L’Opec+ rinvia gli aumenti produttivi: offerta invariata fino ad aprile

Il cartello ha rinviato l'aumento produttivo di 180mila barili che sarebbe dovuto scattare dal 1° gennaio sino ad aprile 2025

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Redazione

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Pubblicato: 5 Dicembre 2024 15:12

Ancora una volta tutto da rifare: l’offerta di petrolio resterà invariata almeno sino alla primavera inoltrata. Una prospettiva che consente un recupero del prezzo de greggio, che nell’ultimo periodo scontava una possibilità, seppur remota, di un aumento dell’offerta.

L’Opec+ ha deciso

L’OPEC+, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio facenti parte dell’OPEC composta da alcuni membri esterni come la Russia, riunitasi oggi, ha rinviato nuovamente di tre mesi il previsto aumento delle quote di produzione di petrolio.  E’ quanto anticipato a Bloomberg dai delegati che hanno partecipato al meeting online slittato dallo scorso 1° dicembre.

Il gruppo ha rinviato la serie di aumenti dell’offerta, che avrebbe dovuto iniziare a gennaio, con un aumento di 180.000 barili al giorno. Inizierà invece in aprile, quando si prevede che effettuerà tagli ad un ritmo più lento rispetto a quanto pianificato in precedenza.

Una serie di rinvii

Si tratta del terzo rinvio, attuato perché un rallentamento della domanda globale (soprattutto in Cina) e un aumento della produzione al di fuori del gruppo (in Usa) hanno esercitato pressioni eccessive sui prezzi del greggio.

L’OPEC+ aveva annunciato per la prima volta a giugno che avrebbe ripristinato la produzione interrotta dal 2022, recuperando un volume complessivo di 2,2 milioni di barili al giorno in tranche mensili.

Più in generale, i membri dell’OPEC+ stanno congelando 5,86 milioni di barili al giorno di produzione, ovvero circa il 5,7% della domanda globale, in una serie di misure concordate dal 2022 per sostenere il mercato.

Decisione valida anche per gli Emirati

Anche gli Emirati Arabi Uniti non aumenteranno la produzione prima di aprile. Il gruppo avrebbe dovuto infatti affrontare anche un aumento della produzione di 300.000 barili per gli Emirati Arabi Uniti, già concordato a giugno, che avrebbe dovuto iniziare a gennaio 2025 ed essere introdotto gradualmente.

Quotazioni greggio in recupero

La notizia del mancato aumento produttivo sta facendo bene alle quotazioni del petrolio, che sono in aumento sulle principali piazze di scambio. Il futuro più vicino sul Light Crude statunitense, noto anche come West Texas Intermediate, sta risalendo dello 0,36% a 68,78 dollari al barile, mentre il contratto più vicino sul Brent del Mare del Nord avanza dello 0,32% a 72,54 dollari al barile.

A dispetto della performance positiva odierna, vi sono fattori che ancora premono sul mercato, ragione per cui l’OPEC+ ha deciso di attendere. Fra questi la frenata della domanda i Cina e la crisi in atto in altri Paesi occidentali. Un dato che si riflette sulla performance del greggio da inizio anno che fa segnare un -5,5% per il Brent ed un -3,3% per il WTI.