteInfo, che indicato all’utente come, per motivi di sicurezza, la sua carta stia per essere bloccata.

“PosteInfo: per motivi di sicurezza la sua carta sta per essere bloccata, verifica ora al seguente link”.

Si lancia dunque un allarme, lasciando intendere di operare per conto dell’assistenza di Poste. Qualcuno ha compromesso il proprio conto e, dunque, si corre il rischio di vederlo bloccato. Un enorme danno per chi sfrutta la carta per numerose operazioni, come ad esempio l’accredito della pensione o dello stipendio.

L’unico obiettivo è quello di far cliccare la persona contattata sul link proposto. Questo conduce a un sito che somiglia in tutto e per tutto a quello di Poste, a prima vista almeno, ma non lo è. Effettuare l’accesso lì corrisponde al fornire i propri dati a dei criminali, che provvederanno poi a introdursi nel conto e ripulirlo.