Il sistema fiscale italiano è truccato e favorisce i ricchi più di quelli degli altri Paesi

Uno studio dimostra che il sistema fiscale italiano premia i ricchi più di quelli degli altri Paesi

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 2 Dicembre 2024 12:08

Uno studio citato dall’agenzia di stampa britannica Reuters ha dimostrato che il sistema fiscale italiano avvantaggia un gran numero di persone molto ricche, a discapito di quelle che guadagnano meno. Non è raro che chi ha più risorse riesca, in vari modi, a pagare meno tasse, ma di solito si tratta dell’1%, al massimo del 2% più ricco della popolazione. In Italia è il 7%.

Non sono quindi avvantaggiati soltanto i “super ricchi”, ma anche chi ha stipendi medio-alti, da 76mila euro lordi all’anno in su. Il sistema fiscale italiano, secondo lo studio, diventa quindi regressivo, facendo pagare sempre meno tasse a chi guadagna di più. Una caratteristica che non esaspera soltanto le differenze sociali ed economiche nel nostro Paese, ma che va esplicitamente contro i dettami della Costituzione.

I ricchi pagano meno tasse: perché il sistema fiscale italiano è “truccato”

In Italia i ricchi pagano meno tasse del resto della popolazione. È quanto rivela uno studio del World Inequality Lab, ripreso dall’agenzia di stampa britannica Reuters. Non si tratta, di per sé, di una situazione unica. In buona parte dei Paesi che applicano una tassazione progressiva, per cui più in cittadino guadagna, maggiore sarà la percentuale dei suoi ricavi che lo Stato trattiene come imposta, l’1% o il 2% più ricco riesce, tramite varie scappatoie finanziarie e fiscali, a sottrarre al fisco buona parte dei propri ricavi.

Secondo lo studio però, questo problema in Italia è molto più grave che in altri Paesi. Non è l’1% degli italiani più ricchi a pagare meno tasse della media e nemmeno il 2%, ma il 7%. L’Italia ha circa 42 milioni di contribuenti. Questo significa che i 2,9 milioni di italiani più ricchi pagano meno tasse del resto di chi contribuisce al bilancio dello Stato. Non si tratta di persone in grado di attuare grandi scappatoie fiscali. Basta avere uno stipendio di 76mila euro lordi per rientrare in questa categoria.

Cosa significa che il fisco italiano è regressivo

Non sono eccezioni, ma la regola. Il sistema è creato perché questo accada, per essere molto regressivo a partire da una quota di denaro che un contribuente ogni 14 riesce a guadagnare. Questo significa che il sistema fiscale italiano è regressivo, nonostante la principale imposta sul reddito, l’Irpef, sia progressiva e la Costituzione chiarisca esplicitamente, all’articolo 53, che “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

L’Irpef ha però diversi problemi che derivano da una serie di legislazioni che hanno ridotto la base imponibile su cui si calcola, soprattutto per i lavoratori autonomi. È anche l’imposta più evasa in assoluto, superando anche l’Iva, sempre però in riferimento a quella che dovrebbero pagare imprese e lavoratori autonomi.

Tutti questi problemi hanno scaricato il peso dell’imposta su cui si basa il finanziamento dello Stato, quasi esclusivamente su lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Sono loro, impossibilitati o quasi a evadere per il pagamento automatico delle tasse, a sobbarcarsi buona parte dell’Irpef, che a sua volta rappresenta la maggioranza dei ricavi annuali dello Stato.

Lo studio analizzato da Reuters propone vari tipo di riforme possibili per risolvere questa situazione. Per rimuovere la caratteristica regressiva del sistema fiscale italiano però, l’aliquota marginale più alta andrebbe aumentata tra 20 e 25 punti percentuali.