Emma Marcegaglia e la nuova globalizzazione: meno regole e più competitività

La visione sul prossimo futuro di Emma Marcegaglia: come comportarsi sul piano italiano ed europeo

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 6 Marzo 2024 08:00

Emma Marcegaglia è un nome decisamente rilevante nel mondo dell’imprenditoria italiana. È stata presidente di Confindustria dal 2008 al 2012 e presidente Eni dal 2014 al 2020. Figlia di Steno Marcegaglia, fondatore della società omonima, attiva nella lavorazione dell’acciaio.

Fare impresa è parte della sua esperienza di vita e della sua famiglia. Ciò che vede oggi, però, è un sistema fin troppo limitante: “Troppe regole su energia e industria fanno perdere competitività alle imprese”.

Le regole Ue

Lo sguardo di Emma Marcegaglia non è rivolto unicamente all’Italia, bensì a tutt’Europa. Intervistata da Repubblica, ha parlato di una crisi del modello di crescita vigente, che mina la competitività delle imprese: “La risposta non può essere ognuno per sé. Anche la Germania lo sta capendo”.

Il 2024 sarà un anno complesso, considerando la necessità di accelerare sul fronte Pnrr e riforme. A suo dire, la globalizzazione ha raggiunto una fase nella quale deve essere ripensata. Non è sua intenzione fare un salto indietro di 20 anni e più, gettando via quanto fatto e raggiunto, anche a caro prezzo per i cittadini e i piccoli imprenditori. Non si può però ritenere che un sistema resti valido in eterno.

Le previsioni sono già rivolte al 2025, a fronte di un 2024 partito e rilento, la speranza di tagli sui tassi da parte delle Banche centrali e una spinta necessaria garantita dagli investimenti del Pnrr. Uno su tutti, dice, industria 5.0: “Nel 2025 potremo ripartire”.

Restando in tema Pnrr, Marcegaglia ritiene la revisione decisamente opportuna. Ciò perché “ha tolto investimenti troppo piccoli o che non potevano essere finiti in tempo. Bisogna poi intervenire per accelerare la burocrazia e limitare i ricorsi. Anche sulle riforme occorre procedere spediti. L’Europa ci ha chiesto di fare di più su concorrenza e giustizia”.

Intelligenza artificiale e globalizzazione

La crisi della Germania ha aperto una nuova frontiera, di fatto. Oggi si ragiona molto più di ieri su cosa fare insieme, ha spiegato Emma Marcegaglia: “La Germania non è morta ma il suo modello è in crisi. Sanno che senza la manifattura italiana si indeboliscono anche loro. Lo stesso governo ora chiede di completare l’unione dei capitali e quella bancaria, dopo aver bloccato il tutto per anni”.

Guardando alla società moderna, ha sottolineato, è fondamentale bilanciare i toni sul fronte dell’intelligenza artificiale. Questo sviluppo tecnologico pone una serie di rischi, di conseguenza occorre normare. Al tempo stesso, però, “è una grande opportunità di incremento della produttività e del benessere”.

Guardando alle spalle, non si può minimamente pensare che la globalizzazione degli anni 2000 abbia gli stessi caratteri di quella odierna. Al tempo non si facevano ragionamento sulle dipendenze o sulle regole. Si delocalizzava dove costava meno, ha spiegato Marcegaglia. Ora tutto ciò è finito.

Gli Stati Uniti riscrivono le regole della globalizzazione 2.0: “Dividere il mondo in blocchi riduce la crescita e genera disuguaglianze”.