Il sistema previdenziale italiano deve andare alla stessa velocità dei cambiamenti del mercato del lavoro e della nascita delle sue nuove figure. È questo il messaggio, quanto mai chiaro, che l’Inps ha elaborato nella sua ultima circolare rivolta alle nuove posizioni lavorative, come influencer o youtuber, le quali hanno diritto ad andare in pensione e, dunque, anche il dovere di versare i contributi e pensare alla propria previdenza. Per ogni figura l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha previsto degli inquadramenti, che potranno rendere d’ora in più chiaro il meccanismo di versamento dei contributi.
Le pensioni per influencer e youtuber
Così come scrive l’Inps nella sua circolare, l’inquadramento previdenziale e contributivo dei creatori di contenuti digitali (acronimo DCC) ha il principale fine di facilitare la gestione degli obblighi fiscali e contributivi legati a queste nuove professioni che, nella maggioranza dei casi, interessano i più giovani.
L’obiettivo “è quello di adattare le normative esistenti alle specifiche esigenze delle professioni legate all’economia digitale, che spesso sfuggono a schemi consolidati. Descrive le caratteristiche distintive dell’attività di creazione di contenuti, le diverse modalità di svolgimento e remunerazione, e i vari rapporti di lavoro che possono sorgere tra i DCC, le aziende e le agenzie intermediarie”.
“Particolare attenzione – continua la circolare Inps – è riservata alla figura del creator, comprendente influencer, youtuber, streamer, podcaster e pro gamer, con l’intento di fornire un quadro flessibile e comprensibile che possa evolvere con il settore”.
L’attenzione alle nuove professioni
L’Inps mette dunque in atto quanto, nel corso dei mesi scorsi, aveva annunciato per andare incontro da un punto di vista previdenziale ai mutamenti del mercato del lavoro. Queste erano state, a dicembre, le parole del direttore generale dell’Istituto, Antonio Pone, nel corso dell’evento C come Economy. Risposte concrete a un mondo virtuale: “È molto importante che queste professioni giovani e molto variegate trovino da subito delle certezze anche per quanto riguarda l’ambito previdenziale”.
A queste affermazioni fanno eco le parole odierne del presidente Inps, Gabriele Fava: “La circolare Inps sull’inquadramento previdenziale di creator digitali e influencer è un segno concreto dell’attenzione dell’Istituto ai giovani e alle nuove professioni sui temi previdenziali e al contempo risulta coerente con l’obiettivo di promuovere lavoro in regola in un mercato, quello dei lavori digitali, dove c’è grande rischio di speculazione. Questa iniziativa – ha aggiunto – che ha trovato la valutazione positiva del Ministero del Lavoro, rientra nel più ampio progetto di promozione della cultura previdenziale che caratterizzerà i prossimi anni e punta a portare a bordo il maggior numero di giovani”.
I numeri del mercato dei content creator
La decisione dell’Inps di inquadrare in maniera più dettagliata le figure legate al mondo della creazione di contenuti digitali è figlia del sempre maggiore numero di cittadini impegnati in questo tipo di professione. Così come indicato nel Rapporto I-Com 2024, nella sola Italia ci sono ben 50mila influencer, di cui più di 18mila unità svolgono l’attività a tempo pieno e 33mila riguardano l’intero indotto.
Importante è anche la voce relativa alle entrate, visto che il dato medio annuo 2024 è stato di 84.028 euro, ovvero tre volte il salario medio. Ci sono poi professionisti ben al di sopra di tale soglia, arrivando a superare anche incassi di 1,6 milioni di euro all’anno, così come ci sono dei creator che guadagnano ben al di sotto del valore medio annuale.