Gianluca Grimaldi, il piano zero emissioni entro il 2050

Con un investimento di miliardi, Grimaldi Group SpA continua a navigare verso il suo obiettivo: la completa decarbonizzazione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 7 Febbraio 2025 08:15

Una storica impresa di famiglia che coniuga l’amore per il mare con il rispetto dell’ambiente tramite l’impiego delle migliori pratiche e di tecnologie all’avanguardia.

Si tratta del Gruppo Grimaldi, creatura degli storici fondatori, i fratelli Grimaldi: Luigi, Mario, Ugo, Aldo e Guido, nipoti dello zio Achille Lauro. La compagnia oggi è guidata dagli eredi di Guido: Emanuele Grimaldi, l’amministratore delegato, e Gianluca Grimaldi, il presidente.

Obiettivo zero emissioni entro il 2050

Dopo avere conquistato i mari, Grimaldi Group SpA punta ora a renderli più puliti: l’obiettivo entro il 2050 è quello della decarbonizzazione completa, ovvero quello di avere una flotta di navi a emissioni zero.

Il fine ambizioso, da realizzarsi entro la prossima generazione, prevede l’adozione di una serie di più piccoli step intermedi, tutti volti alla razionalizzazione e alla riduzione dei consumi energetici, a partire dall’utilizzo di carburanti con minori emissioni di carbonio e altri particolati, il tutto ricordando che allo stato attuale l’energia elettrica, da sola, non è un propellente sufficiente da utilizzare per la navigazione di scafi imponenti che coprono lunghi itinerari. Quella di Grimaldi, dunque, è una sfida nella sfida.

Zero emissioni in porto

Uno degli obiettivi intermedi è quello di avere zero emissioni in porto: la nave, cioè, al suo arrivo in porto anziché essere spinta dai gruppi elettrogeni può affidarsi alle proprie batterie, che hanno immagazzinato energia dal peak shaving. Tale soluzione, di fatto, viene già utilizzata dai battelli del Gruppo. Un’altra soluzione già utilizzata è quella del cold ironing, cioè la fornitura di energia elettrica da terra a una nave ormeggiata mentre i motori a bordo sono spenti.

La sfida del futuro

Le zero emissioni in porto sono più facilmente raggiungibili, mentre la vera sfida del futuro è quella del taglio delle emissioni in mare. Una possibile soluzione può essere quella di ricorrere a una percentuale di altre fonti di energia (idrogeno, ammoniaca, eccetera) oltre ai tradizionali combustibili fossili.

Secondo le previsioni, il futuro della navigazione potrebbe mostrare una serie di nuove opportunità per la propulsione dei traghetti. Tutto dipenderà dalla lunghezza della tratta: l’elettrico potrebbe farla da padrone per traghetti e navi dalle rotte brevi o tra porti intermedi in cui si possano ricaricare le batterie. Ma nel futuro potremmo assistere anche all’ingresso di bio-fuel integrabili con il diesel ordinario, affiancati da ammoniaca, metanolo e altre forme di propulsione.

Grimaldi Group ci crede: all’inizio del ventennio del XXI secolo l’azienda ha investito oltre 600 milioni di euro per rendere più sostenibili le navi esistenti e 2 miliardi per navi nuove a più basse emissioni. Un impegno significativo, nonostante la navigazione impatti su meno del 2% delle emissioni globali, pur muovendo il 90% delle merci. Grimaldi ha già investito molto in nuove navi altamente efficienti e con motori ammonia-ready, mantenendo una certa flessibilità.

Molto dipenderà anche da come si muoverà l’intera filiera della navigazione, sia per quanto riguarda il pubblico che i privati. Tutto questo, considerando anche il fatto che i tempi dell’industria marittima sono immensamente più lunghi rispetto a quelli del settore aereo e dell’automotive. Nel frattempo, si ricorda che il Gruppo Grimaldi è stata la prima compagnia di navigazione italiana ad ottenere il certificato di qualità Iso 9001 (che fra le altre cose è riferito alla limitazione degli sprechi) e il certificato Iso 14001 (specifico per la gestione ambientale).