Plastica, metalli, vetro e molto altro: i nostri telefoni sono miniere e neanche lo sappiamo. In occasione della Giornata mondiale del riciclo, che si celebra ogni anno il 18 marzo, ci siamo chiesti come recuperare i vecchi telefoni passati di moda o con tecnologie un po’ superate, che, però, non sono certo da buttare. Sia perché inquinano sia perché sono ricchi di sostanze utili.
Buona parte dei materiali di cui sono fatti gli smartphone, infatti, possono essere recuperati e, se trattati correttamente, reimmessi nei cicli produttivi. Vediamo come, sulla base dei consigli forniti da Ecolight – Consorzio di Sistema Ecolight per la gestione dei Raee.
Quanti cellulari ci sono in circolazione in Italia
Partiamo da un dato, giusto per capire di quale patrimonio inestimabile stiamo parlando: solo nel 2024 sono stati venduti circa 1,5 miliardi di smartphone in tutto il mondo. In Italia, ce ne sono in circolazione oltre 46 milioni. Insomma, ne è passato di tempo da quel lontanissimo 6 marzo 1983, data in cui fu messo in vendita il primo cellulare della storia, il Motorola DynaTAC 8000X, soprannominato “il mattone” per dimensioni e peso.
La tecnologia ha rivoluzionato il mondo, e adesso però ci deve dare un mano a trasformare l’innovazione in un’innovazione ancora più potente, e sostenibile. Purtroppo, oggi nel nostro Paese solo 1 telefono su 6 viene riciclato, quando non funziona più. Nel 2023 sono state raccolte 349mila tonnellate di rifiuti elettronici solo nel Belpaese. Nel 2024 è andata un po’ meglio: la raccolta solo di R4 ha superato le 80mila tonnellate, con una crescita di circa il 7,4% rispetto all’anno precedente.
Eppure, i telefoni contengono plastica, metalli preziosi, vetro, oro persino… Qualcosa dovrebbe cambiare in ottica green dal 20 giugno, quando entrerà in vigore in Ue l’etichetta energetica anche per gli smartphone, ma il cammino è ancora lungo.
Cosa fare dunque con i vecchi telefoni per essere più sostenibili a partire da noi stessi, per contribuire a un’economia più pulita e circolare?
No nell’indifferenziata
La prima regola d’oro è non gettarli nei rifiuti indifferenziati: gli smartphone contengono materiali riciclabili che devono essere smaltiti correttamente, altrimenti diventano “piccole” bombe inquinanti.
Via le batterie
Secondo consiglio, togliamo le batterie: se decidiamo di non usare più un cellulare, ricordiamoci di rimuoverle, e di non buttarle dove capita. Queste devono essere smaltite nei contenitori dedicati che troviamo in giro per le città.
Esistono gli ecocentri
Terza cosa da fare quando vogliamo dire al vecchio dispositivo, facciamo lo sforzo di portarlo nei centri di raccolta Raee. Sì, è un po’ noioso e ce lo dobbiamo ricordare, ma si può fare. Possiamo consegnare il vecchio smartphone e i relativi accessori nelle isole ecologiche comunali. In Italia ci sono circa 4.500 ecocentri solo per i rifiuti elettronici, quindi non dovremmo rischiare di non trovarli nel nostro Comune o almeno in quello vicino.
I punti di raccolta dei negozi
Quarto suggerimento, utilizziamo i punti di raccolta presenti nei negozi di telefonia. I punti vendita che hanno una superficie di vendita dedicata solo agli AEE (cioè alle apparecchiature elettriche ed elettroniche) di almeno 400 metri quadri sono tenuti al ritiro gratuito dei dispositivi di piccole dimensioni, come gli smartphone: in gergo, questo si chiama principio “Uno contro Zero”.
Nuovo per vecchio
Infine, ultima regola ma non meno importante, se stiamo comprando un nuovo apparecchio telefonico, ricordiamoci di consegnare quello vecchio al rivenditore. Nel caso di acquisto di una nuova apparecchiatura elettronica in sostituzione di una di equivalente funzionalità, è possibile lasciare quella vecchia direttamente in negozio al momento dell’acquisto. Il ritiro è gratuito ed è previsto anche in caso di acquisto online.
Ricordiamoci che abbandonare i rifiuti o non smaltirli in modo corretto è reato e si incorre in sanzioni serie.