Qualità dell’aria, l’Unione Europea boccia l’Italia aprendo una procedura per infrazione

Valori oltre i limiti in alcune zone d'Italia, la quale dovrà correre ai ripari per evitare multe salate da parte dell'Ue per non aver rispettato le direttive

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 13 Marzo 2024 16:32

La Commissione Europea ha annunciato l’avvio di una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, evidenziando il mancato rispetto degli obblighi sulla qualità dell’aria e il non rispetto della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea emessa il 10 novembre 2020.

Qualità dell’aria sotto gli standard permessi dalle direttive

Bruxelles ha denunciato che nel 2022 ben ventiquattro zone italiane presentavano valori di concentrazione dell’inquinamento superiori ai limiti giornalieri consentiti, mentre una zona superava i limiti annuali previsti dalla normativa europea.

La direttiva europea sulla qualità dell’aria, parte integrante del Green Deal, mira a raggiungere l’obiettivo di “inquinamento zero”, proteggendo la salute umana e l’ambiente naturale. Gli Stati membri sono tenuti a mantenere al di sotto di determinati livelli le concentrazioni di inquinanti specifici nell’aria, come il particolato PM10.

La legislazione europea prevede che gli Stati membri adottino e attuino piani di qualità dell’aria per porre fine alle eccedenze di inquinanti atmosferici. Tuttavia, le misure legislative e amministrative finora adottate dall’Italia si sono dimostrate insufficienti per affrontare efficacemente il problema.

In assenza di azioni immediate da parte dell’Italia entro due mesi, il caso potrebbe essere deferito alla Corte di giustizia dell’Ue. L’inquinamento atmosferico rappresenta una minaccia grave per la salute pubblica e l’ambiente, e l’Italia è ora chiamata a prendere provvedimenti decisivi per affrontare questa sfida critica.

Il documento da Bruxelles

Come si legge sul sito ufficiale dell’Unione Europea, l’Italia registra oltre 66.000 morti premature all’anno a causa del particolato sospeso nell’aria, rendendolo il paese più colpito dell’Unione Europea in termini di mortalità correlata al PM10, secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea).

Le fonti principali di inquinamento da PM10 (cioè le polveri fini) in Italia includono le emissioni provenienti da energia e riscaldamento, trasporti, industria e agricoltura. Un’allerta ancora più grave è stata emessa per 30 zone di qualità dell’aria in tutto il paese, dove i valori limite giornalieri per il PM10 sono stati costantemente superati dal 1° gennaio 2005.

Questa è solo l’ultima avvertenza in una lunga serie di violazioni della legislazione dell’Ue sull’inquinamento atmosferico da parte dell’Italia. La decisione odierna segue una precedente sentenza della Corte di giustizia dell’Ue del 2012, che ha trovato l’Italia in violazione della legislazione Ue per gli anni 2006 e 2007.

Le 30 zone colpite si trovano in varie regioni italiane, comprese Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. Inoltre, ci sono anche 9 zone che hanno superato il limite annuale di PM10, tra cui Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, Torino e Valle del Sacco (Lazio).

Quali sono gli effetti del PM10 sull’uomo e sull’ambiente

Il PM10, particolato sospeso con diametro inferiore a 10 micrometri, produce effetti dannosi sia sulla salute umana che sull’ambiente. Sulla salute, può causare problemi respiratori come irritazioni e infiammazioni delle vie respiratorie, peggiorare l’asma e aumentare il rischio di infezioni polmonari. Inoltre, è associato a malattie cardiache, irritazioni degli occhi, del naso e della gola, e potenziali disturbi neurologici.

Sull’ambiente, contribuisce alla formazione di piogge acide, danneggia monumenti e materiali, riduce la visibilità e influisce sulla biodiversità, compromettendo la salute degli animali selvatici e alterando gli ecosistemi naturali.