Avon in bancarotta, il colosso della cosmetica in fallimento dopo il caso del talco cancerogeno

L'azienda ha debiti per oltre 1 miliardo: era finita al centro di un'accusa per presenza di sostanze cancerogene all’interno dei cosmetici

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Avon Products ha dichiarato bancarotta. La celebre azienda americana di prodotti di bellezza, nota per la vendita porta a porta, ha fatto ricorso al “Chapter 11” per cercare di ridurre un debito superiore a 1 miliardo di dollari (circa 900 milioni di euro), inclusi 78 milioni di dollari (71 milioni di euro) spesi in controversie legali legate alle accuse che il talco in alcuni suoi prodotti sia cancerogeno. Stando alle notizie riportate dalla stampa internazionale, il fallimento riguarda le filiali della società in Europa, Regno Unito e America Latina.

I motivi della bancarotta

Secondo il documento di 66 pagine presentato da Philip J. Gund, consulente incaricato della ristrutturazione aziendale, Avon Products ha 386 cause legali in corso legate ai presunti effetti cancerogeni del talco, sospettato di contenere tracce di amianto. La società non è in grado di sostenere i costi delle azioni legali e dei risarcimenti richiesti. Dopo una prima serie di indennizzi pagati nel 2010, Avon è stata condannata a pagare 46 milioni di dollari tra danni e sanzioni nel 2022. Un mese fa, la compagnia ha subito un altro verdetto di compensazione per un importo di 24,5 miliardi di dollari.

Nonostante l’azienda abbia sempre sostenuto la propria innocenza, negando la presenza di amianto nei suoi prodotti a base di talco, Avon Products ha dichiarato di non avere abbastanza liquidità per affrontare o risolvere i 386 casi individuali legati al talco. Tutto questo dopo aver già speso 225 milioni di dollari (204 milioni di euro) per difendersi dalle accuse legali.

In seguito alla richiesta di protezione tramite il Chapter 11, Natura & Co., principale creditore delle entità coinvolte nella bancarotta, ha accettato di salvare l’azienda con un accordo per l’acquisto delle partecipazioni nelle attività di Avon al di fuori degli Stati Uniti per 125 milioni di dollari, sotto forma di offerta di credito. Inoltre, Natura & Co. si è impegnata a fornire fino a 43 milioni di dollari in finanziamenti per il debitore in possesso, per garantire che Avon Products possa adempiere ai propri obblighi durante il processo di vendita approvato dal tribunale. Secondo i documenti depositati in tribunale, prima della dichiarazione di bancarotta, il debito finanziato di Avon, comprese le garanzie sulle obbligazioni delle sue controllate, ammontava a circa 1,3 miliardi di dollari.

Nell’ambito della sua proposta, Natura & Co si è inoltre impegnata a cancellare 530 milioni di dollari (481 milioni di euro) di debiti.

La storia dell’azienda

Fondata nel 1886, Avon è diventata un’icona delle vendite porta a porta. Nel 2020, è stata acquisita dalla società brasiliana di prodotti di bellezza Natura, che, secondo quanto riportato nell’istanza presentata da Philip J. Gund, si è offerta di sostenere la crisi della controllata con un finanziamento di 43 milioni di dollari. Tuttavia, il timore è che ulteriori azioni legali possano essere intentate, compromettendo ulteriormente la stabilità di Avon, una situazione dalla quale la dichiarazione di bancarotta potrebbe offrire protezione.

Avon è l’ultima di una serie di aziende coinvolte in controversie legali riguardanti gli effetti del talco ad aver richiesto il “Chapter 11”, una procedura di insolvenza negli Stati Uniti che consente alle aziende di riorganizzarsi e proteggersi da ulteriori cause legali. Recentemente, la casa farmaceutica Johnson & Johnson ha raggiunto un accordo di 6,5 miliardi di dollari per risarcire le vittime delle circa 61mila cause civili presentate contro l’azienda.