Tetto al prezzo del gas temporaneo per scongiurare la crisi europea, critiche degli operatori

L’Ue valuta un nuovo tetto temporaneo al prezzo del gas per riequilibrare il mercato con gli Stati Uniti, ma gli operatori sottolineano che la mossa lederebbe alla fiducia europea

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 13 Febbraio 2025 11:28

Un tetto temporaneo al prezzo del gas per provare a ridurre le differenze di costo con gli Stati Uniti. È questa, secondo un’indiscrezione fatta trapelare dal Financial Times, la mossa che la Commissione Ue starebbe valutando e che già ha attirato diverse critiche da parte delle industrie del settore le quali temono possa essere compromessa la fiducia del mercato del Vecchio Continente. C’è, inoltre, un precedente storico abbastanza recente: nel 2022, in piena crisi energetica nata con l’insorgere della guerra in Ucraina, venne imposto un price cap al gas che, tuttavia, non entrò mai in vigore in quanto le cifre rimasero sempre sotto la soglia di 180 euro per megawattora che era stata fissata.

Il nuovo tetto sul prezzo del gas europeo

Il price cap sul gas si sostanzia in uno strumento con cui un’organizzazione, in questo caso specifico l’Unione europea, decide di contrastare i rincari sulla materia prima gas fissando una soglia massima di prezzo alla quale la stessa può essere scambiata all’ingrosso. Tale meccanismo si applicherebbe a tutti i contratti legati all’indice TTF della borsa di Amsterdam, ovvero il principale mercato all’ingrosso legato alla compravendita di gas nel Vecchio Continente, ma anche ad altri indici europei come il PSV italiano (Punto di scambio virtuale) utilizzato da Arera per la definizione dei prezzi pagati dai clienti.

Così come sostenuto dal Finacial Times, la Commissione europea avrebbe avviato i lavori per stabilire un nuovo price cap sul gas in Europa per provare a contrastare i livelli record raggiunti rispetto agli Stati Uniti d’America. Al momento, in assenza di altri riscontri, sembra che il nuovo tetto del gas possa essere fatto rientrare nell’ambito delle discussioni sul Clean industrial deal che, da calendario, verrà presentato il prossimo mese.

Le forti critiche alla mossa Ue

Benché si tratti al momento solo di indiscrezioni, la possibile introduzione di un tetto al prezzo del gas ha già attirato molte critiche da parte dei gruppi industriali del settore, i quali temono che l’iniziativa possa andare a ledere la fiducia del mercato europeo. Ben undici associazioni, ivi comprese Europex e Afme rispettivamente rappresentanti delle borse energetiche europee e dei mercati finanziari europei, hanno inviato in data 11 febbraio 2025 una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per esprimere tutto il loro dissenso.

“Riteniamo – si legge nella lettera – che questa misura, se annunciata, potrebbe avere conseguenze negative di vasta portata sulla stabilità dei mercati energetici europei e sulla sicurezza dell’approvvigionamento nel continente”. E ancora: “Spingerebbe (il tetto al prezzo del gas, ndr.) la comunità globale del gas a spostarsi verso altri prezzi di riferimento, senza restrizioni e quindi più rappresentativi, che si trovano principalmente al di fuori dell’Ue”.

Il precedente inutile price cap europeo

Lo strumento del price cap sul gas, come detto, è già stato utilizzato in Europa di recente senza però sortire alcun tipo di effetto. Nel 2022, nel pieno della crisi energetica iniziata con l’attacco russo all’Ucraina, la Commissione Ue decise di imporre un tetto di 180 euro per megawattora al prezzo della materia prima energetica, ma l’intervento non portò a nessun risultato visto che i prezzi rimasero sempre sotto la soglia indicata. Anche in virtù di quanto avvenuto nel 2022, i gruppi industriali del settore spingono affinché l’Ue decida di cambiare strada.