Approvate le nuove norme dell’Unione europea a tema case green. L’obiettivo, per alcuni ampiamente utopico, di raggiungere le zero emissioni passa soprattutto da azioni di questo tipo. Per quanto il tutto sia stato approvato, però, è stato siglato anche un accordo di flessibilità. Di seguito riportiamo tutti i dettagli in merito.
Case green: nuova normativa
Accordo siglato per quanto concerne le nuove regolamentazioni sul fronte delle prestazioni energetiche degli edifici, tanto i nuovi quanto quelli già realizzati. I lavori in merito hanno avuto inizio a giugno ma, finalmente, questo capitolo può dirsi chiuso.
La direttiva Case green ha visto conclusa la sua revisione, con una maggiore flessibilità garantita per i Paesi membri. Ciò garantirà delle tempistiche più “rilassate” in determinati casi ma, al tempo stesso, spazio anche a degli obiettivi rigidi, sui quali l’Ue non ha minimamente ceduto.
Su tutti spicca il seguente: tutti i nuovi edifici saranno a zero emissioni a partire dal 2030. I governi dovranno impegnarsi attivamente per contribuire alla diminuzione delle bollette energetiche, combattendo al tempo stesso il cambiamento climatico con interventi pratici ed efficaci. Nessuno sconto, infine, sul divieto delle caldaie a gas.
Addio caldaie e non solo: cosa cambia
La revisione della Direttiva case green comporta svariate nuove regole, com’è facile prevedere. Partiamo però proprio dalla lotta intrapresa contro le caldaie a gas. Tutti gli Stati membri dovranno infatti adottare chiare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento dei propri edifici. Con il passare degli anni, non troppi, si procederà a eliminare i combustibili fossili dal riscaldamento e dal raffreddamento. L’obiettivo? Il definitivo addio alle caldaie a gas entro il 2040.
Già dal 2025, invece, queste ultime non potranno più rientrare nel novero di sovvenzioni statali, garantite invece ancora per i sistemi ibridi, con combinazione di caldaia e impianto solare termico o pompa di calore.
Ecco quali sono le nuove regole cardine che i Paesi membri dovranno rispettare a ogni costo, al fine di garantire un processo unitario verso l’obiettivo emissioni zero:
- passaggio a edifici in grado di garantire prestazioni energetiche sempre più efficienti;
- obbligo di installare pannelli solari su edifici pubblici e non residenziali di grande dimensione;
- fine degli impianti di riscaldamento a combustibili fossili prevista per il 2040 (posticipata).
In nome della flessibilità, non mancano delle esenzioni alle nuove norme. In un mondo ideale, il piano porterebbe a una trasformazione dell’edilizia nei confini Ue, con edifici a emissioni zero a partire dal 2030. Per quelli già di proprietà, però, si richiede agli Stati di attuare misure per garantire una riduzione delle emissioni di almeno il 16% entro il 2030, così come del 20-22% entro il 2035.
Abbattuto l’obbligo di ristrutturazione per tutti gli edifici, siano essi residenziali o meno. Si attuerà invece una ristrutturazione del 16% del patrimonio complessivo delle strutture presenti nei Paesi, con esenzioni previste per edifici agricoli, strutture storiche, edifici da particolare valore storico o architettonico e luoghi di culto come chiese e non solo.