Riciclo imballaggi, nel 2023 l’Italia ha riciclato 10,5 milioni di tonnellate di rifiuti

La percentuale dei rifiuti di imballaggio prodotti nel Paese che sono stati avviati a riciclo raggiunge il 75,3%, già superati gli obiettivi europei al 2030

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 9 Luglio 2024 17:06

L’Italia continua ad eccellere nel riciclo degli imballaggi, raggiungendo un nuovo traguardo nel 2023: il 75,3% dei rifiuti di imballaggio prodotti nel Paese sono stati avviati a riciclo. Si tratta di un dato in netta crescita rispetto al 71% del 2022, che posiziona l’Italia tra i migliori in Europa in questo ambito.

In totale, sono state riciclate 10 milioni e 470mila tonnellate di rifiuti di imballaggio, su un totale di 13 milioni e 899mila tonnellate immesse al consumo. Un risultato reso possibile grazie all’impegno congiunto di Consorzi, Comuni, cittadini e imprese, ma anche grazie alla riduzione dei pack immessi al consumo in Italia.

Tra i materiali più riciclati troviamo:

  • Acciaio: 418mila tonnellate
  • Alluminio: 59mila tonnellate
  • Carta: 4 milioni e 674mila tonnellate
  • Legno: 2 milioni e 164mila tonnellate
  • Plastica (tradizionale e bioplastica): 1 milione e 599mila tonnellate
  • Vetro: 2 milioni e 46mila tonnellate

L’Italia si conferma dunque un Paese all’avanguardia nella gestione dei rifiuti di imballaggio, dimostrando un impegno concreto nella tutela dell’ambiente e nella promozione dell’economia circolare. Un modello da seguire per gli altri Paesi europei.

Riciclo imballaggi: l’Italia vola oltre il 75%, superando i target Ue al 2030

Crescono i numeri del riciclo imballaggi in Italia, confermando il settore come elemento strategico per l’economia circolare nazionale. I dati del 2023 mostrano un balzo in avanti significativo, con un 75,3% di rifiuti di imballaggio avviati a riciclo, superando addirittura i target Ue previsti al 2030. Un risultato eccezionale, ottenuto nonostante un contesto economico complesso per le imprese italiane.

“Numeri incoraggianti”, commenta la direttrice generale Conai Simona Fontana. “Le quantità di materia riciclata sono in aumento, a dimostrazione dell’impegno del settore per la sostenibilità e l’economia circolare. Un traguardo che ci rende orgogliosi e che ci spinge a fare sempre di più per migliorare le nostre performance”.

Il successo del 2023 è dovuto a due fattori principali:

  • Aumento dei quantitativi di rifiuti di imballaggio riciclati: grazie a un sistema di raccolta efficiente e a una maggiore consapevolezza dei cittadini, è cresciuta la quantità di imballaggi avviati al riciclo;
  • Riduzione degli imballaggi immessi sul mercato: nel 2023, le imprese hanno fatto ricorso alle scorte di imballaggi e prodotti imballati accumulate nel 2022, determinando una riduzione temporanea degli immessi sul mercato.

“Questo sfasamento temporale tra produzione, utilizzo e smaltimento degli imballaggi – sottolinea Fontana – ha avuto un effetto positivo sul dato di riciclo, che però non deve farci abbassare la guardia. L’impegno per il riciclo e la riduzione degli imballaggi deve essere costante per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi in termini di sostenibilità ambientale”.

Dettaglio del riciclo degli imballaggi e successo del recupero energetico nel 2023

Nel dettaglio, nel 2023 l’Italia ha riciclato 418 mila tonnellate di acciaio, 59 mila di alluminio, 4 milioni e 674 mila di carta, 2 milioni e 164 mila di legno, 1 milione e 55 mila di plastica tradizionale, circa 44 mila di bioplastica compostabile e 2 milioni e 46 mila di vetro.

Se alle cifre del riciclo si aggiungono quelle del recupero energetico – l’uso dei rifiuti di imballaggio come combustibile alternativo per produrre energia – il totale di imballaggi recuperati e non finiti in discarica arriva a 11 milioni e 804 mila tonnellate, ossia l’85% degli imballaggi immessi al consumo.

Questi risultati sono stati resi possibili grazie al lavoro di Conai e del sistema consortile, in collaborazione con i Comuni italiani tramite l’accordo nazionale con Anci e i Consorzi di filiera.

Nel 2023, 7.242 Comuni hanno stipulato almeno una convenzione con il sistema consortile, coprendo il 96% della popolazione italiana. Inoltre, oltre 15 milioni di abitanti del Centro-Sud sono stati coinvolti in progetti territoriali speciali volti a incrementare la raccolta per il riciclo nelle aree ancora in ritardo.

Conai, 696 milioni di euro ai comuni per la gestione dei rifiuti di imballaggio nel 2023

Sono 696 i milioni di euro che Conai ha versato ai Comuni italiani nel 2023 per coprire i costi di ritiro e gestione dei rifiuti di imballaggio. Si tratta di risorse che provengono dalle imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi, che in questo modo si fanno carico dei costi da sostenere per il fine vita degli imballaggi che immettono sul mercato.

I risultati del 2023, con il 75,3% dei rifiuti di imballaggio avviati a riciclo, collocano l’Italia in una posizione solida nel panorama europeo. Un traguardo importante che conferma l’impegno del Paese nella tutela dell’ambiente e nella promozione di modelli di consumo sostenibili.

Riciclo imballaggi, Italia leader in Europa, ma non è tempo di fermarsi

L’Italia, come abbiamo appena detto, si conferma leader in Europa per il riciclo degli imballaggi, superando ampiamente gli obiettivi Ue al 2030. Un traguardo importante, ma che non deve far abbassare la guardia.

“Gli obiettivi di riciclo complessivi fissati dall’Unione Europea al 2030, che vedono ogni Stato membro tenuto a riciclare almeno il 70% dei propri rifiuti di imballaggio, sono già stati ampiamente superati dall’Italia”, spiega la direttrice Conai, Simona Fontana. “Secondo i dati Eurostat, il nostro Paese si posiziona al primo posto per il riciclo pro-capite di imballaggi, in un testa a testa con la Germania e staccando nettamente il Lussemburgo. Non a caso, la Commissione Europea ha inserito l’Italia tra i nove Paesi non a rischio per il raggiungimento degli obiettivi di riciclo nella sua relazione di segnalazione preventiva sull’attuazione delle Direttive sui rifiuti”.

Tuttavia, non è tempo di fermarsi. Il nuovo Regolamento europeo richiederà infatti tassi di intercettazione degli imballaggi ancora più elevati. “Dobbiamo continuare a lavorare”, sottolinea Fontana, “per aumentare la quantità e la qualità della raccolta differenziata degli imballaggi, anche attraverso lo strumento delle raccolte selettive, dove opportune. Per migliorare ancora di più saranno importanti le innovazioni a monte, nella progettazione di imballaggi sempre più riciclabili e rigenerabili, e a valle, nelle tecnologie di riciclo in grado di recuperare materiale dalle frazioni oggi ancora più difficili da riciclare”.

L’obiettivo è quello di far sì che sempre più materiali possano rientrare in un flusso sostenibile e circolare. “Non solo i materiali da imballaggio”, conclude Fontana, “che a livello europeo rappresentano il 4% dei rifiuti totali. Un impegno che va esteso a tutte le filiere merceologiche, per costruire un futuro davvero sostenibile per il nostro pianeta”.

Imballaggi riutilizzabili, in Italia oltre 1,2 milioni di tonnellate nel 2023

Cresce anche il riutilizzo degli imballaggi in Italia: nel 2023 sono state infatti dichiarate a Conai più di 1,2 milioni di tonnellate di imballaggi riutilizzabili, con un aumento rispetto al milione e 155mila tonnellate del 2022. Un dato positivo che conferma l’attenzione del Paese verso l’economia circolare e la riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi.

Tra gli imballaggi riutilizzabili più diffusi troviamo:

  • Imballaggi in legno: come i pallet, utilizzati per il trasporto di merci
  • Bottiglie in vetro a rendere: soprattutto nel circuito ho.re.ca., ovvero quello dei bar e ristoranti

L’impegno per il riutilizzo degli imballaggi rappresenta un passo fondamentale per la tutela dell’ambiente e la promozione di un modello di consumo più sostenibile. Conai continuerà a sostenere questo settore attraverso azioni di sensibilizzazione e supporto alle imprese che investono in soluzioni di imballaggio riutilizzabili.

Aumentano i comuni virtuosi nella gestione dei rifiuti urbani

L’Italia continua il suo percorso virtuoso nella gestione dei rifiuti urbani, con un numero sempre crescente di Comuni che raggiungono l’obiettivo “Rifiuti Free“. Nel 2023, infatti, sono ben 698 i Comuni che si distinguono per la loro efficiente gestione, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente.

Si tratta di un dato positivo che conferma l’impegno del Paese nella riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati e nella promozione di modelli di consumo più sostenibili. I Comuni “Rifiuti Free” sono quelli che contengono la produzione pro capite di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento al di sotto dei 75 kg/ab/anno.

Ancora più significativo è il dato relativo al numero di cittadini che usufruiscono di un efficiente servizio di gestione dei rifiuti: ben 4.058.542, con un aumento di 539.590 unità rispetto al 2022. Questo significa che il 6,9% della popolazione italiana (contro il 6% dell’anno precedente) vive in Comuni che hanno adottato pratiche virtuose per la gestione dei rifiuti urbani.

Gestione dei rifiuti urbani, Nord in testa, ma il Sud rimonta

Il Nord Italia continua a dominare con 434 comuni virtuosi nella gestione dei rifiuti urbani, mentre il Sud registra una rimonta significativa con 231 comuni (+23,8% rispetto al 2022). Il Centro rimane stabile con 33 comuni (rispetto ai 30 dell’anno scorso). I comuni sotto i 5.000 abitanti si confermano “fuoriclasse”, rappresentando ben 450 su scala nazionale; 196 comuni tra i 5.000 e i 15.000 abitanti, e 48 comuni oltre i 15.000 e i capoluoghi di regione. Tra questi, i comuni del Nord-Est come Treviso, Belluno, Trento e Pordenone sono in testa anche in questa edizione.

A livello regionale, il Veneto si conferma primo con 173 comuni virtuosi, seguito dalla Lombardia con 101 (+27 rispetto all’anno precedente) e dalla Campania con 83 (+22 rispetto all’anno precedente). Registrano una crescita anche la Sardegna (+18) e l’Abruzzo (+9), mentre retrocedono il Trentino-Alto Adige (-9) e il Piemonte (-10).

Comuni Ricicloni 2024: premiati i comuni virtuosi nella gestione dei rifiuti

Questi sono i dati principali della XXXI edizione di “Comuni Ricicloni”, il dossier di Legambiente che fotografa e premia l’impegno dei comuni italiani nella raccolta differenziata per una corretta gestione dei rifiuti. La presentazione dei dati e la premiazione si sono svolte il 4 luglio a Roma presso l’Hotel Quirinale, con trasmissione in diretta streaming su eco-forum.it e sui social di Legambiente e Nuova Ecologia. L’evento si è tenuto in occasione della seconda giornata dell’Eco-Forum 2024, la conferenza nazionale sull’economia circolare che si è tenuta dal 3 al 4 luglio grazie all’organizzazione di Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club e che ha visto la collaborazione con Conai e Conou e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e della Regione Lazio.

L’importanza delle grandi città e della collaborazione nella gestione dei rifiuti

“Trentuno anni di ‘Comuni Ricicloni‘ – sottolinea il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti – hanno visto la premiazione di amministrazioni virtuose e la costruzione di percorsi di partecipazione, condivisione e confronto tra tutti gli attori coinvolti per implementare la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti urbani”. I dati presentati oggi mostrano i progressi compiuti, ma evidenziano anche le sfide ancora aperte.

“I dati ci dicono che è indispensabile puntare sulle grandi città”, afferma Zampetti. “È qui che stentano a diffondersi sistemi di raccolta, come il porta a porta, che garantiscono qualità e prevenzione dei rifiuti da smaltire”. Un’attenzione particolare va quindi dedicata alle aree metropolitane, dove l’implementazione di modelli di raccolta efficienti e virtuosi può avere un impatto significativo sull’intero sistema di gestione dei rifiuti.

“È necessario rafforzare l’organizzazione a livello consortile”, continua Zampetti. “Serve una rete impiantistica per il riciclo e il trattamento dei rifiuti adeguata e capillare”. Un sistema consortile efficiente è fondamentale per garantire la corretta gestione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale, supportando i comuni e favorendo l’economia circolare.

“I comuni ‘Rifiuti Free’ hanno un ruolo importante”, riconosce Zampetti. “Così come le amministrazioni comunali che ancora devono lavorare per raggiungere questi obiettivi”. Tuttavia, è necessario che tutti gli attori della filiera facciano la propria parte.

“Oltre a un buon sistema di raccolta e a una forte riduzione del secco residuo”, conclude Zampetti, “occorre accelerare il raggiungimento di obiettivi più generali”. Tra questi, il consolidamento dei principi della gerarchia dei rifiuti (4R), lo sviluppo di filiere strategiche (tessile, materie prime critiche, rifiuti speciali, RAEE, spreco alimentare) e la realizzazione degli impianti necessari alla transizione circolare. Un impegno che richiede la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, per guidare i territori nella scelta e realizzazione di nuovi impianti e nella riqualificazione di quelli esistenti.

“Comuni Ricicloni” non è solo un premio, ma un percorso di crescita e confronto per un’Italia sempre più circolare. Un impegno che richiede l’unione di tutti gli sforzi per costruire un futuro più sostenibile per il nostro Paese.

Rifiuti Free, dove vivono i cittadini più virtuosi

Sono oltre 4 milioni i cittadini italiani che vivono in Comuni “Rifiuti Free”, dove la produzione di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento è sotto i 75 kg/ab/anno. Ma dove si concentrano maggiormente questi cittadini virtuosi?

Distribuzione geografica

  • 40%: Comuni con popolazione tra 5.000 e 15.000 abitanti
  • 29%: Comuni con 15.000 abitanti
  • 23%: Piccoli comuni (sotto i 5.000 abitanti)
  • 8%: Capoluoghi

Le regioni con il maggior numero di cittadini “Rifiuti Free” sono:

  • Veneto: 33,8% del totale
  • Lombardia: 15,5%
  • Campania: 8%
  • Toscana: 7,3%

Si distingue anche la Sicilia, con il 5,9% dei cittadini “Rifiuti Free”.

Comuni virtuosi oltre i 30.000 abitanti

Cresce il numero di Comuni “Rifiuti Free” con più di 30.000 abitanti. Tra questi, spiccano:

  • Sud: Misilmeri (Sicilia) e Castelvetrano (Sicilia)
  • Centro: Capannori e Fonte Nuova
  • Nord: Montebelluna, Conegliano, Castelfranco Veneto, Mira e San Donà di Piave
  • Oltre 50.000 abitanti: Mazara del Vallo, Carpi, Belluno, Pordenone, Treviso e Trento (unica città oltre i 100.000 abitanti)

Consorzi Rifiuti Free

Sono oltre 10 milioni i cittadini italiani che usufruiscono di un servizio di gestione rifiuti organizzato a livello consortile, con una raccolta differenziata che supera il 65%. Tra questi, 13 consorzi hanno raggiunto l’obiettivo “Rifiuti Free”, contenendo la produzione di rifiuti indifferenziati sotto i 75 kg/ab/anno.