Cloud seeding, perché l’inseminazione di nuvole non c’entra con l’alluvione a Valencia

La disinformazione sul clima e le teorie infondate sull'alluvione a Valencia, analisi delle bufale che circolano e la realtà dei fenomeni meteorologici estremi

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 5 Novembre 2024 13:49

Negli ultimi giorni, social media e web sono stati invasi da una serie di bufale e fake news riguardanti la presunta causa della recente alluvione di Valencia. In sole tre ore e mezza, nella regione è caduta la quantità di pioggia che ci si aspetterebbe nell’arco di un intero anno, un evento che ha suscitato grande sconcerto e, purtroppo, ha dato adito a interpretazioni sensazionalistiche.

Un’analisi delle principali teorie di disinformazione rivela l’ampia diffusione di idee che attribuiscono l’alluvione a eventi ben lontani dalle cause reali. Sui social, circolano infatti ipotesi come quelle legate al cloud seeding – in italiano inseminazione delle nuvole – che sarebbe stato adottato recentemente in Marocco, con l’intento di generare pioggia artificiale. Altre teorie più estreme coinvolgono addirittura il controverso progetto Haarp (High-Frequency Active Auroral Research Program), spesso menzionato nei circoli complottisti per presunti interventi sul clima.

Tuttavia, secondo gli esperti, gli eventi estremi del 29 ottobre, che hanno causato finora oltre 200 vittime e 1.900 dispersi, non sono dovuti a interventi umani mirati, ma a una complessa concomitanza di fattori meteorologici. L’alluvione è stata innescata da un fenomeno noto come Dana (Depresión Aislada en Niveles Altos), una goccia fredda che si forma quando una massa d’aria fredda viene circondata da aria più calda. Questo contrasto di temperature ha portato alla creazione di temporali autorigeneranti di intensità eccezionale sulla Spagna meridionale.

Gli eventi meteorologici estremi, come quello verificatosi a Valencia, sono quindi il risultato di condizioni atmosferiche particolarmente avverse e non di complotti artificiali. Questi fenomeni, amplificati dagli effetti del cambiamento climatico, richiedono un’analisi scientifica rigorosa e una corretta informazione pubblica, necessarie per evitare la diffusione di falsità che possono distorcere la percezione e impedire azioni preventive concrete.

Disinformazione climatica: perché le “spiegazioni alternative” sull’alluvione sono infondate

Negli ultimi tempi, il web è stato invaso da “spiegazioni alternative” che cercano di giustificare, con ipotesi infondate, l’origine dei recenti fenomeni meteorologici estremi. Tali teorie, oltre a essere false, svolgono spesso un ruolo consolatorio, in quanto evitano di affrontare una realtà ormai ben documentata dalla comunità scientifica: l’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi climatici estremi è legato al cambiamento climatico causato da attività umane, come l’uso massiccio di combustibili fossili, la deforestazione e l’inquinamento.

Secondo la World Meteorological Organization (Wmo), una delle massime autorità a livello mondiale sul clima, le precipitazioni odierne sono, in media, più abbondanti del 12% e sono due volte più probabili rispetto all’epoca preindustriale. Questo aumento non è un caso, ma è un sintomo del riscaldamento globale, che altera i modelli di precipitazioni e amplifica la gravità degli eventi climatici.

Al fine di contrastare la disinformazione, è importante esaminare le due principali bufale che circolano sull’origine dell’alluvione, evidenziando l’assenza di qualsiasi fondamento scientifico:

  1. Teoria del cloud seeding (inseminazione delle nuvole): secondo questa teoria, l’alluvione sarebbe stata provocata da attività di “inseminazione” delle nuvole effettuate in Marocco, volte a indurre piogge artificiali. Tuttavia, il cloud seeding è una tecnica limitata a contesti specifici e utilizzata principalmente in aree agricole per aumentare modestamente le precipitazioni. Non ha la capacità di scatenare temporali di portata devastante come quelli osservati recentemente a Valencia.
  2. Ipotesi Haarp: il progetto Haarp, una ricerca sugli effetti dell’alta frequenza sulle aurore polari, è spesso citato nei circoli complottisti per giustificare eventi climatici estremi, accusandolo di “controllare il clima”. Tuttavia, non esistono evidenze che Haarp possa generare fenomeni atmosferici di tale intensità, e il suo scopo non ha nulla a che vedere con la manipolazione meteorologica.

Queste “spiegazioni alternative” distolgono l’attenzione dalle vere cause, ostacolando la consapevolezza pubblica e le azioni preventive necessarie per fronteggiare il cambiamento climatico.

La teoria dell’inseminazione delle nuvole e le precipitazioni straordinarie in Valencia

Negli ultimi giorni, si è diffusa rapidamente sui social media una teoria che tenta di spiegare le devastanti alluvioni che hanno colpito la Comunità Valenciana attribuendole a operazioni di inseminazione delle nuvole condotte dal governo marocchino. Questa teoria, priva di qualsiasi fondamento scientifico, si basa su una serie di misinterpretazioni e informazioni fuorvianti.

Tutto è iniziato quando il sito meteo El Tiempo ha riportato una presunta “preoccupazione” del governo spagnolo riguardo alle attività di cloud seeding in Marocco. Tuttavia, l’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola (Aemet), l’autorità nazionale di riferimento in materia, ha smentito categoricamente questa notizia, sottolineando l’assenza di qualsiasi evidenza scientifica che colleghi le precipitazioni eccezionali in Spagna con le operazioni di inseminazione delle nuvole in Marocco.

La diffusione rapida di teorie del complotto come questa è facilitata da diversi fattori:

  • La necessità di trovare un colpevole: di fronte a eventi catastrofici, è naturale cercare una spiegazione, anche se non scientificamente provata;
  • L’impatto emotivo delle immagini: le immagini drammatiche delle alluvioni hanno amplificato la paura e l’angoscia, rendendo le persone più suscettibili a credere a qualsiasi tipo di spiegazione;
  • La diffusione sui social media: i social media hanno facilitato la propagazione rapida di notizie false, senza alcun filtro critico.

La comunità scientifica è unanime nel sostenere che non esiste alcuna relazione causale tra le operazioni di inseminazione delle nuvole ed eventi meteorologici su larga scala come le alluvioni. Le precipitazioni eccezionali che hanno colpito la Spagna sono dovute a una combinazione di fattori meteorologici complessi, tra cui l’aumento delle temperature globali e la presenza di una Dana, un fenomeno atmosferico che può generare forti temporali.

Cloud seeding, la tecnica di geoingegneria di inseminazione delle nuvole per stimolare le precipitazioni

Il cloud seeding è una tecnica di geoingegneria che consiste nell’iniettare particelle all’interno delle nubi per stimolare la formazione di gocce di pioggia con lo scopo di aumentare le precipitazioni. Queste particelle possono avere una funzione igroscopica, cioè “attrarre” l’umidità (come il cloruro di sodio, cioè il comune sale da cucina), oppure possono agire da nuclei di condensazione, cioè i “mattoncini” da cui si formano le gocce di pioggia (è il caso dello ioduro d’argento o della CO2 solida).

Questa tecnica viene sperimentata in molti Paesi con un clima desertico, come gli Emirati Arabi Uniti o per l’appunto il Marocco. Lo scopo è naturalmente quello di avere più pioggia nel proprio territorio, non provocare disastri naturali in altri Paesi. Tuttavia, il cloud seeding è spesso nel mirino delle teorie del complotto, spesso imparentate con la bufala delle cosiddette “scie chimiche” (che altro non sono se non scie di condensazione).

Il cloud seeding è una pratica che mira a migliorare le condizioni climatiche locali, ma la sua efficacia e i suoi effetti sono ancora oggetto di studio e dibattito scientifico. Nonostante ciò, le teorie complottiste continuano a diffondersi, distogliendo l’attenzione dalle vere cause dei fenomeni meteorologici estremi e dalle soluzioni basate su dati scientifici.

Cloud seeding in Marocco, niente a che vedere con le alluvioni in Spagna

Negli ultimi mesi si è diffusa la notizia che il Marocco stia investendo massicciamente nel cloud seeding, la tecnica di geoingegneria che mira ad aumentare le precipitazioni. Nel 2024, il Paese nordafricano ha effettuato oltre 70 operazioni di inseminazione delle nuvole. Tuttavia, è importante sfatare un mito: queste attività non hanno alcuna relazione con le recenti alluvioni che hanno colpito la Spagna.

Perché il cloud seeding non può causare alluvioni in un altro Paese:

  • Azione locale: gli effetti del cloud seeding sono estremamente localizzati. L’inseminazione di una nube non può influenzare le condizioni meteorologiche a centinaia di chilometri di distanza;
  • Effetti temporanei: gli effetti del cloud seeding sono brevi e si limitano a poche ore dopo l’intervento. È quindi impossibile che operazioni condotte giorni o settimane prima abbiano causato un evento meteorologico così intenso e prolungato come le alluvioni in Spagna;
  • Efficacia limitata: Anche nei casi in cui il cloud seeding ha successo, l’aumento delle precipitazioni è modesto, stimato intorno al 10%. Un incremento così contenuto non sarebbe stato sufficiente a causare un disastro di tale portata.

È fondamentale sottolineare che il cloud seeding non è in grado di “far piovere a comando”. Questa tecnica può al massimo aumentare le precipitazioni che si verificherebbero comunque in presenza delle condizioni atmosferiche appropriate. Le alluvioni in Spagna sono state causate da una combinazione di fattori meteorologici complessi, tra cui la presenza di una Dana.

Le teorie che collegano il cloud seeding in Marocco alle alluvioni in Spagna sono infondate e prive di qualsiasi base scientifica. È importante diffondere informazioni corrette per evitare che si diffondano false notizie e allarmismi ingiustificati. Le cause delle alluvioni sono da ricercare in fenomeni naturali complessi e nel cambiamento climatico, non in interventi di geoingegneria.

Le false accuse contro il cloud seeding, il caso di Dubai e le smentite della comunità scientifica

Pochi mesi fa, dopo la drammatica alluvione a Dubai del 16 aprile 2024, sono emerse teorie complottiste simili a quelle circolate in Spagna. Queste ipotesi attribuivano il disastro a recenti operazioni di cloud seeding effettuate dagli Emirati Arabi Uniti poco prima dell’alluvione. Tuttavia, la comunità scientifica ha prontamente smentito queste teorie, sottolineando che non esiste alcuna evidenza di una relazione diretta di causa-effetto tra l’inseminazione delle nuvole e l’insorgere di inondazioni.

Gli scienziati hanno ribadito che il cloud seeding, con la sua capacità limitata e i suoi effetti di breve durata, non è in grado di provocare fenomeni meteorologici estremi come quelli osservati a Dubai e, più recentemente, in Spagna. Ad oggi, l’assenza di prove scientifiche a supporto di un legame tra questa tecnica di geoingegneria e disastri naturali simili è chiara e confermata in tutto il mondo.