Cala occupazione e crescono inattivi, meglio solo donne e inflazione

Nel 2024 l'occupazione in Italia cala e aumentano gli inattivi, mentre il potere d'acquisto delle famiglie cresce leggermente. Non bene la fiducia dei consumatori, che continua a scendere

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 14 Gennaio 2025 18:40

L’ultimo trimestre del 2024 ha registrato un calo dell’occupazione, con un aumento del numero di inattivi. Inoltre è cresciuto lievemente il potere d’acquisto delle famiglie, ma è peggiorata la fiducia dei consumatori per il terzo mese consecutivo. Dato positivo per l’inflazione, che in Italia rimane inferiore alla media dell’area euro. La produzione industriale tra novembre e dicembre ha visto una lieve crescita e migliora anche il saldo commerciale, a seguito di una riduzione dei volumi esportati nei primi 10 mesi dell’anno appena trascorso.

La fotografia è quella di un Paese fermo, che non riesce a migliorare e che in alcuni settori peggiora lievemente. C’è molta attesa per il 2025, in particolare per le decisioni della nuova amministrazione statunitense in merito alle misure di politica economica. Nella pratica, le prospettive per l’area euro sono in peggioramento e, tra le maggiori economie, solo la Spagna vede crescere alcuni indicatori, mentre imprese e consumi faticano in Francia, Germania e anche in Italia.

Come si è chiuso il 2024: produzione industriale ed edilizio in crescita

L’Italia si trova in una situazione di stallo, con dati che migliorano e altri che peggiorano. È un Paese fermo e che nel 2025 deve riuscire a ripartire, anche se le prospettive a livello europeo e globale non sono favorevoli.

Secondo i dati Istat, negli ultimi due mesi del 2024 l’indice della produzione industriale ha registrato il secondo incremento consecutivo, sebbene si tratti di un lieve +0,3%, dopo il calo di settembre. L’aumento è stato più rilevante per la produzione di beni energetici (+1,6%), seguita dai beni di consumo e dai beni intermedi, rispettivamente con +0,9% e +0,3%.

Anche il settore delle costruzioni ha registrato un aumento del +1,6%, ma a seguito di un trimestre (agosto-ottobre) in calo del -0,3%. Il clima di fiducia delle imprese è tornato a crescere dopo mesi di calo, trainato dal periodo di dicembre e dalle festività natalizie. In altri settori, meno coinvolti nel periodo festivo, la fiducia è invece diminuita. Questo dato è dovuto in parte ai consumi e in buona parte ai costi e prezzi più elevati legati alla produzione.

Cresce potere d’acquisto, ma c’è poca fiducia

Anche se il potere d’acquisto delle famiglie italiane nel terzo trimestre del 2024 continua a crescere, i ritmi sono più moderati rispetto al secondo trimestre. In generale, non si è ancora recuperata la fiducia in consumi e risparmio.

Così, mentre il potere d’acquisto delle famiglie è in ripresa (+0,4%), sostenuto da un incremento del reddito disponibile, aumenta la spesa per consumi finali e si riduce la propensione al risparmio.

Meno occupazione maschile, bene le donne

L’aspetto rilevante dei dati dell’ultimo trimestre del 2024 riguarda l’occupazione. Rispetto a novembre, dicembre 2024 ha fatto segnare un calo nell’occupazione, anche se lieve (-0,1%). I soggetti coinvolti sono per la maggior parte giovani under 35 e maschi. Aumenta la disoccupazione tra i dipendenti a termine, mentre cresce tra i permanenti ed è stabile tra gli autonomi. Rispetto alle dinamiche dell’occupazione, il tasso è pari al 62,4% e risulta invariato rispetto a ottobre 2024.

Diminuisce allo stesso tempo anche la disoccupazione, effetto dovuto al maggiore coinvolgimento delle donne in età compresa tra i 25 e i 49 anni. Su base trimestrale, è possibile osservare un aumento del livello di occupazione pari allo 0,2%, con un totale di 49mila occupati. La crescita dell’occupazione va di pari passo con la diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-8,4%, pari a -136mila unità) e l’aumento degli inattivi (+0,9%, pari a +115mila unità).

Rispetto al 2023, il tasso di disoccupazione è calato di 1,8 punti in generale e di 2,7 punti tra i giovani, mentre aumentano gli inattivi (+2,6%) e il tasso di inattività (+0,7%).