Olena Zelenska e Yulia Navalnaya non saranno alla Casa Bianca ad assistere al discorso sullo Stato dell’Unione che il presidente americano Joe Biden, terrà giovedì 7 marzo. Le due, infatti, hanno rifiutato l’invito degli Stati Uniti, una decisione vista da molti come uno sgarbo all’81enne che le avrebbe volute al suo fianco per l’occasione speciale. Ma nonostante gli inviti siano partiti per tempo, la first lady ucraina e la moglie del dissidente hanno declinato, portando la stampa americana a porre nuovi dubbi sulla figura del presidente e, soprattutto, gettando parecchi interrogativi su quelli che sono i reali motivi dietro al no delle due donne più discusse nel panorama internazionale.
Il rifiuto di Zelenska e Navalnaya
A riferire il grande no subito da Joe Biden è stato il Washington Post, che ha sottolineato come la moglie di Volodymyr Zelensky e quella di Alexei Navalny abbiano declinato l’invito della Casa Bianca. c’è chi riferisce che i due rifiuti possano essere collegati tra di loro, ma le dirette interessate avrebbero già smentito.
Per quanto riguarda Olena Zelenska, infatti, il no a partire verso Washington DC sarebbe legato a “impegni previsti nel programma, inclusa la visita a Kiev di bambini provenienti da un orfanotrofio, pianificato da tempo”. La first lady ucraina, quindi, avrebbe ringraziato Biden, ma dall’ambasciata ucraina è arrivato un no pesante.
Inizialmente si pensava potesse essersi tratto di un rifiuto legato al contemporaneo invito di Yulia Navanaya. La presenza della moglie dell’oppositore russo morto nelle scorse settimane, infatti, secondo molti non avrebbe fatto piacere a Kiev. Perché, infatti, mettere nella stessa stanza la moglie del presidente ucraino e quella di chi aveva attirato le polemiche con controverse affermazioni sull’appartenenza della Crimea alla Russia? La motivazione del rifiuto, però, è stata smentita successivamente.
Un rifiuto che poi è arrivato anche da parte di Navalnaya, che tramite il portavoce Kira Yarmish ha fatto sapere di essere lusingata dell’invito, ma anche del no. Questo perché “tutti dimentichino le circostanze degli eventi”, hanno fatto sapere, sottolineando che “il marito è morto due settimane fa” e “come ogni essere umano ha bisogno di tempo per riprendersi”.
Navalnaya contro Putin
E intanto dalla Russia rimbalzano le parole della moglie dell’oppositore russo contro Vladimir Putin. “Priviet, eta Yulia Navalnaya”, ovvero “ciao, sono Yulia Navalnaya” è il messaggio che la donna lancia a ogni video d’appello sui social, sottolineando come dopo la morte di Alexei Navalny è lei l’erede delle lotte del 47enne.
Una causa che sta a cuore a Navalnaya, che ha lanciato l’appello a unirsi al “Mezzogiorno contro Putin”, la protesta suggerita dal marito a inizio febbraio per boicottare la rielezione di Vladimir Putin. L’obiettivo sarebbe quello di andare alle urne a mezzogiorno del 17 marzo, terzo e ultimo giorno delle presidenziali che potrebbero riconfermare Vladimir Putin per un quinto mandato, e invalidare il voto.
“Dobbiamo recarci ai seggi elettorali lo stesso giorno e alla stessa ora, il 17 marzo a mezzogiorno. Potete votare per qualsiasi candidato tranne Putin, potete rovinare la vostra scheda elettorale, potete scrivere “Navalny” a grandi lettere” l’appello in video della donna che ha spiegato che “se veniamo nello stesso momento, la nostra voce contro Putin risuonerà molto più forte”.