Per l’industria dell’auto il governo mette 1 miliardo, intanto prosegue il calo -40%

Il governo Meloni cerca 1 miliardo per supportare il settore automotive in crisi, con fondi destinati a rilanciare la produzione e prevenire la chiusura di stabilimenti e licenziamenti

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 10 Dicembre 2024 16:57

Il governo Meloni sta cercando 1 miliardo di euro per sostenere il settore automotive italiano, dopo il crollo della produzione. La misura è stata annunciata dal ministro delle imprese Adolfo Urso e confermata dal vicepremier Antonio Tajani. Secondo quanto spiegato, il piano prevede l’incremento dei fondi disponibili per il settore, con l’obiettivo di evitare il collasso e di garantire continuità alle produzioni, in particolare per Stellantis. La proposta arriva in un contesto di forte crisi e dopo una serie di licenziamenti e chiusure parziali degli stabilimenti. Se il piano dovesse concretizzarsi, l’industria dell’auto potrà beneficiare di nuove risorse dal 2025.

Il piano per l’automotive: quasi 1 miliardo per salvare il salvabile

È stato discusso il piano proposto da Adolfo Urso sull’automotive. Questo contempla quasi 1 miliardo di euro, tra i 750 e 900 milioni nello specifico. Sarebbero fondi da aggiungere a quelli già programmati per rilanciare l’industria automobilistica italiana. Ma soprattutto, sembra una cifra posta sul piatto per dimostrare a Stellantis l’intenzione di un impegno condiviso.

Così, la strategia del ministro delle Imprese è quella di mettere nuove risorse sul Fondo automotive, dopo il preannunciato taglio. Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione attività produttive della Camera, aveva spiegato che il governo dovrà fare la sua parte per fornire incentivi sul contenimento dei costi dell’energia e un maggiore sostegno al reddito dei lavoratori. Questo mentre Stellantis prosegue con annunci di licenziamenti a tre cifre, come i 400 lavoratori a Termoli.

Non va meglio per gli stabilimenti in funzione, anche parziale. Al momento, infatti, la produzione è ferma o ridotta in diversi di questi:

  • Mirafiori (che produce la Fiat 500 elettrica e la Maserati)
  • Pomigliano (Alfa Romeo Tonale, Dodge Hornet, Fiat Panda)
  • Melfi (Jeep Renegade e Compass)

Ora, l’obiettivo è riallacciare i rapporti dopo la gestione di Stellantis da parte di Carlos Tavares. È proprio questo il motivo per cui si aggiungono fondi, fino a 900 milioni di euro, al settore automotive.

Ma ci sono? Il governo potrebbe essere alla ricerca dei nuovi fondi proprio ora, mentre il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani dichiara che è probabile, ma non sicuro, che riusciranno a trovare e a mettere circa 1 miliardo per il settore dell’industria dell’auto.

Crolla ancora la produzione: -40% a settembre

Nel frattempo, il settore non se la passa bene. Se c’è una nota positiva, è che la situazione è in pareggio, ovvero non cresce dopo la frenata e il crollo dei mesi precedenti. In altre parole, il calo si sta consolidando in un bilancio nettamente negativo per il 2024 e preannuncia un 2025 altrettanto poco roseo, a partire dall’assenza di aiuti agli acquisti di auto per gli italiani.

Difficile anche che la situazione migliori nell’ultima parte del 2024, un periodo caratterizzato dagli aumenti delle richieste di cassa integrazione e dalla più ampia crisi post estiva.

Su base annua, la produzione dei mezzi di trasporto è crollata del -40%, arrivando quasi a dimezzare l’output di ottobre 2023. Non va meglio il settore moda, che è in calo del -10,5%. Unici settori positivi sembrano essere quelli elettrici, chimici e alimentari, anche se il dato è in crescita solo per alcune decimali.