Draghi avverte l’Europa sull’invasione dei prodotti cinesi: “Colpa dei dazi Usa”

Draghi durissimo con l'Europa su difesa, investimenti ed energia, il discorso al Parlamento europeo dell'ex presidente del Consiglio esorta ad agire subito

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 18 Febbraio 2025 14:44

In occasione della European Parliamentary Week, l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato davanti all’intera Eurocamera, in seduta plenaria. Il discorso di Draghi si è focalizzato sulla situazione internazionale, passando dalla difesa dell’Ucraina ai dazi americani, per poi passare alla necessità di attuare le indicazioni date cinque mesi fa nel rapporto sulla competitività dell’Ue.

L’ex presidente della Bce ha anche parlato di una possibile invasione di prodotti cinesi nei prossimi anni. Sarebbe una delle conseguenze dei dazi americani, e le aziende europee sono particolarmente preoccupate di quello che potrebbe succedere.

Draghi mette in guardia dall’invasione dei prodotti cinesi

Nel suo discorso al Parlamento europeo, Mario Draghi ha messo in risalto una conseguenza indiretta dei dazi che gli Usa hanno imposto alla Cina e che Trump potrebbe estendere anche a buona parte degli alleati dell’America: “L’aumento dei dazi statunitensi sulla Cina reindirizzerà la sovraccapacità cinese verso l’Europa, colpendo ulteriormente le imprese europee. In effetti, le grandi aziende dell’Ue sono più preoccupate da questo effetto che dalla perdita di accesso al mercato statunitense”.

La previsione di Draghi potrebbe presto avverarsi. La Cina sta perdendo accesso al mercato americano, ma non sta adattando la sua produzione industriale a questa situazione. Inoltre il suo mercato interno è in crisi fin dal 2023, e in molti casi non riesce ad assorbire l’offerta, creando la sovraccapacità di cui parla l’ex presidente del Consiglio.

Per trovare nuovi sbocchi, le aziende cinesi potrebbero riversare una grande quantità di prodotti sui mercati europei. Questo potrebbe mettere in grande difficoltà le aziende del Vecchio Continente, come sta già accadendo in alcuni settori come l’automotive e quello delle energie rinnovabili. Sarebbe questo il principale problema delle imprese europee in conseguenza ai dazi di Trump, non tanto la perdita di accesso al mercato americano, secondo Draghi.

L’urgenza di agire in Unione europea

Draghi, durante il suo discorso, ha sottolineato che l’Ue deve agire in fretta in diversi ambiti. Il primo è quello della crescita: mentre il resto del mondo aumenta la propria ricchezza, quella europea ristagna. Per risolvere questo problema serve puntare su tre elementi: velocità, scala e intensità: “Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull’equity” ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio.

Altro punto fondamentale del discorso di Draghi è stata la difesa. L’ex presidente della Bce ha duramente criticato l’industria degli armamenti e gli eserciti europei, troppo frammentati e senza uno standard comune. Questo impedisce all’intero settore di crescere di dimensioni: “I nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l’Ue è inferiore alla somma delle parti” ha dichiarato.

Infine è tornato sul rapporto sulla competitività europea da lui redatto, nel quale chiedeva 800 miliardi di investimenti all’anno, pubblici e privati, per far tornare l’Europa a competere con le potenze mondiali: “Il dato degli 800 miliardi l’anno è stimato per difetto. Per finanziare questi investimenti serve un debito comune, che deve essere, per definizione, sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi” ha concluso Draghi.