Oceani e mari della terra sono contaminati dalla plastica, uno dei materiali più diffusi al mondo.
Il pianeta è ricoperto per circa il 71% da acqua, sia essa salata o dolce. Fiumi, torrenti, mari e oceani si espandono per chilometri e sono diffusi – anche se in maniera diversa – su tutta la superficie terrestre. Ma l’acqua rappresenta anche una delle condizioni indispensabili per lo sviluppo e per il sostentamento di tutte le forme di vita. È una fonte preziosa che deve essere tutelata da possibili minacce. Una di queste è la plastica, un materiale prodotto dall’uomo in enormi quantità e che sta letteralmente invadendo non solo la superficie terreste, ma anche i mari.
Non sempre è facile riciclarla (come nel caso delle cannucce) e spesso finisce negli oceani e nei mari mettendo a repentaglio la fauna marina, ma anche la stessa salute dell’uomo. Le microplastiche infatti sono state ritrovate anche in alcuni alimenti di uso quotidiano, come ad esempio il sale, e se ingerite a lungo possono provocare danni seri.
Quanta plastica è contenuta nei mari
Le stime parlano di 5.250 miliardi di detriti di plastica che galleggiano o che sono depositati sui fondali, pari a circa 268.940 tonnellate. Una condizione questa, che riguarda tutti gli oceani anche se il primato di “oceano più inquinato” spetta al Pacifico con 2.481 miliardi di detriti (pari a 117.420 tonnellate). La situazione tuttavia ha assunto tratti un pò “inquietanti” in quanto le correnti hanno dato vita a un’isola di plastica a largo degli States che presenta una superficie nettamente superiore a quella della Francia. L’Oceano Pacifico non è il solo ad essere inquinato da materiale plastico ed è infatti seguito da:
- l’Oceano Indiano con 1.300 miliardi di detriti;
- l’Oceano Atlantico con 1.227 miliardi di detriti;
- l’Oceano Mediterraneo con 247 miliardi di detriti.
Non è da meno la situazione dei mari europei: anche in questo caso infatti, le acque sono inquinate a causa della consistente presenza di materiale plastico che ammonta all’80%. Di questo, il 49% rappresenta la plastica monouso, il 27% consiste in rifiuti della pesca e il 6% è “altra plastica”, ma ugualmente dannosa. Resta fuori solo un 18% che non è plastica.
Combattere l’inquinamento da plastica: aziende e città abbracciano la sostenibilità
Considerati i danni a lungo termine causati da questo materiale, sempre più aziende e città si stanno mobilitando per cercare forme alternative al suo utilizzo. Ad esempio New York dal 1° gennaio 2019, ha vietato l’utilizzo di contenitori realizzati in polistirolo e schiuma ad uso alimentare. Il problema dell’inquinamento da plastica nei mari è quindi sempre più evidente, con enormi quantità di detriti che minacciano la vita marina e l’ecosistema globale.
L’isola di plastica nel Pacifico, con una superficie simile a quella della Francia, è solo uno dei segni più visibili di questo disastro ambientale. Anche i mari europei non sono esenti da questa minaccia, con l’80% delle acque contaminate da plastica. Tuttavia, ci sono segnali di cambiamento positivo, con città e aziende che stanno adottando politiche più sostenibili per ridurre l’uso della plastica monouso. Iniziative come il divieto di contenitori in polistirolo a New York dimostrano che un cambiamento è possibile e necessario per proteggere il nostro pianeta.