L’Antitrust avvia un’istruttoria sull’acquisizione di 2i Rete Gas da parte di Italgas. Come riportato nel bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), è stato ritenuto necessario “procedere a ulteriori approfondimenti istruttori al fine di valutare se l’operazione in esame sia suscettibile di ostacolare in modo significativo la concorrenza effettiva”.
Le concessioni sotto la lente dell’Agcm
Nel dispositivo pubblicato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), presieduta da Roberto Rustichelli, si precisa che l’operazione, volta al controllo esclusivo di 2i Rete Gas, “configura una concentrazione che interessa principalmente il settore della distribuzione del gas”. Il documento, disponibile sul sito dell’Agcm, sottolinea che “l’unica forma di concorrenza rilevante in questo contesto è quella legata alla partecipazione alle gare d’ambito per l’affidamento delle concessioni scadute”.
L’Antitrust ha focalizzato la sua attenzione su 32 ambiti territoriali (Atem), che rappresentano le aree in cui è suddivisa l’attività di distribuzione del gas e dove vengono assegnate le concessioni agli operatori. In ciascuno di questi ambiti, i due operatori coinvolti nell’operazione controllano almeno il 20% del mercato.
Le concessioni interessate da questa condizione riguardano le seguenti aree: Agrigento, Bari 2, Benevento, Brescia 5, Caltanissetta, Campobasso, Caserta 2, Catania 1, Frosinone 2, L’Aquila 2, Mantova 2, Massa Carrara, Matera, Messina 2, Milano 2, Napoli 2, Novara 2, Padova 2, Padova 3, Potenza 1, Potenza 2, Ragusa, Reggio di Calabria-Vibo Valentia, Roma 4, Roma 5, Salerno 1, Salerno 3, Teramo, Torino 6, Trapani, Varese 1 e Viterbo.
Il secondo gruppo
In un altro gruppo di concessioni, che include Barletta-Andria-Trani, Caserta 1, Cosenza 2 e Pisa, 2i Rete Gas gestisce una quota di Pdr (contatori) nell’Atem compresa tra il 15% e il 20%. Sebbene questa posizione di “incumbency” sia inferiore rispetto al gruppo precedente, l’Antitrust sottolinea che non è trascurabile.
In questi Atem, infatti, non sono presenti terzi operatori o la loro presenza è minima; di conseguenza, anche in queste concessioni potrebbe verificarsi una restrizione concorrenziale simile a quella diretta, con l’operazione che rischia di rafforzare ulteriormente il gestore prevalente, scoraggiando la partecipazione di altri operatori alle gare.
Il terzo gruppo
Infine, c’è un ultimo pacchetto di 29 concessioni che riguarda gli Atem di Alessandria 4, Ascoli Piceno, Asti, Cosenza 1, Cuneo 1, Foggia 2, Genova 2, Imperia, Isernia, Latina, Lecce 2, Lecco 2, Lodi 2, Lucca, Messina 1, Milano 3, Milano 4, Monza Brianza 1, Napoli 4, Palermo 2, Perugia 1, Pescara, Rieti, Rovigo, Savona 1, Savona 2, Siracusa, Terni, Verbano-Cusio-Ossola.
In questi casi, gli effetti anticoncorrenziali dell’operazione sembrano essere legati principalmente al fatto che essa determinerebbe un incremento significativo della quota complessiva del gestore dominante, il che potrebbe scoraggiare la partecipazione di altri operatori, rendendo l’Atem meno contendibile durante la gara.
Cosa dovrà fare Italgas
Nei restanti 36 Atem, in cui si riscontrano sovrapposizioni tra i due operatori, non emergono effetti particolarmente rilevanti sulla concorrenza, in quanto la presenza di uno dei due operatori è limitata.
Sono quindi gli ambiti in cui la presenza dei due operatori è più rilevante su cui dovranno concentrarsi eventuali correttivi che Italgas dovrà proporre per ottenere l’approvazione dell’Autorità. Solo così sarà possibile dar vita al principale operatore europeo nella distribuzione del gas, un gigante in grado di assicurare investimenti per un valore di 15,6 miliardi di euro.