Un medico del futuro non può più limitarsi a curare le malattie, ma deve saper integrare nella propria pratica una comprensione profonda del legame tra salute umana e sostenibilità ambientale. Il cambiamento climatico, l’inquinamento e le alterazioni degli ecosistemi rappresentano fattori che influiscono direttamente sul benessere delle popolazioni, rendendo fondamentale l’insegnamento di questi temi nei corsi di laurea in medicina.
La formazione medica deve evolversi, passando da un approccio centrato sulla semplice gestione delle patologie a una prevenzione integrata dei rischi legati all’ambiente. Ciò significa considerare come l’inquinamento atmosferico, il riscaldamento globale e la scarsità di risorse idriche possano causare o aggravare problemi come malattie respiratorie, cardiovascolari e infezioni. Questa consapevolezza permette di costruire una medicina olistica, che protegga la salute a livello individuale e collettivo.
Enche, la rete europea per il clima e la salute
In risposta a questa necessità, è nata Enche (European Network on Climate & Health Education), una rete che coinvolge 25 università europee impegnate nella trasformazione dell’educazione medica. L’obiettivo principale di questa iniziativa è duplice:
- Formare i futuri medici su come i cambiamenti climatici influenzano la salute umana, dalle malattie infettive alle crisi psicologiche;
- Promuovere pratiche sanitarie sostenibili, come l’uso di strutture ospedaliere a basso impatto ambientale e l’adozione di protocolli eco-compatibili.
I partecipanti al progetto Enche ricevono una formazione mirata a riconoscere e affrontare le disuguaglianze sanitarie legate al clima, che colpiscono in modo sproporzionato le comunità vulnerabili. Inoltre, vengono sensibilizzati all’uso consapevole delle risorse e alla promozione di politiche sanitarie che rispettino i principi della sostenibilità ambientale.
Indice
La sostenibilità nella formazione medica, un approccio olistico per la salute futura
La sostenibilità è un principio cardine del nostro tempo: si tratta di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere le risorse e le opportunità delle generazioni future. Tuttavia, questa idea non si limita esclusivamente all’ambiente. Ha ripercussioni significative anche sulla salute e sul benessere delle persone, in particolare alla luce delle sfide globali come il cambiamento climatico, l’inquinamento e la perdita di biodiversità.
Gli effetti delle crisi ambientali sulla salute umana sono sempre più evidenti. L’aumento delle temperature globali e l’inquinamento atmosferico sono strettamente legati a patologie respiratorie e cardiovascolari. Allo stesso modo, la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi compromettono l’accesso a risorse vitali come acqua pulita, cibo sano e farmaci derivati da piante e organismi naturali.
Di fronte a queste sfide, è essenziale che i futuri medici siano preparati ad affrontare i determinanti ambientali e sociali della salute. Questo significa integrare nei programmi di studio concetti chiave come:
- L’impatto del cambiamento climatico sulla diffusione delle malattie;
- Le conseguenze dell’inquinamento sulla qualità della vita;
- La relazione tra perdita di biodiversità e rischio di nuove pandemie.
Formare i futuri operatori sanitari su questi temi non significa solo ampliare le loro conoscenze scientifiche, ma anche dotarli degli strumenti necessari per offrire una cura più completa e consapevole. La salute umana non può essere separata dalla salute del pianeta, e i medici del futuro devono essere in grado di considerare i fattori ambientali e sociali nel trattamento dei pazienti.
Un nuovo corso di laurea in medicina per un futuro più sostenibile
L’Università di Glasgow, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha lanciato un ambizioso programma che coinvolge istituzioni accademiche di diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, rappresentata dall’Università di Torino. Questo progetto mira a formare medici capaci di affrontare le sfide poste dai cambiamenti ambientali e sociali, con un focus particolare sulla sostenibilità.
La correlazione tra fattori ambientali e malattie è evidente. Tra le patologie maggiormente influenzate si trovano le malattie respiratorie e cardiovascolari, i disturbi della salute mentale e le malattie trasmesse da vettori, tutti fenomeni strettamente legati all’inquinamento e al cambiamento climatico.
Un medico formato in sostenibilità non si limiterà a curare i pazienti, ma sarà in grado di anticipare e mitigare i rischi per la salute attraverso interventi mirati di salute pubblica. Tra le competenze di questa nuova figura medica spiccano la capacità di promuovere politiche per ridurre l’inquinamento, incoraggiare stili di vita più sani e supportare una pianificazione urbana sostenibile, contribuendo così a migliorare la salute delle comunità e riducendo la pressione sui sistemi sanitari globali.
Grazie al ruolo attivo dell’Università di Torino, l’Italia si posiziona come un punto di riferimento in questo approccio innovativo alla formazione medica, promuovendo una società più resiliente e attenta alla sostenibilità.
L’Università di Torino pioniera nell’integrazione del clima nella salute
Il Dipartimento dell’Università di Torino ha lanciato, a partire da quest’anno, un master dedicato alla formazione di esperti di sostenibilità nel settore sanitario, e dal prossimo anno ne introdurrà uno specifico sui legami tra cambiamento climatico e salute.
Gli studenti internazionali che hanno partecipato a questo programma provengono da Paesi diversi, tra cui Zambia, Cile, Norvegia, Libano, Italia, Costa Rica, e Turchia, e presentano background professionali e culturali molto eterogenei: sociologi, infermieri, medici, policy maker e profili legali. Questo approccio multidisciplinare e l’impegno internazionale sono considerati pilastri essenziali per creare un cambiamento sistemico nel campo della salute legata alla sostenibilità ambientale.
Savino Sciascia, Professore Ordinario all’Università di Torino e direttore dei due master, sottolinea che tali iniziative educative sono fondamentali per affrontare le sfide future. A livello globale, le scuole professionali sanitarie statunitensi stanno facendo progressi significativi nell’integrare il cambiamento climatico nei loro curriculum. Queste riforme sono spesso guidate dagli stessi studenti e si concentrano sui primi anni di formazione preclinica.
Secondo un sondaggio del 2022 dell’Association of American Medical Colleges (Aamc), il 55% delle scuole di medicina statunitensi ha dichiarato di aver incluso il tema degli effetti sulla salute causati dal cambiamento climatico nei corsi obbligatori, un incremento significativo rispetto al 2019. Questo trend riflette un crescente riconoscimento dell’importanza di integrare la salute ambientale nella formazione medica.
Le scuole professionali sanitarie e la salute planetaria: nuove iniziative globali
Mentre le scuole professionali sanitarie stanno adattando le nuove iniziative educative alle strutture dei loro programmi, stanno anche collaborando per sviluppare strumenti, risorse e forum condivisi. Uno degli strumenti più significativi in questo ambito è il Planetary Health Report Card, un sistema che monitora e valuta il curriculum di salute planetaria nelle scuole professionali sanitarie.
Fondato nel 2019 da studenti di medicina statunitensi, il Planetary Health Report Card è oggi utilizzato da scuole professionali sanitarie in tutto il mondo, compresa l’Italia, per ottenere e mantenere il supporto istituzionale necessario a promuovere la riforma curriculare. Questo strumento rappresenta un passo importante verso l’integrazione della salute ambientale nella formazione sanitaria globale, incoraggiando l’adozione di pratiche educative più sostenibili e attente alle sfide planetarie.