Caso Santanchè, mozione di sfiducia nel silenzio del governo Meloni: la “fuga” della ministra

Santanchè è stata rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali su una delle società del gruppo da lei fondato. La mozione di sfiducia è partita dal Movimento 5 Stelle e sottoscritta dal Partito Democratico

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 10 Febbraio 2025 17:22

Nell’Aula della Camera si è conclusa la discussione generale sulla mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Al termine dell’ultimo intervento, la ministra si è alzata dai banchi del governo e ha lasciato l’emiciclo. Dalla maggioranza nessun intervento, mentre sono incerti i tempi del voto finale.

La mozione di sfiducia a Santanchè

Nell’Aula di Montecitorio c’è stata la discussione generale della mozione di sfiducia alla ministra Santanchè, rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali su una delle società del gruppo da lei fondato.

La mozione alla ministra, presentata dal Movimento 5 Stelle, è stata sottoscritta anche dalla capogruppo Pd, Chiara Braga, e da quella di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella. In Aula, Santanchè era seduta accanto ai ministri Ciriani e Musumeci. Tra i deputati dell’opposizione presenti la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il leader del M5S Giuseppe Conte. Vuoti i banchi di Forza Italia, Lega e Noi Moderati.

Le dichiarazioni dei presenti in Aula

Durante il suo intervento, il deputato dem Ricciardi ha paragonato il caso Santanchè a quello del ministro Sangiuliano: “Che differenza c’è tra la posizione del ministro Sangiuliano e la posizione della ministra Santanchè? Perché Sangiuliano è stato fatto dimettere e la stessa cosa non accade con la ministra Santanchè? Perché Sangiuliano è un gigante di etica pubblica e politica oppure Santanchè è in grado di muovere delle leve di ricattabilità che il ministro Sangiuliano non aveva?”, ha attaccato il deputato.

“Ci ricordiamo la presidente del Consiglio, che dai quei banchi ha chiesto le dimissioni di tutti, anche contro Idem. La doppia verità non paga mai, chiediamo che sia fatto un processo di verità e che il governo rimuova quest’ombra, che è la ministra Santanchè”, ha detto il deputato di Avs Filiberto Zaratti.

Tra gli interventi anche quello del deputato M5S Enrico Cappelletti: “Il turismo è un settore troppo importante, sviluppa un giro d’affari 100 miliardi di euro all’anno, non può essere lasciato a un ministro che ha già dimostrato di non essere all’altezza e che dovrà passare più tempo nelle aule giudiziarie che al ministero”.

Nessuna dichiarazione invece da parte dei deputati della maggioranza, che potrebbero intervenire durante la fase di dichiarazione di voto. Un silenzio interpretato da più fonti come un segnale di indifferenza riguardo all’intera questione. Al termine della discussione generale, la ministra Santanchè si è alzata dai banchi del governo e ha lasciato l’emiciclo subito dopo l’ultimo intervento. Dalle file del M5s si sono levate le grida di deputate e deputati che hanno attaccato la ministra per non aver risposto, contrariamente a quanto previsto dal Regolamento.

Poche certezze sui tempi di esame e voto. La mozione di sfiducia è stata inclusa nel calendario della Camera per questa settimana (da martedì a venerdì), ma giovedì è programmata una seduta comune del Parlamento, durante la quale l’aula dovrà approvare, tra gli altri, il decreto Pnrr in scadenza.

I motivi della sfiducia a Santanchè

Santanchè è stata rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali su Visibilia, una delle società del suo gruppo. Sette anni di bilanci controversi, un insieme di dati che, secondo l’accusa, avrebbe celato perdite ingenti e permesso a società in crisi di sopravvivere.

Tra il 2016 e il 2022, la Guardia di Finanza di Milano ha rilevato l’iscrizione di avviamenti aziendali per importi compresi tra 3,2 e 3,8 milioni di euro, senza le necessarie svalutazioni già richieste dai revisori. I magistrati sostengono che tali operazioni abbiano ingannato gli investitori e permesso alla struttura Visibilia di continuare a operare, contrariamente ai principi contabili.

Tuttavia, la difesa di Santanchè non ha mai ceduto. I legali della ministra ribadiscono la totale trasparenza nei confronti dei soci, affermando che non ci sia mai stata alcuna alterazione contabile.