Superbonus, esodati avranno un fondo da 16,4 milioni di euro: basterà per risarcirne il 30%

Gli esodati del Superbonus che hanno un reddito basso e uno stato di avanzamento dei lavori almeno al 60% potranno sperare in un ristoro. Sempre che le risorse non finiscano prima

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il governo va in soccorso dei cosiddetti “esodati del Superbonus” con un fondo pari a 16,4 milioni di euro. Il decreto ministeriale è stato firmato dal ministro Giorgetti ed è stato inserito nel Salva spese approvato dal Parlamento a fine febbraio. Per accedervi occorrerà dimostrare di possedere determinati requisiti relativi al reddito familiare e allo stato di avanzamento dei lavori. La domanda potrà essere presentata entro il 31 ottobre. Ma la coperta è corta e, secondo le stime, solo il 30% degli interessati riuscirà a ottenere un ristoro. Inoltre l’erogazione del contributo sarà garantita solo se le risorse stanziate saranno “sufficienti”.

Chi sono gli esodati del Superbonus

Gli esodati del Superbonus sono le famiglie che avevano iniziato i lavori ma che poi sono state colpite dalla stretta sull’incentivo che, negli anni, è calato dal 110% al 90% e poi al 70%. Si tratta di circa 1 milione e mezzo di persone. Fra gli esodati si considerano anche le 500.000 imprese rimaste senza liquidità. Le imprese, tuttavia, non beneficeranno del fondo messo a disposizione dall’esecutivo.

I requisiti

Lo stanziamento va in soccorso delle famiglie a basso reddito che nel 2023 non sono riuscite a concludere i lavori edilizi. La misura è destinata:

  • ai single con reddito inferiore ai 15.000 euro;
  • alle coppie con reddito inferiore ai 30.000 euro;
  • per chi ha figli si applica il quoziente familiare (con un figlio il limite reddituale arriva a 37.500 euro, con due figli a 45.000 euro e con tre figli a 60.000 euro).

Il ristoro vale unicamente per i bonifici effettuati dall’1 gennaio al 31 ottobre 2024 da chi ha scelto la cessione del credito o lo sconto in fattura. Occorre che i lavori abbiano raggiunto, al 31 dicembre 2023, uno stato di avanzamento pari ad almeno il 60%. Non si può chiedere più del 30% delle spese effettuate con i propri soldi.

Misura utile solo per il 30% degli esodati

A fare le pulci al decreto ci hanno pensato La Repubblica e La Stampa: i quotidiani hanno evidenziato come, tenuto conto della platea dei beneficiari e tenuto conto dell’entità del contributo e delle stringenti regole per accedervi, in definitiva solo il 30% degli esodati del Superbonus riuscirà a incassare il ristoro. Viene evidenziato che gli importi dei ristori andranno a coprire solo lo 0,3% dei lavori da completare.

L’allarme per l’occupazione

A tracciare un quadro pessimistico, ma su un altro punto della questione, si aggiunge l’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, secondo la quale con la stretta sul Superbonus “dopo i primi cinque mesi con una produzione superiore a quella del 2023, dovrebbe esserci da giugno fino a dicembre un crollo vero e proprio” nel settore edilizio come dice il direttore del centro studi dell’Ance, Flavio Monosilio raggiunto dall’Ansa.

Ogni miliardo di investimenti occupa tra i 13 ed i 15.000 lavoratori diretti e indiretti. Se calano di 10 miliardi tante ore lavorate vengono meno”, puntualizza Monosilio.