I dazi di Trump fanno tremare l’oro: prelievi record dalla Banca d’Inghilterra

I timori per i dazi di Trump hanno spinto i traders a ritirare massicciamente oro dalla Banca d'Inghilterra, con un flusso record di lingotti verso New York e prezzi in rialzo

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 17 Febbraio 2025 16:18

La tensione sui mercati globali ha spinto i traders a una frenetica attività di prelievo dell’oro dalla Banca d’Inghilterra, con un flusso anomalo di lingotti diretti verso New York.

Tale fenomeno, che sta scuotendo il mercato dell’oro, affonda le radici nella crescente incertezza economica alimentata dalla minaccia di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti. In particolare, l’ipotesi di dazi sui metalli grezzi, compreso l’oro, ha spinto i commercianti a ritirare il metallo prezioso, a causa di una contrazione nei prezzi dei lingotti detenuti dalla Banca d’Inghilterra.

Fuga dell’oro da Londra verso New York dopo l’annuncio dei dazi di Trump

Secondo dei report pubblicati da il Financial Times e il Wall Street Journal, l’oro detenuto dalla Banca d’Inghilterra ha recentemente visto un abbassamento del suo valore rispetto al mercato globale, con una differenza che è arrivata anche a 20 dollari per oncia rispetto al prezzo spot di New York. Questo sconto è una conseguenza dell’incertezza legata alla politica commerciale dell’amministrazione Trump, che potrebbe decidere di applicare dazi sui materiali grezzi che arrivano negli Stati Uniti, inclusi i metalli preziosi come l’oro.

In particolare, come spiegato al Financial Times da Michael Haigh, capo della ricerca sulle materie prime di Société Générale (uno dei principali gruppi finanziari europei), molti operatori si stanno affrettando a prelevare l’oro dai depositi londinesi per tutelarsi dalle possibili decisioni protezionistiche di Trump. E la Banca d’Inghilterra, che custodisce circa 400.000 lingotti d’oro, è uno degli attori principali di questo mercato, con una posizione di custode che la rende fondamentale per il flusso globale di metalli preziosi.

Pare inoltre che i traders stiano facendo i conti con lunghe attese per effettuare il prelievo, segno che la domanda è molto più alta rispetto alla capacità di gestione usuale.

Prezzi record e un mercato in fermento

Nel mese di febbraio 2025, il prezzo dell’oro è salito ancora e ha raggiunto un picco storico di circa 2.900 dollari per oncia, e gli analisti prevedono che possa superare presto la soglia dei 3.000 dollari. Questo aumento di valore è stato trainato da un forte acquisto da parte delle banche centrali, che, secondo il World Gold Council, hanno accumulato oltre 1.000 tonnellate d’oro per il terzo anno consecutivo, contribuendo a spingere la domanda a livelli record.

L’oro sta vivendo una fase di rivalutazione, dovuta sia a motivi di sicurezza legati all’incertezza economica globale che all’aumento degli acquisti da parte di investitori istituzionali. Tuttavia, nonostante i dati positivi sulla domanda, ci sono preoccupazioni per l’offerta di oro nei prossimi anni.

La difficoltà di trovare nuovi giacimenti e aprire nuove miniere potrebbero limitare l’offerta. Infatti, anche se cresce l’interesse per il riciclo dell’oro dai gioielli usati, secondo John Reade, strategist del World Gold Council, la produzione di oro potrebbe stagnare o addirittura diminuire nei prossimi anni, aumentando ulteriormente la pressione sui prezzi.

In questo scenario, l’oro continua a essere un rifugio sicuro per gli investitori e diventa anche un asset strategico per i governi e le banche centrali che cercano di proteggere il valore delle loro riserve dalle instabilità globali, come sta succedendo in queste ore.

Qual è il futuro dell’oro?

Il mercato dell’oro è in una fase di transizione. Gli ultimi avvenimenti geopolitici le decisioni che influenzano il mercato – come quelle sui dazi di Trump – potrebbero avere impatti significativi sul futuro dei lingotti. Al momento, la concorrenza tra Londra e New York nel mercato dei metalli preziosi si fa sempre più intensa, con il rischio però di dare vita a una reazione a catena che potrebbe destabilizzare ulteriormente i mercati.

Per ora, gli investitori sembrano giocare una partita di protezione, cercando di anticipare l’effetto di possibili dazi e di spostare l’oro dove è meno penalizzato, mentre il suo valore continua a crescere.

In un mondo sempre più volatile, l’oro si conferma un bene rifugio, ma il suo valore e prezzo continua a essere influenzato dalle dinamiche e le evoluzioni delle politiche internazionali.