Eredità con beneficio d’inventario, bisogna pagare subito le imposte: il chiarimento

L'Agenzia delle Entrate chiarisce che le imposte di successione vanno pagate subito anche se l'eredità è accettata con beneficio d'inventario

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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In attesa dell’inventario dei beni, è necessario pagare le tasse sull’eredità ricevuta. È questo il contenuto della risposta dell’Agenzia delle Entrate a un interpello, che ha fornito chiarimenti sui trattamenti fiscali dei beni entrati in successione quando a beneficiare dell’eredità è un minorenne.

La richiesta di informazioni prende spunto da un caso specifico. Un figlio minorenne era stato designato erede della madre deceduta nel 2025. Il Tribunale dei Minori aveva autorizzato l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario.

Il dubbio dell’interpellante era legato alle tempistiche di pagamento delle imposte di successione: si può attendere la fine dell’inventario o è necessario farlo subito?

Quando si pagano le tasse sull’eredità?

Il quesito posto all’Agenzia delle Entrate è chiaro e cristallino. Quando scatta l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi del de cuius? È necessario farlo subito dopo la dichiarazione di accettazione dell’eredità o nel momento in cui sia stato definitivamente chiuso l’inventario?

Con la risposta n. 275 del 3 novembre 2025, l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che il minore diventa erede a tutti gli effetti del de cuius nel momento in cui viene presentata la dichiarazione di accettazione con beneficio d’inventario, anche se questo non è stato ancora concluso.

A partire da questo momento, attraverso il proprio legale rappresentante, il minore deve presentare la dichiarazione dei redditi a nome del de cuius. E, soprattutto, deve provvedere a versare le relative imposte, per le quali può beneficiare della proroga di 6 mesi che viene concessa a tutti gli eredi.

La normativa di riferimento

Per capire le motivazioni che stanno dietro all’indicazione fornita dall’Agenzia delle Entrate è necessario richiamare quanto previsto dal diritto civile successorio e dagli obblighi tributari che sono in capo agli eredi. Ma non solo: bisogna buttare un’occhio anche alle tutele che il legislatore ha previsto per i minorenni.

La prima norma da tenere a mente è l’articolo 471 del Codice Civile, che tutela i minori, gli interdetti e gli inabilitati. Questi soggetti hanno la possibilità di accettare l’eredità solo e soltanto con il beneficio d’inventario e dopo che arriva l’autorizzazione del giudice tutelare.

Questa sorta di tutela è stata introdotta per evitare che persone prive della piena capacità di agire possano assumere delle responsabilità patrimoniali illimitate, prendendosi in carico anche gli eventuali debiti ereditari.

Per tutelare i minori interviene anche l’articolo 320, comma 3, del Codice Civile, il quale, sostanzialmente, impedisce ai genitori di disporre dei beni che arrivano ai figli a qualsiasi titolo, anche a seguito di un decesso, senza che sopraggiunga la relativa autorizzazione del giudice tutelare.

Stessa indicazione si può riscontrare all’interno dell’articolo 374 del Codice Civile, che, almeno per le persone che sono soggette a tutela, prevede che il tutore ottenga l’autorizzazione del giudice prima di accettare o rinunciare a una qualsiasi eredità.

L’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario

A questo punto è necessario soffermarsi sulle caratteristiche dell’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario.

Questo istituto è regolamentato dall’articolo 484 del Codice Civile, che prevede che si concretizzi attraverso una dichiarazione ricevuta dal notaio o dal cancelliere del tribunale del luogo nel quale è stata aperta la successione. Questa dichiarazione deve essere iscritta nel registro delle successioni e ha effetto dal momento stesso in cui è stata presentata. A prescindere dal fatto che sia stato o meno completato l’inventario.

Da un punto di vista strettamente fiscale è necessario andare a vedere l’articolo 65 del Dpr n. 600 del 29 settembre 1973. Prevede che, in caso di decesso del contribuente, i suoi eredi debbano presentare la dichiarazione dei redditi a suo nome.

Rispetto ai termini consueti, la norma permette di beneficiare di una proroga di 6 mesi per presentare la dichiarazione ed effettuare i versamenti delle imposte nel caso in cui la deadline ufficiale cada nel corso dei 4 mesi successivi alla data del decesso.

Le norme, in altre parole, cercano di bilanciare i doveri fiscali che scaturiscono dalla successione e le esigenze di tutela dei minori. Ed è sulla base di questo quadro di riferimento generico che si va a inserire la risposta fornita dall’Agenzia delle Entrate.

Da quando decorrono gli obblighi fiscali

Ma perché è importante soffermarsi su quanto spiegato con la risposta 275/2025? Al suo interno l’Agenzia delle Entrate ha introdotto una novità interpretativa, stabilendo che la redazione dell’inventario non costituisce, almeno di fatto, una condizione necessaria per acquisire la qualifica di erede da parte di un minore con beneficio d’inventario.

Il Fisco ha recepito integralmente quanto previsto dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 31310/2024, nella quale si spiega che la dichiarazione di accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario trasforma il soggetto automaticamente in un erede. La redazione dell’inventario, che avviene in un secondo momento, serve esclusivamente a limitare le eventuali responsabilità patrimoniali per i debiti che sono stati ereditati.

Questo significa, molto semplicemente, che il soggetto acquisisce la qualità di erede nel momento in cui effettua la dichiarazione di accettazione. Da quel momento è fiscalmente obbligato (attraverso il proprio rappresentante legale) a presentare la dichiarazione dei redditi del defunto. E, quindi, anche ad assolvere a tutti gli adempimenti tributari.

È arrivato, in altre parole, un chiarimento che va a colmare un vuoto interpretativo in materia di successioni con soggetti minori, andando a definire in modo preciso e dettagliato il momento in cui scattano gli obblighi fiscali. In passato, nella maggior parte dei casi, il pagamento delle imposte veniva effettuato nel momento in cui veniva concluso l’inventario.