Cambiamento climatico, i funghi come nuovo alleato per contrastarlo

Non tutti i funghi sono uguali, alcune specie si sono dimostrate migliori di altre nel migliorare le prestazioni delle piante e nel trattenere la Co2 del suolo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 27 Agosto 2024 13:01

La scienza ci avverte: il nostro pianeta sta cambiando a un ritmo senza precedenti. Il riscaldamento globale sta sconvolgendo gli equilibri climatici, con mutazioni nelle correnti oceaniche, nelle precipitazioni e nei venti che mettono a dura prova ecosistemi e società. Le conseguenze sono sotto i nostri occhi: temperature record, eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e costi economici insostenibili.

Ma c’è una speranza. Nel cuore agricolo dell’Australia, gli scienziati stanno esplorando una soluzione innovativa e sorprendente: sfruttare i funghi per combattere il cambiamento climatico. Questi minuscoli organismi, con i loro viticci sotterranei, possiedono un potere straordinario: sono in grado di assorbire l’anidride carbonica direttamente dall’aria e di immagazzinarla nel terreno.

In altre parole, i funghi potrebbero diventare i nostri alleati nella lotta contro il riscaldamento globale, offrendoci un modo naturale ed efficace per ridurre le emissioni di CO2 e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Questa scoperta apre nuove prospettive per l’agricoltura sostenibile e per la tutela del nostro pianeta.

Cosa rende questo approccio così interessante?

  • Sostenibilità: i funghi rappresentano una risorsa naturale e rinnovabile, capace di adattarsi a diversi ambienti
  • Efficacia: i viticci dei funghi formano una rete intricata nel sottosuolo, aumentando la capacità del terreno di assorbire e trattenere il carbonio
  • Versatilità: questa tecnica potrebbe essere applicata in diverse aree, dall’agricoltura alla riforestazione, contribuendo a ripristinare ecosistemi degradati

La scoperta del potenziale dei funghi nella lotta contro il cambiamento climatico rappresenta una svolta importante. L’Australia ci sta mostrando la strada verso un futuro più sostenibile, dove la natura e la scienza lavorano insieme per proteggere il nostro pianeta.

La rivoluzione del sequestro del carbonio attraverso i funghi

Loam Bio e i principali ricercatori della Western Sydney University hanno annunciato oggi i risultati di una collaborazione pionieristica che dimostra come i funghi possano aumentare le riserve di carbonio nel suolo e la loro stabilità (Stuart et al. 2024). Questa ricerca innovativa dimostra che i funghi utilizzati da Loam Bio hanno il potenziale per incrementare il sequestro del carbonio nel suolo e migliorare la stabilità del carbonio immagazzinato.

Non tutti i funghi sono uguali – alcuni ceppi fungini si sono rivelati più efficaci di altri nel migliorare le prestazioni delle piante e nel stabilizzare il carbonio nel suolo. Durante il raccolto, i trattamenti con specifici funghi nativi applicati ai semi nello studio hanno mostrato risultati sorprendenti:

  • Fino al 9,4% di carbonio in più nel suolo rispetto alle piante non trattate con funghi
  • Fino al 21% in più di carbonio negli aggregati del suolo durante il raccolto, il che potrebbe spiegare l’aumentata stabilità del carbonio nel suolo grazie alla protezione fisica del carbonio dalla decomposizione
  • Fino al 20% in più di carbonio resistente dopo 135 giorni di incubazione del suolo post-raccolto, il che implica che il carbonio sequestrato è meno suscettibile di essere perso nel tempo

Un aspetto particolarmente importante è che aumentare la stabilità del carbonio nel suolo indica che il carbonio sequestrato è meno probabile che venga disperso in futuro.

Questo studio innovativo è stato condotto da ricercatori di fama mondiale come la Dr.ssa Emiko K. Stuart, la Dr.ssa Laura Castañeda-Gómez, il Prof. Jeff R. Powell e il Dr. Wolfram Buss dell’Australian National University, sotto la guida della Dr.ssa Yolima Carrillo dell’Hawkesbury Institute for the Environment della Western Sydney University.

Questa evidenza del fatto che i funghi nativi possono sequestrare carbonio nel suolo apre nuove opportunità per gli agricoltori, permettendo loro di migliorare la salute del suolo e di guadagnare crediti di carbonio. Dal 2019, Loam Bio sta sviluppando prodotti che affrontano il problema del eccesso di carbonio nell’atmosfera e della scarsità di carbonio nei suoli, dove è essenziale per la salute del suolo e la produttività agricola. Attraverso una caratterizzazione indipendente della libreria fungina di Loam, i ricercatori della Western Sydney University hanno dimostrato il potenziale dei funghi non micorrizici per il sequestro del carbonio.

Combinare più approcci per valutare le risposte del carbonio nel suolo, la sua origine, dinamica e destino in condizioni sperimentali controllate è stata una strategia potente per rilevare e comprendere l’impatto delle diverse specie fungine, e non vediamo l’ora di continuare a investigare i meccanismi che guidano le risposte positive osservate,” ha dichiarato la Dr.ssa Carrillo.

“Nella nostra ricerca di potenziare il sequestro stabile del carbonio nel suolo, i risultati relativi ai pool di carbonio resistente sono emersi come scoperte critiche,” ha aggiunto il Dr. Jones. “Questi pool fungono da barriera vitale contro la perdita di carbonio nel suolo e giocano un ruolo chiave nel posizionare i nostri sistemi agricoli e l’industria agricola australiana all’avanguardia nella mitigazione del cambiamento climatico.”

Innovazione e sostenibilità: la rivoluzione di Loam Bio nell’agricoltura del carbonio

L’agricoltura sta vivendo una vera e propria rivoluzione, grazie a soluzioni innovative che mirano a coniugare produttività e sostenibilità. Come l’idea nata dalla startup Loam Bio, specializzata in agricoltura del carbonio.

Partendo da solidi studi scientifici, Loam Bio ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria chiamata CarbonBuilder. Si tratta di una polvere biologica da applicare ai semi, in grado di accelerare la crescita delle piante e, di conseguenza, di aumentare la capacità del suolo di sequestrare il carbonio.

Come funziona?

Il segreto di CarbonBuilder risiede nella biodiversità microbica. Reintroducendo nel suolo microrganismi benefici, come i funghi, si stimola la formazione di una rete di sottili filamenti che avvolgono le radici delle piante. Questa rete, chiamata micorriza, svolge un ruolo fondamentale nell’assorbimento di acqua e nutrienti, ma anche nel sequestro del carbonio.

I benefici di CarbonBuilder sono molteplici:

  • Aumento della produttività agricola: le piante trattate con CarbonBuilder crescono più velocemente e sono più resistenti a stress ambientali
  • Miglioramento della qualità del suolo: la presenza di microrganismi benefici contribuisce a rendere il suolo più fertile e sano
  • Riduzione delle emissioni di CO2: il carbonio sequestrato nel suolo non viene rilasciato nell’atmosfera, contribuendo così a mitigare i cambiamenti climatici

Loam Bio offre una soluzione concreta e innovativa per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. Grazie a CarbonBuilder, l’agricoltura può diventare un alleato nella lotta contro il riscaldamento globale, contribuendo a un futuro più sostenibile per il nostro pianeta.

Loam Bio: una rivoluzione verde per catturare il carbonio

“Stiamo realizzando la prossima generazione di strumenti necessari per aumentare la quantità di carbonio rimosso dall’atmosfera e immagazzinato nei terreni, per le aziende agricole di tutte le dimensioni. Vogliamo realizzare azioni climatiche misurabili”, ha precisato Tegan Nock, fondatrice di Loam Bio.

Questo percorso fa parte di una grande scommessa su cui imprenditori e investitori di tutto il mondo stanno puntando negli ultimi tempi: l’uso di tecnologie impattanti nel settore agricolo che siano in grado di offrire pratiche sostenibili per aiutare gli agricoltori a mitigare, cioè ridurre le emissioni, ove possibile. L’agricoltura “intelligente” dal punto di vista climatico è un approccio che mira a guidare le pratiche agricole in modo da tener conto degli effetti del cambiamento climatico e della crescente popolazione mondiale.

Loam Bio, con la sua tecnologia innovativa, sta aprendo la strada a un futuro in cui l’agricoltura non solo è sostenibile, ma contribuisce attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico. L’obiettivo è creare un sistema agricolo che non solo riduca le emissioni di anidride carbonica, ma che sia anche in grado di immagazzinare carbonio nei terreni, migliorando così la salute del suolo e la produttività delle coltivazioni. Questo approccio non solo beneficia l’ambiente, ma offre anche vantaggi economici agli agricoltori, rendendo le loro pratiche più efficienti e resilienti.

In un mondo in cui le risorse naturali sono sempre più sotto pressione, l’innovazione nel settore agricolo diventa cruciale per garantire un futuro sostenibile. Loam Bio e altre aziende all’avanguardia stanno dimostrando che è possibile conciliare la produttività agricola con la protezione dell’ambiente, creando un modello di sviluppo che sia equilibrato e sostenibile per le generazioni future.

Loam Bio, una rivoluzione verde nata in Australia per un futuro a zero emissioni

Fondata nel 2019 ad Orange, nel Nuovo Galles del Sud, da Tegan Nock e Guy Hudson (attuale Ceo), Loam Bio è una startup innovativa composta da una squadra di scienziati, agricoltori e imprenditori. Questa squadra multidisciplinare opera tra Australia e Nord America, con l’obiettivo principale di immagazzinare quante più tonnellate possibili di CO2 nei terreni agricoli attraverso il processo di biosequestro del carbonio. L’iniziativa di Loam Bio si inserisce nella visione di una economia a zero emissioni, contribuendo significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

La startup australiana mira a rivoluzionare i metodi di coltivazione tradizionali, potenziando la capacità naturale delle piante di immagazzinare carbonio nel terreno. Questo approccio innovativo non solo favorisce la riduzione delle emissioni di CO2, ma apporta anche numerosi benefici ai contadini e agli ecosistemi locali. L’accumulo di carbonio nel terreno migliora la produttività delle coltivazioni e la resilienza climatica dei sistemi agricoli, rendendoli più capaci di affrontare condizioni climatiche avverse e variazioni ambientali. Inoltre, questa pratica può ridurre la quantità di fertilizzante azotato utilizzato nella produzione agricola, contribuendo ulteriormente alla diminuzione delle emissioni di gas serra e promuovendo una maggiore sostenibilità delle operazioni agricole.

“La scienza microbica ha il potenziale di svolgere un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni, attraverso il biosequestro del carbonio. E la tecnologia microbica di Loam Bio consente di immagazzinare maggiori volumi di carbonio nei terreni per periodi di tempo più lunghi”, racconta Tegan Nock, fondatrice di Loam Bio. Questa tecnologia avanzata sfrutta i microorganismi benefici presenti nel suolo per migliorare la capacità di sequestro del carbonio, rendendo il terreno un efficace serbatoio di CO2. Grazie a questa innovazione, Loam Bio riesce a stabilizzare il carbonio nel suolo, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni atmosferiche e alla sostenibilità ambientale.

Loam Bio si impegna a collaborare strettamente con agricoltori e comunità locali, offrendo soluzioni personalizzate e supporto tecnico per implementare pratiche agricole sostenibili. Attraverso queste partnership, la startup promuove l’adozione di tecniche di biosequestro che non solo migliorano la salute del suolo, ma aumentano anche la produttività agricola e la resilienza delle colture. Questo approccio integrato favorisce la creazione di un modello agricolo sostenibile, che è economicamente vantaggioso per gli agricoltori e benefico per l’ambiente.

Inoltre, Loam Bio si distingue per la sua capacità di innovare nel campo del biosequestro del carbonio, sviluppando tecnologie avanzate che permettono di massimizzare l’immagazzinamento del carbonio nei terreni agricoli. La polvere di trattamento per sementi sviluppata da Loam Bio, nota come CarbonBuilder, è un esempio di come la biotecnologia possa essere applicata per creare carbonio stabile nel suolo. Questo prodotto innovativo non solo migliora la fertilità del terreno, ma contribuisce anche a ridurre l’uso di fertilizzanti chimici, diminuendo ulteriormente l’impatto ambientale delle attività agricole.

Loam Bio rappresenta un modello di eccellenza nell’ambito del biosequestro del carbonio e dell’agricoltura sostenibile. La combinazione di ricerca scientifica, innovazione tecnologica e collaborazione con il settore agricolo consente a questa startup di affrontare efficacemente le sfide poste dal cambiamento climatico, promuovendo un futuro più verde e sostenibile. Attraverso il loro impegno, Loam Bio contribuisce in modo significativo alla costruzione di una economia a zero emissioni, dimostrando come la scienza e l’innovazione possano essere strumenti potenti nella lotta contro le emissioni di carbonio e nella promozione di un’agricoltura resiliente e sostenibile.

Loam bio: una startup rivoluzionaria che attrae investimenti globali per la cattura del carbonio nel suolo

Dalla sua fondazione, Loam Bio ha raccolto 105 milioni di dollari da una serie di investitori che hanno creduto fermamente nel potenziale rivoluzionario della sua tecnologia microbica per la cattura del carbonio nel suolo. Tra questi investitori spiccano nomi di grande rilievo, come la Clean Energy Finance Corporation, un ente di proprietà del governo australiano, il fondo di capitale di rischio TIME Ventures gestito da Marc Benioff, miliardario della Silicon Valley e Ceo nonché fondatore della società di software Salesforce, e il miliardario canadese Tobi Lutke, fondatore della società di e-commerce Shopify.

“Siamo riusciti a dimostrare la nostra tecnologia su piccola scala, ora il nostro sogno è di diffonderla a tutti i coltivatori del mondo“, ha dichiarato con ambizione la cofondatrice Tegan Nock, sottolineando la portata globale della loro visione.

Loam Bio è oggi composta da circa 40 persone, che lavorano in quattro laboratori e gestiscono 25 sedi distaccate tra Australia e Stati Uniti. Dopo il lancio del loro prodotto in Australia nel 2023, l’azienda agritech ha in programma di commercializzare la tecnologia anche negli Stati Uniti, con un obiettivo di espansione che guarda oltre, puntando in particolare al Brasile come prossima tappa.

Uno dei pilastri della forza innovativa di Loam Bio è la creazione di una libreria di quasi 2000 ceppi microbici, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sviluppo. Tra questi, sono stati identificati i ceppi che aiutano le piante a immagazzinare carbonio nel terreno a lungo termine, garantendo non solo una riduzione delle emissioni di CO2, ma anche un miglioramento della salute del suolo e della sostenibilità agricola.

Con il supporto di importanti investitori e una solida base scientifica, Loam Bio si posiziona come una startup pionieristica nel campo dell’agricoltura sostenibile e della tecnologia per il clima, con l’ambizione di trasformare le pratiche agricole a livello globale e contribuire in modo significativo alla lotta contro il cambiamento climatico.