Falso in bilancio e plusvalenze fittizie: il caso Napoli e l’inchiesta su De Laurentiis

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il De Laurentiis: le similitudini e le differenze tra il caso del Napoli e quello della Juventus sulle plusvalenze fittizie

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 19 Febbraio 2025 14:02

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, accusato di falso in bilancio. Alla squadra partenopea sono contestate alcune operazioni di mercato negli anni tra il 2019 e il 2022, che i magistrati sospettano essere state fatte per ricavarne alcune plusvalenze fittizie. 

In Italia un caso simile era già stato scoperto, ma riguardava la Juventus. Inizialmente l’inchiesta era stata bloccata, ma la scoperta di prove di un sistema pensato a tavolino per creare falsi profitti aveva portato al processo sportivo e alla penalizzazione della squadra.

Di cosa è accusato De Laurentiis

Le operazioni messe nel mirino dalla procura di Roma sono fondamentalmente due. L’acquisto di Kostas Manolas nell’estate del 2019 dalla Roma e soprattutto lo scambio tra il calciatore Victor Osimhen con tre giovani giocatori del Napoli. L’altra squadra coinvolta in questo caso sarebbe il Lille. La società francese valutò l’attaccante 70 milioni di euro, mentre quella partenopea ricavò in totale dai tre giovani 15 milioni di plusvalenze. Nessuno di loro giocò mai in Francia e ora tutti e tre militano nelle categorie minori italiane.

Sono sorpreso da questa richiesta. Nella fase delle indagini abbiamo documentato con pareri importanti come le operazioni dal punto di vista contabile fossero assolutamente regolari. A noi non è stato notificato nulla” ha dichiarato l’avvocato di Aurelio De Laurentiis Fabio Fulgeri. A seguito della richiesta di rinvio a giudizio, il giudice per l’udienza preliminare dovrà decidere se effettivamente mandare a processo il presidente del Napoli oppure se archiviare la sua posizione.

Cosa sono le plusvalenze fittizie

Quando un’azienda vende un asset guadagnando più di quanto risulti da pagare come residuo a bilancio per quello stesso asset, realizza una plusvalenza. Questo accade più spesso per le squadre di calcio che per altre società, perché due volte all’anno comprano e vendono i diritti sportivi di diversi giocatori. In passato però, alcune squadre hanno scambiato giocatori a valori molto più alti di quelli di mercato. Hanno così iscritto a bilancio plusvalenze che, in realtà, non erano mai avvenute.

Per evitare questa pratica, la Uefa ha stabilito due nuove regole (allegato G.3.5 del UEFA Club Licensing and Financial Sustainability Regulations Edition 2023). Si spiega chiaramente il da farsi quando si calcola il profitto di una cessione. Il ricavato non deve superare il valore contabile netto del “costo del tesseramento nel bilancio del richiedente la licenza”.

Che vuol dire? Quando si concorda uno scambio di giocatori, a bilancio non conta il valore che viene asseggnato dalle due società. Ciò che ha valore è invece quello già iscritto a bilancio.

Le plusvalenze fittizie della Juventus

Provare una plusvalenza fittizia, prima delle nuove regole Uefa, era però molto difficile. Due squadre possono decidere il prezzo del cartellino dei propri giocatori e, finché qualcuno è disposto a pagarlo, quello è il loro prezzo di mercato. Soltanto se ci sono prove che i prezzi siano stati gonfiati a tavolino, si può procedere a un’incriminazione.

È accaduto esattamente questo nel caso delle plusvalenze fittizie della Juventus. Inizialmente, tra 2021 e 2022, la prima inchiesta si era conclusa con un’assoluzione per tutti gli imputati. Soltanto quando sono emerse le intercettazioni. La giustizia ordinaria ha quindi chiesto il rinvio a giudizio per i dirigenti della Juventus ritenuti responsabili: Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene.

Cosa potrebbe succedere al Napoli

A quanto risulta al momento della richiesta di rinvio a giudizio di Aurelio De Laurentiis, non sono emerse prove simili a quelle che hanno portato i dirigenti della Juventus a processo. Gli avvocati del Napoli sono inoltre sicuri dell’archiviazione: “La Giustizia Sportiva e la Procura di Napoli avevano archiviato il caso. La posizione di Roma è risolvibile da noi legali perché ci sono pareri anche da parte di enti terzi che hanno escluso anomalie contabili” ha detto il legale Lorenzo Contrada a Radio KissKiss.

Anche se il processo di Roma dovesse effettivamente andare avanti, questo non può direttamente avere conseguenze sulla squadra di calcio del Napoli. A meno che in sede di udienza non emergano elementi che spingano la procura della Figc a riaprire il caso e a valutare sanzioni per la società a livello sportivo.