Dopo il secondo taglio dei tassi della BCE arrivato la scorsa settimana, mercoledì la Federal Reserce ha scelto di iniziare il suo allentamento monetario con un taglio da ben 50 punti base. Ciò ha spinto i mercati azionari globali, con l’S&P 500 che ha chiuso la seduta di giovedì in rialzo per l’ottava seduta sulle ultime nove archiviando la sessione su un massimo storico, mentre il Dow si è attestato al di sopra del livello psicologico dei 42.000 punti, raggiungendo un nuovo record. Nonostante nella giornata odierna i mercati abbiano poi stornato, le banche centrali sono state il driver dei guadagni dell’ottava.
La seduta odierna
Tra i mercati del Vecchio Continente, giornata sotto pressione per Francoforte, che ha terminato con un calo dell’1,49%, per Londra, con un netto svantaggio dell’1,19%, per Parigi, decremento dell’1,51%. Sessione negativa anche per Piazza Affari, con il FTSE MIB che ha lasciato sul parterre lo 0,83%; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share ha perso lo 0,89%: pessimo il FTSE Italia Mid Cap (-1,61%); come pure, in forte calo il FTSE Italia Star (-1,71%).
A pesare sui listini europei sono stati i settori Automotive (che risente del tonfo di Mercedes-Benz dopo la revisione al ribasso degli obiettivi di fine anno a causa di un contesto macro meno favorevole delle attese e per l’indebolimento della domanda cinese) e Lusso (Jefferies ha affermato in un report sul comparto che non vede miglioramenti apprezzabili nella seconda parte dell’anno dopo una fragile domanda nel primo semestre).
Le scelte delle banche centrali
Mercoledì, la Federal Reserve ha abbassato i tassi di interesse di 50 punti base in un range tra 4,75% e 5%, superando le attese degli analisti per una riduzione di 25 punti base, anche se negli ultimi giorni le scommesse del mercato si erano orientato su un taglio maggiore. “Non penso che nessuno dovrebbe guardare a questo e dire, “Oh, questo è il nuovo ritmo” – ha affermato il presidente della Fed, Jerome Powell – Penso che procederemo con cautela riunione dopo riunione e prenderemo le nostre decisioni man mano che andiamo avanti”.
Giovedì la Norges Bank ha mantenuto invariato il tasso d’interesse di riferimento al 4,50%, ai massimi da 16 anni, mentre la Bank of England ha lasciato il tasso di interesse di riferimento al 5%, decidendo anche di ridurre lo stock di acquisti di titoli di Stato del Regno Unito detenuti per scopi di politica monetaria
Venerdì, la Bank of Japan ha mantenuto i tassi invariati, segnalando, tuttavia, nuovi possibili aumenti nei prossimi mesi. La decisione arriva dopo il rialzo di fine luglio che aveva contribuito ad alimentare la volatilità sugli asset giapponesi in agosto.
La performance di petrolio e oro
Nonostante un’ultima seduta debole, il petrolio ha chiuso la settimana in ampio rialzo, sostenuto anche dal taglio dei tassi da parte della Federal Reserve superiore alle attese e dai timori per il peggioramento della situazione geopolitica tra Israele e Hezbollah (con un’andata di attacchi in Libano).
Ennesimo record per l’oro, che ha sfondato quota 2.600 dollari l’oncia, beneficiando del taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, delle tensioni geopolitiche, dei forti acquisti da parte delle banche centrali e ultimamente anche degli afflussi negli ETF.