Nuovo nome tra gli indagati dell’inchiesta sull’urbanistica di Milano. Non un nome qualsiasi, ma quello del sindaco Beppe Sala. Lo ha confermato lo stesso Sala, che, raggiunto dai giornalisti, ha detto di aver trovato “allucinante” apprendere il fatto dai quotidiani.
L’inchiesta è già stata definita come l’ennesimo “terremoto giudiziario” all’interno del Comune di Milano. Sono state chieste sei misure cautelari, con accuse tra corruzione e falso. L’amministrazione comunale ha risposto di non riconoscersi nella lettura della Procura.
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Per cosa è indagato Beppe Sala
Sala definisce “allucinante” che il sindaco della città sotto indagine apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura. Lo definisce un “metodo inaccettabile”. Intanto emergono i motivi dell’iscrizione nel registro degli indagati.
Beppe Sala sarebbe indagato nell’inchiesta urbanistica di Milano per due reati:
- false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone;
- concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità.
Al momento non ci sono molte informazioni e quelle che emergono non permettono di chiarire i presunti passaggi illeciti. Alla base dell’indagine c’è
la teorizzazione di un sistema di corruzione allo scopo di sostenere un’incontrollata espansione edilizia che ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo.
Le false dichiarazioni
La prima ipotesi di reato fa riferimento alle “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone”. Il caso riguarda le attestazioni di assenza di conflitti di interesse di Marinoni con i diversi operatori (costruttori e/o progettisti) dei lavori esaminati dalla Commissione. Secondo i pm, Sala era a conoscenza dei fatti.
Come si legge sul Corriere della Sera di Milano, gli inquirenti sembrano convinti che il sindaco sia stato indotto dall’assessore Tancredi a scegliere Marinoni come presidente della Commissione Paesaggio, conferendogli un potere da cui è pacifico che sia Tancredi per primo a trarre illeciti benefici.
Le pressioni sul Pirellino
L’altra ipotesi di reato riguarda il concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità sul progetto di Catella e Boeri, ovvero il grattacielo “Pirellino”.
Il caso del Pirellino è un gioco di influenze e pressioni, secondo i pm. Questo perché la Commissione, già il 23 marzo e poi il 18 maggio 2023, aveva giudicato il progetto inammissibile. Un mese dopo, la Commissione ha iniziato a esprimersi in maniera favorevole.
Emerge un messaggio vocale che racconta il retroscena: Boeri invia un messaggio a Catella nel quale riferisce di un incontro con Tancredi e Malangone; nel messaggio si parla di fare pressioni su Marinoni tramite il sindaco Sala, a cui lui aveva già mandato un messaggio. Nei messaggi successivi, secondo i pm, si evince una subordinazione di Sala alle pressioni.
Sala, a questo, risponde e fa notare che sono passati anni, ma i lavori non sono mai partiti. “Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare”, spiega.