Maffeo Pantaleoni fu definito “il principe degli economisti italiani” per la profondità e l’impulso innovativo dei suoi studi, molto apprezzati anche all’estero.
Maffeo Pantaleoni
Maffeo Pantaleoni è stato un economista italiano
BIOGRAFIA
Maffeo Pantaleoni nasce a Frascati, in provincia di Roma, il 2 luglio 1857. Figlio di Diomede Pantaleoni e Jane Isabella Massy-Dawson, nobildonna irlandese. Suo padre diventa amico e confidente di Massimo D'Azeglio e di Camillo Benso conte di Cavour.
Il giovane Maffeo frequenta inizialmente un collegio di Parigi. Qui riceve i primi fondamenti della sua istruzione. Più tardi si trasferisce in Germania, dove nel 1877 si diploma nella città di Potsdam.
Torna in Italia e, dal 1877 al 1880, frequenta la facoltà di Giurisprudenza dell'università di Roma. Qui si laurea con una tesi sulla Teoria della traslazione dei tributi.
Terminati gli studi universitari, comincia a lavorare come docente all'Università di Camerino, in provincia di Macerata, nelle Marche.
Nel 1883 pubblica lo scritto Contributo alla teoria del riparto delle spese pubbliche.
Comincia quindi a ottenere una certa notorietà nell'ambiente economico dell'epoca. Nel 1890, con i colleghi Antonio De Viti De Marco e Ugo Mazzola, decide di acquistare Il Giornale degli economisti.
Il loro obiettivo è trasformarlo nella voce teorica del marginalismo (secondo la quale il valore di un prodotto non è dato tanto dalla quantità di lavoro necessario a produrlo, ma dalla soddisfazione che questo provoca negli acquirenti) e nell'organo politico dei liberisti italiani.
Muore a Milano il 29 ottobre 1924.
CARRIERA
Comincia la sua attività sulle pagine del Giornale degli economisti. Qui inizia a criticare la politica finanziaria dell'allora ministro Agostino Magliani, così come le eccessive spese militari del Regno.
Nel 1892 innesca quello che sarà ricordato come lo scandalo della Banca Romana. In quella data riceve infatti una relazione che dimostra la presenza di ampie e ripetute irregolarità nella gestione della banca. La relazione viene consegnata da Pantaleoni al deputato dell'estrema sinistra Napoleone Colajanni. Il contenuto viene rivelato davanti alla Camera dei deputati, innescando così lo scandalo.
La carriera dell'economista inizia quindi a sconfinare sempre di più nella politica:
- nel 1900 viene eletto deputato;
- nel 1920 viene nominato ministro delle Finanze dalla reggenza italiana del Carnaro, presieduta nella città di Fiume da Gabriele D’Annunzio;
- nel 1923 viene nominato dal re Vittorio Emanuele III come membro del Senato del Regno.
Pantaleoni nella sua carriera politica ha sostenuto la scelta di militarizzare le ferrovie.
Prima della Prima guerra mondiale è diventato nazionalista e anti-socialista.
È stato uno degli economisti italiani più attivi nell'appoggiare prima il nazionalismo e poi il fascismo.
VITA PRIVATA
Nato da un'antica famiglia di origini maceratesi, non ha lasciato molte tracce della sua vita privata.
Nel 1882 si sposa con la romana Emma Ravogli (nata nel 1863) e dal loro matrimonio nacquero Diomede (1883), Adelchi (1884), Massimo (1888), Goffredo (1889) e i gemelli Alexis e Marcella (1898).
Poco prima della sua morte, avvenuta nel 1924, è stato nominato senatore, aderente al partito nazionale fascista.
Massone, è stato membro del Grande Oriente d'Italia e ha fatto parte della sua Commissione permanente, costituita nel febbraio 1901 con il mandato di “spingere le Logge a promuovere, disciplinare e aiutare le istituzioni cooperative e di previdenza, nelle loro varie forme e nelle loro attinenze con la pubblica e privata economia, su di una base civile, laica e obbiettiva”.
INCARICHI
Oltre alla sua attività di economista è stato docente universitario e politico.
Nel suo pensiero ha cercato di conciliare la tradizione ricardiana (una teoria che lega il salario direttamente alle leggi) con il marginalismo walrasiano.
Ha spaziato dalla teoria dei prezzi a quella della tassazione. Ma anche dalla teoria dei cicli economici a quella dei sindacati industriali, e dalla stima della ricchezza nazionale alla storia delle dottrine economiche.
Il suo libro più importante, del 1889 è Principi di economia pura.
Fra gli altri incarichi ci sono:
- docente all'università di Camerino;
- editore del Giornale degli economisti;
- deputato del Regno d'Italia nelle file dell'estrema sinistra storica;
- ministro delle Finanze dalla reggenza italiana del Carnaro, presieduta da Gabriele D'Annunzio;
- senatore del Regno d'Italia nel partito nazionale fascista.
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