Petrolio, l’OPEC+ pronto a maxi aumento di produzione di 500mila barili

Il cartello si riunirà domenica prossima ed è pronto ad accelerare la strategie di uscita dai tagli decisi lo scorso anno per recuperare le quote di mercato perdute

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Redazione

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L’OPEC+ si prepara ad annunciare un aumento della produzione fino a 500mila barili, ben maggiore di quanto preventivato. I rumors, già smentiti dal cartello,  hanno già provocato una caduta delle quotazioni del greggio, unendosi alle prospettive di un eccesso di offerta sul mercato.

L’aumento di produzione del cartello accelererebbe la fase di uscita dalla strategia decisa dall’OPEC+ un anno fa, che puntava a tagliare la produzione per sostenere i prezzi. In seguito, i membri del cartello, guidati dall’Arabia Saudita, hanno avviato una strategia opposta, aumentando progressivamente l’offerta, nel tentativo di recuperare quote di mercato. Ma la situazione vede per il 2026 un eccesso di offerta, che potrebbe ulteriormente aggravarsi per effetto degli aumenti OPEC, della pace a Gaza e della ripresa del flussi dall’Iraq e attraverso il Canale di Suez.

Il prezzo del petrolio ha registrato una brusca correzione questa settimana. Lunedì, i future su Brent e WTI sono crollati di circa il 3%, proseguendo la performance negativa nella giornata di martedì, con il Brent con consegna a novembre che ha chiuso in ribasso di 95 centesimi (-1,4%) a 67,02 dollari al barile ed il successivo contratto di dicembre in c alo a 66,03 dollari. Il greggio statunitense West Texas Intermediate ha registrato un calo di 1,08 dollari (-1,7%), attestandosi a 62,37 dollari al barile. Questa mattina il mercato sta consolidando questi livelli, con qualche piccola ricopertura.

Le prossime mosse dell’OPEC+

L’OPEC+ si riunirà domenica prossima per definire la strategia di rientro dai tagli effettuati lo scorso anno. Una strategia perseguita dall’Arabia Saudita e da altri sette Paesi per recuperare quote di mercato. Lo scorso mese, il cartello aveva deciso un aumento di produzione di 137.000 barili al giorno a partire da ottobre, mentre due o te fonti anticipano per novembre un aumento compreso fra 274mila e 411mila barili, che potrebbe anche arrivare a 500mila barili a partire da novembre, tre volte il quantitativo atteso dal mercato, che si aspettava un taglio in linea con il mese precedente.

Il quadro geopolitico

Nel frattempo, il petrolio è tornato a fluire per la prima volta in due anni e mezzo da un oleodotto del Kurdistan, nel nord dell’Iraq, attraverso la Turchia, dopo che un accordo provvisorio ha sbloccato una situazione di stallo in Iraq.

Anche l’accordo su Gaza raggiunto fra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ed il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu contribuisce ad allentare le tensioni sul mercato, sebbene la posizione di Hamas sia rimasta incerta. Un accordo di pace per Gaza, infatti, eliminerebbe una parte significativa del premio di rischio geopolitico, ripristinando il normale  traffico marittimo attraverso il Canale di Suez.

La previsione di un surplus record nel 2026

Il mercato petrolifero potrebbe registrare un surplus record il prossimo anno, stando alle previsioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), a causa del rallentamento della domanda cinese e dell’accumulo di scorte da parte di Pechino per le sue riserve strategiche, ed ogni barile in più offerto al mercato rischia di aggravare ulteriormente questo surplus. Secondo le stime dell’AIE, la produzione mondiale supererà i consumi in media di 3,33 milioni di barili al giorno nel 2026, raggiungendo un record storico di surplus, poco sopra il culmine della pandemia nel 2020.

Per contro, lo shutdown scattato in USA potrebbe ribilanciare questa situazione, con un rallentamento della produzione e della domanda. Sul fronte dell’offerta, gli aumenti decisi sin qui dall’OPEC+ potrebbero essere inferiori in via effettiva, dal momento che alcuni membri del cartello devono smaltire la precedente sovrapproduzione e potrebbero avere difficoltà ad aumentare l’output nell’immediato.