L’International Energy Agency (Iea) ha recentemente pubblicato un rapporto allarmante sull’esplosiva crescita della domanda globale di batterie. Questo trend, trainato principalmente dall’impennata delle vendite di veicoli elettrici e dall’installazione di sistemi di accumulo energetico, sta ridefinendo il panorama energetico mondiale.
Nel 2023, la domanda di batterie ha toccato quota 850 GWh, registrando un incremento del 40% rispetto all’anno precedente. I veicoli elettrici si confermano i principali consumatori, assorbendo quasi il 90% della domanda totale. In particolare, le auto elettriche da sole coprono circa l’80% del mercato.
A livello geografico, l’Unione europea e gli Stati Uniti guidano la crescita, con un aumento annuo della domanda del 45%. La Cina, pur mantenendo una crescita più contenuta del 40%, rimane un player di primaria importanza. Anche le economie emergenti e in via di sviluppo stanno giocando un ruolo sempre più rilevante, con l’India che si distingue per aver generato un terzo della domanda totale di queste regioni. Questo boom è alimentato da politiche governative che incentivano l’elettrificazione e promuovono soluzioni di mobilità sostenibile.
Indice
Auto elettriche, emissioni dimezzate e vantaggi crescenti con la decarbonizzazione
Un’auto elettrica tipo produce, in media, la metà delle emissioni di un’auto a combustione interna (Icev) equivalente, secondo un recente rapporto. Questo significa una riduzione delle emissioni del 40% rispetto a un veicolo ibrido (Hev) e del 30% rispetto a un ibrido plug-in (Phev) su una vita media di 200.000 km. I vantaggi ambientali delle auto elettriche aumenteranno significativamente con la decarbonizzazione delle reti elettriche globali. Entro il 2035, le emissioni di un’auto elettrica saranno due volte e mezzo inferiori a quelle di un Icev nello scenario di politiche attuali (Steps – Stated Policies Scenario) e tre volte inferiori nello scenario di impegni climatici (Aps – Announced Pledges Scenario), come il Green Deal europeo.
L’impatto delle emissioni varia a seconda delle regioni. Nel Regno Unito e in Cile, le emissioni delle auto elettriche sono inferiori del 60% rispetto agli Icev, mentre in India e Cina, dove le reti elettriche sono ancora più inquinanti, la riduzione è rispettivamente del 20% e del 40% sotto il regime Steps. Tuttavia, l’India prevede di ridurre l’intensità di carbonio della sua rete elettrica del 60% entro il 2035 nello scenario Aps, aumentando significativamente i benefici ambientali dei veicoli elettrici.
Le auto elettriche si confermano una soluzione chiave per la riduzione delle emissioni globali, con prospettive sempre più positive grazie agli sforzi di decarbonizzazione e agli impegni climatici internazionali.
Riciclo delle batterie: una chiave per la sostenibilità del settore
La transizione verso una mobilità più sostenibile non può prescindere dall’industria del riciclo delle batterie, che si profila come un elemento fondamentale per ridurre la domanda di metalli, minerali e terre rare. Secondo un recente rapporto, il riciclo acquisirà un ruolo cruciale a partire dal 2035, quando i volumi significativi di batterie a fine vita provenienti dai veicoli elettrici inizieranno a crescere.
Se implementato in modo efficace, il riciclo potrebbe ridurre la domanda globale di materiali strategici come il litio e il nichel del 25% e quella di cobalto del 40% entro il 2050. Questo risultato contribuirebbe non solo a diminuire la pressione sulle risorse naturali, ma anche a rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento globale, un aspetto strategico per garantire la stabilità del settore.
Attualmente, la Cina domina il panorama globale, controllando circa l’80% dell’industria di pretrattamento e il 75% del recupero dei materiali. Tuttavia, si stanno registrando significativi investimenti in aree come il Nord America, l’Europa e altri mercati emergenti tra cui India e Sud-est asiatico, che stanno lavorando per diversificare il settore. Questa diversificazione sarà cruciale per affrontare i volumi crescenti di batterie a partire dal 2035, mitigando la dipendenza da un’unica regione e creando un ecosistema più equilibrato.
Batterie Nmc e Lfp: due percorsi per il riciclo
La composizione chimica delle batterie incide significativamente sui processi di riciclo e sulle loro emissioni. Le batterie Nmc (litio-nichel-cobalto-manganese) sono apprezzate per la loro maggiore densità energetica, ma presentano un impatto ambientale più elevato, soprattutto a causa del nichel, che rappresenta il 55% delle emissioni totali. Al contrario, le batterie Lfp (litio-ferro-fosfato) generano meno emissioni grazie all’uso di materiali più abbondanti e meno inquinanti come il ferro e il fosfato.
Entro il 2035, le emissioni associate a entrambe le tecnologie dovrebbero ridursi di circa il 35%, grazie alla maggiore densità energetica e alla decarbonizzazione delle reti elettriche. Tuttavia, i processi di riciclo rimangono differenti: le batterie Lfp sono più facili da riciclare per via della loro composizione semplificata, mentre le Nmc richiedono operazioni più complesse per recuperare materiali come il nichel e il cobalto. Nonostante ciò, il riciclo delle batterie Nmc offre maggiori benefici economici, dato il valore elevato dei materiali recuperati.
Il potenziale del riciclo delle batterie non si limita alla riduzione delle emissioni e della domanda di risorse primarie. Esso rappresenta un’opportunità per costruire un’industria più resiliente, capace di rispondere alle sfide della transizione energetica. La combinazione tra diversificazione geografica, innovazione tecnologica e miglioramento dei processi industriali potrebbe trasformare il riciclo in uno strumento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali.
Batterie, nuove regole Ue e strumenti globali per una filiera più sostenibile
Nel 2023, l’Unione europea ha introdotto un regolamento sulle batterie con l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio di questi dispositivi essenziali e di migliorarne i tassi di riciclo. Tra le misure principali, il regolamento stabilisce quote minime di materiali riciclati: entro il 2031, le batterie vendute nell’Ue dovranno contenere almeno il 16% di cobalto, il 12% di litio e il 15% di nichel riciclati. A ciò si aggiungono obiettivi ambiziosi per il recupero dei materiali: entro il 2030, sarà obbligatorio recuperare almeno il 95% di cobalto, rame e nichel, e l’80% di litio.
Un’iniziativa complementare di grande rilievo è il Global Battery Passport, lanciato come progetto pilota nel 2024. Questo strumento coinvolge produttori che rappresentano l’80% del mercato globale delle batterie e mira a promuovere pratiche più sostenibili attraverso una maggiore trasparenza. Il passaporto registra informazioni critiche, tra cui:
- Le emissioni lungo la filiera;
- L’origine dei materiali utilizzati;
- Il rispetto degli standard Esg (ambientali, sociali e di governance).
Grazie a questi dati, il progetto mira a facilitare il riutilizzo e il riciclo delle batterie, prevenendo pratiche di riciclo non regolamentato e garantendo che i materiali vengano recuperati in modo sicuro e conforme agli standard internazionali.
Produzione di batterie, una corsa globale verso l’elettrificazione
La produzione mondiale di batterie, cuore pulsante della rivoluzione dei veicoli elettrici, sta vivendo una profonda trasformazione. Attualmente dominata dalla Cina, che controlla oltre il 75% della produzione di celle e più del 90% dei materiali attivi per anodi, questa industria sta assistendo a una crescente diversificazione.
Paesi come il Marocco e l’Indonesia stanno emergendo come nuovi attori chiave, attratti dalle ricche risorse minerarie, dai costi energetici competitivi e dagli incentivi governativi. Il Marocco, ad esempio, grazie alle sue riserve di fosfati e agli accordi commerciali con l’UE e gli Stati Uniti, ha attirato investimenti per oltre 15 miliardi di dollari nel settore delle batterie. Anche l’Indonesia, ricca di nichel, sta investendo massicciamente nella produzione di celle e ha siglato accordi per oltre 15 miliardi di dollari nel settore dei veicoli elettrici.
La domanda di batterie è destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi anni, trainata dalla crescente diffusione dei veicoli elettrici. Si stima che la domanda aumenterà tra le 4,5 e le 5 volte entro il 2030 e di oltre 9 volte entro il 2035 in uno scenario di politiche climatiche più ambiziose. Le economie emergenti e in via di sviluppo giocheranno un ruolo sempre più importante, triplicando la loro quota di domanda globale entro il 2030. Tuttavia, solo il 5% della capacità globale annunciata di produzione di batterie si trova attualmente in queste regioni, evidenziando un significativo divario tra domanda e offerta.
Questa situazione rappresenta un’enorme opportunità per lo sviluppo industriale di questi paesi, ma allo stesso tempo pone sfide significative. La mancanza di investimenti mirati potrebbe rallentare la crescita del settore e creare squilibri nella catena di approvvigionamento globale.
La transizione verso i veicoli elettrici, una sfida globale che va oltre le batterie
La rapida diffusione dei veicoli elettrici sta rivoluzionando il settore automobilistico e energetico. Tuttavia, la International Energy Agency sottolinea che le politiche industriali per sostenere questa transizione devono adottare un approccio olistico, che vada ben oltre la semplice produzione di batterie.
Un aspetto cruciale riguarda lo sviluppo delle infrastrutture necessarie per la ricarica dei veicoli elettrici e l’integrazione delle fonti rinnovabili nelle reti elettriche. Nei paesi emergenti, dove il carbone è ancora la principale fonte di energia, la transizione verso un sistema energetico più pulito è una necessità impellente per affrontare i problemi legati all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.
Allo stesso tempo, le nazioni ricche di minerali strategici per la produzione delle batterie, come il cobalto e il litio, devono affrontare sfide significative legate all’estrazione e alla raffinazione di queste risorse. È fondamentale garantire che queste attività siano condotte nel rispetto di rigorosi standard ambientali e sociali, evitando impatti negativi sulle comunità locali e sull’ecosistema.