Meloni conferma: “Presidenzialismo una priorità”. Come funziona

La repubblica presidenziale è uno dei punti fermi del governo guidato da Giorgia Meloni: le sue caratteristiche

Pubblicato: 30 Dicembre 2022 22:00

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Sì al presidenzialismo. La premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno ha confermato di volere riformare i poteri e la modalità di elezione del Capo dello Stato, come più volte ribadito anche nel corso della campagna elettorale. Il progetto se realizzato sarebbe epocale, essendo il dibattito aperto da tanti anni e in quanto richiederebbe la modifica della Costituzione.

La ministra competente, Maria Elisabetta Casellati, ha già assicurato un tavolo entro gennaio per discutere con tutti i gruppi parlamentari, opposizioni comprese. Ma le consultazioni, secondo le indiscrezioni, sarebbero già partite.

Le parole di Giorgia Meloni

Davanti ai giornalisti convocati per la tradizionale conferenza stampa di dicembre la presidente del Consiglio Meloni non ha escluso una iniziativa del governo in merito. “Il presidenzialismo è una delle mie priorità ed è un obiettivo a cui tengo particolarmente”, ha dichiarato, aggiungendo di essere certa che possa “fare bene all’Italia una riforma che consenta di avere stabilità e governi frutto dell’indicazione popolare”.

E per realizzarlo ha già indicato anche un metodo: “Vorrei fare una riforma il più possibile condivisa. Non ho pregiudizi e preclusioni. La Bicamerale è utile se c’è la volontà, non se ha scopi dilatori”. Per questa evenienza ha spiegato “di non essere così sprovveduta” dal non capire le eventuali mosse delle opposizioni.

In ogni caso si potrà discutere sul modello: “Il semipresidenzialismo non è il mio preferito, ma può esserci convergenza”. Il piano della prima donna premier della storia italiana, stando a quanto trapelato, prevedrebbe il passaggio da una Bicamerale di 15 o 20 parlamentari al massimo. Il tempo stimato per i lavori sarebbe di circa due anni. La certezza è che devono essere portati a termine entro questa legislatura. Andiamo a vedere nel dettaglio come funziona il presidenzialismo.

Cosa è il presidenzialismo

La repubblica presidenziale prevede che il potere esecutivo sia nelle mani del Presidente, che è allo stesso tempo sia il capo dello Stato che quello del governo. Eletto direttamente dai cittadini per un mandato di 5 anni, non ha bisogno del voto di fiducia parlamentare in quanto viene già promosso dalla maggioranza alle urne. Sulla base del presidenzialismo può:

  • Porre il veto alle decisioni delle Camere e svolgere alcuni compiti legislativi;
  • Dirigere la politica estera dello Stato;
  • Nominare gli alti funzionari.

Il Parlamento viene eletto indipendentemente dal Presidente ed è il titolare del potere legislativo. Per garantire un equilibrio di poteri, ai deputati viene infatti affidata l’esclusiva potestà di iniziativa legislativa. E il Presidente non può modificare le leggi, se non affidandosi a deputati a lui vicini. A differenza di quanto prevede una repubblica parlamentare, le due Camere non possono approvare una mozione di sfiducia che imponga le dimissioni dell’esecutivo e il capo dello Stato a sua volta non può sciogliere le Aule.

Il Presidente è alla guida dell’apparato burocratico e militare, quindi detiene il monopolio della forza statale, in quanto il potere esecutivo comanda proprio le forze dell’ordine, le forze armate e i servizi segreti. Il potere giudiziario gode di una sua indipendenza: è diretto da una Corte Suprema nominata dal Presidente ma è da quest’ultimo totalmente autonoma.

Il presidenzialismo, come noto, è adottato dagli Stati Uniti d’America, ma seguono lo stesso modello anche l’Argentina, il Cile, il Brasile, il Messico, l’Uruguay, il Costa Rica e la Corea del Sud.

Cosa è il semipresidenzialismo

Nel sistema del semipresidenzialismo, a cui la premier ha accennato nella conferenza stampa di fine anno per un possibile compromesso tra le forze parlamentari, il potere esecutivo è condiviso dal Presidente della Repubblica e dal primo ministro.

Il modello, adottato dalla Francia, ha caratteristiche del governo parlamentare, come la fiducia del Parlamento nei confronti dell’esecutivo e il potere del Presidente della Repubblica di scioglimento delle Camere, ma anche caratteristiche del governo presidenziale, quali l’elezione diretta del capo dello Stato.

Il Governo dipende dalla fiducia del Presidente della Repubblica e del Parlamento. Il primo ministro viene perciò nominato dal capo dello Stato ma necessita, insieme al resto del suo esecutivo, della fiducia parlamentare.