Forza Italia esulta: le pensioni minime entrano ufficialmente nell’agenda del governo Meloni in vista della Manovra 2025. Dopo settimane in cui notizie e dietrologie si sono rincorse sulle pagine dei quotidiani, è la premier stessa a mettere i puntini sulle i specificando l’impegno dell’esecutivo sulle pensioni più basse. L’occasione è stata il colloquio (a distanza) con Paolo Del Debbio a 4 di Sera su Rete4.
Giorgia Meloni ha fatto un discorso economico di ampio respiro difendendo l’operato del suo governo. Prima ha parlato dei risultati economici dell’Italia lodando le imprese, il sistema produttivo e i lavoratori. Poi ha ribadito la volontà dell’esecutivo di mettere un freno all’elargizione dei “bonus a pioggia”, per concentrare le poche risorse disponibili per aiutare “le imprese che assumono” e poi anche, “i salari dei lavoratori, i redditi delle famiglie, la salute dei cittadini”. Infine ha affrontato il nodo delle pensioni.
Aumento delle pensioni minime
“L’aumento delle pensioni minime è una delle nostre priorità, e in generale le pensioni basse“, ha specificato Giorgia Meloni. “In questi due anni noi abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo. L’abbiamo fatto facendo crescere di meno le pensioni che erano molto alte, un’opera secondo me equa, che continueremo a fare perché sicuramente queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto da parte dello Stato”, ha aggiunto conversando con Del Debbio.
La posizione di Forza Italia
Quello dell’aumento delle pensioni minime è un vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi ed è ancora al centro dell’interesse di Forza Italia ora che il testimone è passato ad Antonio Tajani.
“Il nostro partito farà proposte serie, con le relative coperture. Come un ulteriore sgravio per le pensioni minime e basse, tenendo conto di chi ha versato i contributi e ha lavorato come di chi non li ha versati. Non si può vivere con 600 euro al mese. Il nostro obiettivo è arrivare a 1.000 euro entro la fine della legislatura“. Così ha dichiarato il segretario di FI al quotidiano Il Messaggero.
Tajani è in pressing anche per abbassare le tasse sui redditi (taglio del cuneo fiscale e riduzione dell’Irpef) e per lo stanziamento di fondi per le donne e gli studenti.
La rivalutazione delle pensioni minime nel 2024
Per l’anno 2024, il trattamento minimo dell’assegno pensionistico è salito a 614,77 euro per tutti i percettori. Come ha chiarito l’Inps nella circolare 1/2024, tale rivalutazione straordinaria delle pensioni è stata prevista dal governo Meloni con la Legge di Bilancio 2023, con cui si è riconosciuto un ulteriore incremento del +2,7%.
Ma le pensioni minime vengono rivalutate ogni anno in base all’inflazione. Per il 2025 la percentuale stimata è pari all’1,6% quindi la soglia minima potrebbe salire di 9,57 euro, arrivando così a 608,18 euro al mese (per 7.906 euro circa l’anno). Sempre che il governo, come annunciato, non dovesse intervenire con un provvedimento ad hoc per spingere al rialzo gli assegni.