La shrinkflation colpisce le mozzarelle, un test dice quali sono le più ingannevoli

Un test di Altroconsumo ha dimostrato che almeno 5 mozzarelle su 19 ingannano il consumatore sul peso reale

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

La shrinkflation, fenomeno sempre più diffuso, ha puntato le mozzarelle.  Con un recente test, è stato evidenziato che 5 prodotti su 19 presentano un peso inferiore a quello dichiarato, superando abbondantemente la soglia di tolleranza prevista dalla legge.

Il fenomeno vede le confezioni ridursi senza un adeguato adeguamento dei prezzi. Come difendersi?

Le mozzarelle pesano meno: la shrinkflation colpisce 5 prodotti su 19

Secondo un’indagine recente condotta da Altroconsumo, la shrinkflation ha colpito vari prodotti da banco e le mozzarelle non fanno eccezione. Su 19 prodotti analizzati, ben 5 hanno fallito la verifica del peso sgocciolato, risultando inferiori al peso dichiarato. Inoltre non rispettano la finestra di tolleranza prevista dalla legge. Tra queste, la mozzarella Coop, prodotta in Slovenia, è stata penalizzata per la possibile presenza di latte in polvere, vietato in Italia per la produzione di mozzarella.

Il test ha anche messo in luce come molte mozzarelle della grande distribuzione, pur essendo “accettabili”, non raggiungono standard eccelsi. Al contrario, una mozzarella tedesca della Bayerland e una dell’Alto Adige si sono classificate come migliori, dimostrando che la qualità non dipende necessariamente dalla provenienza geografica.

La classifica delle mozzarelle: le più ingannevoli

Il test ha evidenziato vari punti critici nelle mozzarelle analizzate. Tra i prodotti più criticati, spiccano:

  • Coop Spesotti: perché contenente alti livelli di furosina, indicativi della possibile presenza di latte in polvere;
  • Bio Cansiglio: per la scarsa igiene e lo stato di conservazione;
  • Pettinicchio: perché risulta insufficiente sia per la qualità dell’assaggio che per la pulizia e igiene.

Le mozzarelle migliori sono state, sorprendentemente, quelle del discount Lidl (Merivio), apprezzate per l’equilibrio del sapore e per il sentore fruttato. I risultati dimostrano come la qualità può essere trovata anche a prezzi contenuti, smentendo il pregiudizio che solo i prodotti di fascia alta siano superiori.

Che cos’è la shrinkflation?

La shrinkflation, termine che unisce “shrink” (restringere) e “inflation” (inflazione), descrive la pratica di ridurre le quantità di prodotto nelle confezioni mantenendo invariato o solo leggermente aumentato il prezzo. La strategia permette alle aziende di incrementare i prezzi senza essere trasparenti con i consumatori, che si sentono truffati.

Questo fenomeno è molto diffuso e passa spesso inosservato, soprattutto quando si tratta di prodotti che acquistiamo regolarmente. La shrinkflation è utilizzata dalle aziende per combattere l‘aumento dei costi delle materie prime senza aumentare visibilmente i prezzi, ma può risultare in un aumento effettivo del costo per unità di prodotto.

Come proteggersi dalla shrinkflation?

Per evitare di essere ingannati dalla shrinkflation, i consumatori possono adottare alcune strategie efficaci:

  • comparare il prezzo al peso
  • leggere le etichette attentamente
  • essere consapevoli dei cambiamenti nel packaging

Le associazioni dei consumatori, come Codacons, hanno iniziato a denunciare questa pratica all’Antitrust e alle procure, cercando di stabilire se la shrinkflation costituisca una pratica commerciale scorretta o addirittura una truffa.

La shrinkflation ha come effetto secondario quello di far spendere ai consumatori più tempo per la spesa, non solo per verificare la qualità e la sostenibilità dei prodotti, ma anche per accertarsi che il quantitativo indicato corrisponda effettivamente a quello contenuto nella confezione. Una realtà che ha anche i suoi effetti positivi, perché aumenta la consapevolezza su cosa si acquista e mangia.