C’è stato un momento nel quale, prima di iscriversi alla Royal Academy di Anversa, Demna Gvasalia immaginava la propria carriera nella finanza. Si era appena laureato in economia all’Università di Tbilisi, capitale della Georgia, il Paese nel quale nasce nel 1981 da una famiglia cristiana ortodossa, costretta a fuggire dal conflitto georgiano-abkhazo che ha martoriato per anni la loro città. Oggi, vent’anni dopo, è uno dei designer più influenti e controversi di tutto il fashion system, ed è sufficiente pronunciare il suo nome – Demna – per generare tra gli appartenenti alla fashion industry un sentimento di familiarità e profonda ammirazione.
La sua carriera nella moda inizia quando entra a far parte del team di progettazione di Maison Margiela: Gvasalia cura in quegli anni la collezione donna, mantenendo quel ruolo fino al 2013. Si dimette da quella posizione per andare a ricoprire la posizione di senior designer da Louis Vuitton, supervisionando sempre la collezione femminile prêt-à-porter. Ma è soltanto durante l’anno successivo che Demna inizia – insieme al fratello Guram – a gettare a le basi per quello che viene considerato tutt’oggi uno dei brand più sovversivi e originali dell’ultimo decennio: Vetements. La maggior parte dei loro progetti iniziali vengono esposti all’interno di piccoli club gay di Parigi, ma nel giro di pochissimi mesi la prima collezione femminile prêt-à-porter firmata Vetements è pronta per essere presentata alla settimana della moda di Parigi.
In questo episodio di JUMP. Il grande salto, il nuovo podcast in esclusiva su QF Lifestyle, scopriamo la storia di Demna Gvasalia e del suo brand Vetements.