Fondi pensione per figli, vantaggi fiscali per i genitori

Come altri fondi pensione e PIP, anche quelli intestati ai propri figli garantiscono vantaggi fiscali

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 14 Novembre 2019 13:02Aggiornato: 13 Marzo 2024 10:07

Chi l’ha detto che i fondi pensione sono riservati esclusivamente a lavoratori e persone già nell’età adulta? Volendo, infatti, possono essere sottoscritti anche da bambini o adolescenti. O, per meglio dire, possono essere intestati a bambini e adolescenti, ma sottoscritti dai loro genitori, che si impegnano a versare delle somme in favore dei loro figli. Una tendenza più comune di quanto si possa immaginare e capace di garantire una lunga lista di vantaggi. Il più ovvio è quello di garantire ai propri “pargoli” una capitale futuro, che potranno mantenere sino al momento della loro pensione o utilizzare in precedenza, in base alle loro necessità. Non solo: gli stessi genitori potranno godere di vantaggi (fiscali, nello specifico) nell’immediato.

Come funzionano i fondi pensione

Per poter attivare dei fondi pensione per un figlio (ma anche un nipote) è necessario rispettare alcuni parametri. Prima di tutto, non esiste un limite di età in quanto possono essere attivati sin dal primo giorno di vita. Non esiste, poi, un limite di somme da versare e non c’è un vincolo annuo. C’è, dunque, la massima flessibilità dei versamenti, una volta aperto. È però richiesto che il minore sia a carico e con un reddito complessivo inferiore ai 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili (che sale a 4.000 euro nel caso il beneficiario del fondo abbia meno di 24 anni). Se questi ultimi due paletti vengono rispettati è possibile attivare un fondo pensione e intestarlo alla persona che si vuole.

Le agevolazioni fiscali

Come ogni altro fondo pensione o PIP, anche quelli intestati ai minori danno diritto alle agevolazioni fiscali previste dalla legge. Nello specifico, chi versa contributi su fondi pensionistici o piani individuali a favore di familiari può dedurre dalla propria dichiarazione fino a un massimo di 5.164,57 euro ogni anno. Ciò vuol dire che le cifre che si verseranno a favore di figli o altri parenti a carico concorranno ad abbattere la base imponibile sulla quale verrà poi calcolata l’imposta.

Significa che, nel caso di un versamento annuo di 1.200 euro (100 euro al mese) e un reddito di 31.000 euro, l’imponibile sarà (al netto di altre cifre da dedurre) di 29.800 euro. L’IRPEF da pagare, dunque, verrà calcolato basandosi su questa cifra e non sul totale della propria retribuzione netta annuale, con un risparmio anche di alcune centinaia di euro.

Le altre agevolazioni

I rendimenti provenienti dalla gestione finanziaria sono soggetti a una tassazione massima del 20%, inferiore rispetto al 26% applicato alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario. Per quanto riguarda la pensione complementare e il capitale, si applica un’aliquota agevolata che varia tra il 15% e il 9%, a seconda del numero di anni di partecipazione al fondo. Questa tassazione interessa solamente la parte relativa ai contributi precedentemente dedotti e alle quote di Trattamento di Fine Rapporto (TFR) versate.

Le anticipazioni o i riscatti dalla posizione individuale, utilizzati per affrontare spese impreviste personali o familiari, sono soggetti a un’aliquota agevolata che oscilla tra il 15% e il 9%, in base agli anni di partecipazione. In più, per determinate richieste particolari, come l’anticipo per la ristrutturazione o l’acquisto della prima casa, o il riscatto in seguito a dimissioni o licenziamento, viene applicata un’aliquota del 23%.