La pensione di reversibilità al figlio: quali sono i requisiti

La pensione di reversibilità al figlio è un sostegno economico previsto in caso di decesso di un genitore pensionato o assicurato. Scopri chi può ottenerla e quali requisiti sono necessari.

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Enzo Claudio Calanducci

Dottore Commercialista e Revisore Contabile

Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, si occupa principalmente di fiscalità ordinaria e straordinaria d'impresa e svolge attività di consulenza tributaria, societaria e contabile.

Pubblicato: 6 Febbraio 2025 16:05

La pensione di reversibilità rappresenta una misura di sostegno economico erogata ai familiari superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto che aveva maturato il diritto alla pensione. Tra i beneficiari rientrano i figli, con specifiche condizioni e requisiti.

Cos’è la reversibilità della pensione

La pensione di reversibilità è una prestazione previdenziale riconosciuta ai familiari superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto. L’importo erogato corrisponde a una percentuale della pensione che il defunto percepiva o avrebbe percepito, variabile in base al grado di parentela e al numero dei beneficiari. Questo strumento mira a garantire una continuità di reddito ai familiari che dipendevano economicamente dal deceduto.

Pensione di reversibilità al figlio maggiorenne disoccupato o inabile: come funziona

I figli possono beneficiare della pensione di reversibilità in presenza di determinate condizioni:

  • Età e stato civile: i figli minorenni hanno diritto alla pensione di reversibilità senza ulteriori requisiti. Per i figli maggiorenni, il diritto sussiste se sono studenti (fino a 21 anni per gli studenti di scuola media superiore e fino a 26 anni per gli universitari) e a carico del genitore al momento del decesso. Inoltre, i figli inabili al lavoro, indipendentemente dall’età, possono accedere alla pensione di reversibilità, purché fossero a carico del genitore deceduto.
  • Inabilità al lavoro: per essere considerato inabile, il figlio deve trovarsi in una condizione di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa, come definito dalla normativa vigente. Questo implica che l’individuo non sia in grado di svolgere alcun lavoro in modo stabile e remunerativo.
  • Vivenza a carico: il figlio deve risultare a carico del genitore al momento del decesso, ovvero non avere redditi propri sufficienti a garantire l’autosufficienza economica. La valutazione di questa condizione tiene conto della convivenza e del sostegno economico continuativo fornito dal genitore.

L’importo della pensione di reversibilità varia in base al numero dei beneficiari:

  • Un figlio inabile: ha diritto al 70% della pensione del genitore deceduto.
  • Due figli: l’80% della pensione.
  • Tre o più figli: il 100% della pensione.

È importante sottolineare che l’eventuale presenza di un coniuge superstite influisce sulla ripartizione delle percentuali tra i beneficiari.

Per qualunque approfondimento, è sempre possibile visitare la pagina dedicata sul portale INPS.

Cos’è la vivenza a carico

La vivenza a carico è un requisito fondamentale per l’accesso alla pensione di reversibilità da parte dei figli maggiorenni inabili al lavoro. Essa indica una situazione in cui il figlio, al momento del decesso del genitore, dipendeva economicamente da quest’ultimo, ricevendo un sostegno economico continuativo e risultando privo di redditi propri sufficienti a garantire l’autosufficienza.

Questo concetto implica che il genitore provvedeva in maniera stabile e regolare al mantenimento del figlio, coprendo le sue necessità quotidiane e assicurandogli un tenore di vita adeguato. La vivenza a carico non si limita alla semplice convivenza; infatti, un figlio può essere considerato a carico del genitore anche senza coabitare, purché riceva da lui un sostegno economico costante.

La verifica della vivenza a carico è essenziale per determinare il diritto del figlio alla pensione di reversibilità. Gli enti previdenziali valutano attentamente questa condizione, richiedendo documentazione che attesti l’effettiva dipendenza economica del figlio dal genitore deceduto. In assenza di tale requisito, la prestazione potrebbe non essere riconosciuta.

Il mantenimento abituale del figlio

Il mantenimento abituale del figlio si riferisce all’assistenza economica regolare e continuativa fornita dal genitore per soddisfare le esigenze quotidiane del figlio stesso. Questo concetto implica che il genitore contribuisce in modo stabile al sostentamento del figlio, coprendo spese quali vitto, alloggio, istruzione e altre necessità fondamentali.

Il mantenimento abituale è strettamente legato al concetto di vivenza a carico, poiché rappresenta la manifestazione concreta del supporto economico fornito dal genitore. Per determinare se un figlio fosse a carico del genitore al momento del decesso, si valuta se quest’ultimo provvedeva abitualmente al suo mantenimento, garantendogli un adeguato tenore di vita.

È importante sottolineare che il mantenimento abituale non si esaurisce in contributi economici occasionali o sporadici, ma richiede una partecipazione costante e significativa del genitore alle spese necessarie per la vita quotidiana del figlio. La dimostrazione di tale mantenimento può avvenire attraverso documentazione che evidenzi trasferimenti economici regolari, spese sostenute direttamente dal genitore o altre evidenze che attestino il supporto continuativo fornito.

Anche questo è uno dei requisiti fondamentali per procedere con la richiesta di reversibilità.

La documentazione richiesta per accedere alla pensione di reversibilità

Per ottenere la pensione di reversibilità, è necessario presentare una domanda all’INPS o all’ente previdenziale competente, allegando la documentazione che attesti:

  • Il decesso del genitore.
  • Lo stato di inabilità del figlio, certificato da una commissione medica competente.
  • La condizione di vivenza a carico, dimostrabile attraverso documentazione reddituale e, se necessario, certificazioni di convivenza.

La tempestività nella presentazione della domanda è fondamentale per garantire la continuità del sostegno economico.