Giorgetti chiede “sacrifici da tutti” sulla Manovra 2025 e annuncia tasse sui profitti

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha chiamato a raccolta cittadini e imprese per fare "sacrifici" a sostegno del finanziamento della Manovra 2025

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 3 Ottobre 2024 20:32

Sacrifici e tasse. Non usa giri di parole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, intervistato dalla Bloomberg, ha chiesto uno sforzo da parte di cittadini e imprese per finanziare la Manovra 2025. “Ci apprestiamo ad approvare una Legge di bilancio in cui si chiederanno sacrifici a tutti” ha messo in chiaro il titolare del Mef, specificando che saranno tassati “profitti e ricavi” chiamando in causa “individui, ma anche società piccole, medie e grandi”.

L’intervista a Bloomberg

“Ci sarà una chiamata di contribuzione per tutti, non solamente per le banche, ma ragionata e razionale. Andremo a tassare i giusti profitti, gli utili determinati in modo corretto e sono convinto che alla fine troveremo una soluzione equilibrata” ha specificato Giancarlo Giorgetti durante il suo intervento al convegno Bloomberg Future of Finance Italy.

Secondo quanto dichiarato dal ministro nel corso dell’evento, infatti, “non è corretto parlare di extraprofitti”, ma di “andare a tassare i profitti a chi li ha fatti: è uno sforzo che tutto il sistema paese deve fare, soprattutto la Pubblica Amministrazione che sarà chiamata ad essere più performante e produttiva e quindi dare risultati migliori con spese inferiori”.

“Le aziende non fanno beneficienza, i contributi volontari non esistono. La stella polare è l’articolo 53 della Costituzione, in base al quale tutti sono chiamati a contribuire in base alle proprie possibilità alle necessità della Nazione”, ha spiegato il responsabile del Tesoro, chiarendo che “noi siamo impegnati in un percorso particolarmente esigente di rientro ed abbiamo annunciato che rientreremo sotto il 3% nel 2026, mentre altri come la Francia lo faranno nel 2029″.

Tra i settori a cui sarà richiesto maggiormente un contributo alla Manovra 2025, Giorgetti ha indicato quello della Difesa: “Non ci sarà più la narrativa come in passato sugli extra-profitti bancari dal momento che in quel momento le banche facevano più profitti. Paradossalmente, oggi l’industria di chi produce armi, con tutte queste guerre va particolarmente bene, è una situazione di mercato favorevole che produce utili superiori”.

Durante l’intervista Giorgetti ha assicurato inoltre che l’obiettivo di crescita del Pil dell’1% “è realistico e se non sarà l’1% sarà un dato molto molto prossimo a quel risultato”.

“Questa previsione l’abbiamo fatta l’anno scorso perché i nostri modelli econometrici, che si sono dimostrati affidabili in passato, dimostravano che c’era questa possibilità. Oggi, l’andamento conferma queste aspettative”, ha precisato ancora il ministro, ammettendo che ora “c’è una situazione complessiva, a livello internazionale – a parte di conflitti e l’esplosione in Medioriente di una situazione dei crisi – che inevitabilmente condizionerà l’economia a livello mondiale e l’economia del nostro Paese”.

Le precisazioni del Mef

Dopo le parole di Giorgetti, Piazza Affari ha chiuso in negativo, perdendo l’1,5%, circostanza che ha costretto il Mef ha ripiegare prima con le dichiarazioni del sottosegretario Federico Freni e poi con le precisazioni arrivate dallo stesso Ministero.

“Non c’è allo studio nessun aumento delle tasse per nessuno – ha affermato il deputato leghista invitando ad ascoltare bene le parole del titolare – le nuove tasse non fanno parte del Dna di questo governo, lo abbiamo detto due anni fa e lo ribadiamo, evitiamo boutade. Quando Giorgetti dice che tutti dovranno contribuire dice una cosa scontata: tutti devono pagare le tasse, non ci sono nuove tasse allo studio. È escluso”.

Linea ribadita da fonti del Mef, che in una nota hanno fatto sapere che “non è allo studio nessuna nuova tassazione per gli individui mentre le aziende più piccole sono già interessate al Concordato biennale preventivo” e che “altre eventuali interpretazioni delle parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sono da considerarsi forzature”.